Fitoterapia e startup: nuove aziende che reinventano i rimedi naturali
La fitoterapia — ovvero l’uso di piante medicinali e dei loro estratti per promuovere la salute — sta vivendo un momento di profonda trasformazione: dopo secoli di tradizione erboristica, oggi la scienza e la tecnologia stanno riscrivendo le regole del settore e cambiando il volto dei rimedi naturali.
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Fitoterapia: tra tradizione e innovazione
La fitoterapia tradizionale ha radici antichissime: l’uomo ha utilizzato piante per curare malattie e disturbi fin dai primi tempi e tali conoscenze empiriche sono state poi raccolte e sistematizzate da civiltà come quelle mesopotamica, egizia, greca e romana. Nel Medioevo i monasteri ne conservarono lo studio, mentre nel Rinascimento – con figure come Paracelso – emerse un approccio più scientifico all’uso dei principi attivi vegetali. Con l’avvento della chimica moderna, la fitoterapia ha integrato l’estrazione e l’isolamento di composti vegetali, fondando sempre più la propria pratica su basi scientifiche. Oggi questa disciplina unisce la tradizione millenaria con studi rigorosi, rappresentando una pratica terapeutica che coniuga esperienza e innovazione.
Negli ultimi anni, nuove tecnologie e la ricerca fitochimica permettono di analizzare con crescente accuratezza la diversità genetica delle piante medicinali e il profilo dei loro composti bioattivi, offrendo basi più solide per un uso terapeutico mirato e sostenibile. Inoltre, tecniche di estrazione green consentono di isolare principi attivi in modo più efficiente, mantenendone la purezza e riducendo l’uso di solventi tradizionali. Infine, l’applicazione dell’intelligenza artificiale e dei modelli predittivi nella ricerca fitochimica consente di gestire grandi quantità di dati omici, facilitare l’identificazione di nuovi metaboliti vegetali e comprendere meglio la possibile interazione tra questi composti vegetali e i meccanismi biologici umani.
Le startup che stanno rivoluzionando il settore
Negli ultimi anni, diverse startup italiane e internazionali stanno ridefinendo il concetto stesso di fitoterapia, portando innovazione e rigore scientifico in un settore tradizionalmente basato sull’esperienza empirica. Queste aziende sfruttano biotecnologie avanzate, approcci sostenibili e strumenti di precisione per sviluppare ingredienti naturali e formulazioni più efficaci, affidabili e sicure. Una nuova generazione di imprese che non si limita a migliorare i metodi tradizionali, ma integra la ricerca scientifica, la chimica verde, la nanotecnologia e la standardizzazione industriale, trasformando la fitoterapia in un settore più rigoroso e moderno.
Nel panorama italiano della fitoterapia moderna emergono alcune startup che coniugano innovazione tecnologica e sostenibilità per rivoluzionare il settore:
- Aethera Biotech impiega la tecnologia CROP® - che utilizza colture cellulari vegetali in vitro, in particolare cellule meristematiche, ovvero il corrispettivo vegetale delle cellule staminali — per produrre principi attivi con elevati standard di purezza e qualità. Questo approccio elimina la necessità di raccogliere piante selvatiche o coltivate in campo, garantendo una produzione stabile, sostenibile e controllata. Gli ingredienti così ottenuti sono destinati a cosmetici, nutraceutici e applicazioni farmaceutiche, rappresentando un esempio concreto di produzione sostenibile di fitocomposti.
- Materia Medica Processing è la prima officina farmaceutica italiana autorizzata dall’AIFA a produrre farmaci a base di cannabis terapeutica: l’azienda applica standard di qualità GMP (per la produzione) e GDP (per la distribuzione) per i suoi principi attivi, garantendo qualità e sicurezza. L’attività di Materia Medica Processing dimostra come la fitoterapia possa essere integrata in contesti clinici ufficiali, con prodotti destinati a pazienti con esigenze mediche specifiche.
- ExoLab Italia utilizza una tecnologia basata esclusivamente su tecniche di separazione e concentrazione di tipo fisico, ottenendo un nano-concentrato che contiene il 100% del fitocomplesso delle piante di origine, in forma immediatamente biodisponibile per l’organismo. Utilizzato per applicazioni nutraceutiche, cosmetiche e farmaceutiche, queste nanovescicole concentrano i principi attivi naturali, migliorandone l’efficacia e aprendo nuove strade per formulazioni naturali più performanti.
- PlantVoice ha sviluppato un sistema capace di rilevare e interpretare lo stato di stress delle piante attraverso un piccolo sensore, grande quanto uno stuzzicadenti, applicato direttamente al fusto. Ogni tipo di stress — idrico, termico o chimico — genera un segnale specifico, una sorta di “impronta digitale” vegetale: grazie all’elaborazione di questi dati tramite l’intelligenza artificiale, PlantVoice consente di ottimizzare l’uso di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci, migliorando al contempo produttività e sostenibilità economica delle coltivazioni.
- Aispot utilizza anch’essa l’intelligenza artificiale, ma per individuare precocemente patogeni e funghi che minacciano coltivazioni come vite, melo, pero, albicocco e pomodoro. Il sistema si basa sulla campionatura dell’aria tramite una cartuccia in materiale siliconico, da cui si parte per analizzare automaticamente le particelle raccolte grazie all’intelligenza artificiale capace di riconoscere la “firma morfologica” di ciascun patogeno. Ciò consente di intervenire prima che le infezioni si manifestino, riducendo l’uso di pesticidi e ottimizzando le risorse.
Queste startup mostrano una tendenza chiara: la fitoterapia del futuro sarà scientificamente rigorosa, sostenibile e personalizzata, sfruttando tecnologie avanzate per valorizzare al massimo le potenzialità delle piante medicinali, con prodotti innovativi e di qualità certificata.
Nuovi prodotti e approcci
La fitoterapia contemporanea sta vivendo una profonda trasformazione grazie ai progressi della ricerca scientifica e delle biotecnologie, che stanno ridefinendo modalità di estrazione, formulazione e applicazione dei rimedi naturali. Tecniche di estrazione “green” permettono oggi di ottenere principi attivi più puri e concentrati, riducendo al minimo l’uso di solventi chimici e gli sprechi: ne è un esempio l’impiego di anidride carbonica supercritica, che, grazie alle sue caratteristiche intermedie tra un liquido e un gas, è in grado di penetrare nella materia vegetale, preservando l’integrità delle molecole termolabili; oppure gli ultrasuoni a basso impatto ambientale, che rompono in modo delicato la struttura cellulare vegetale che rilascia in tal modo i componenti bioattivi, impedendo la degradazione termica dell’estratto. Questi metodi rappresentano una frontiera di sostenibilità e tracciabilità nella produzione fitoterapica, offrendo una base più solida e controllabile per la qualità dei prodotti naturali, rispetto al passato.
Accanto a queste innovazioni si afferma la biotecnologia vegetale, che utilizza colture cellulari in vitro per produrre metaboliti specifici senza ricorrere alla raccolta di piante spontanee o alla coltivazione intensiva. Si tratta di un approccio che riduce la pressione sugli ecosistemi, assicura standard qualitativi costanti e apre la strada a nuovi ingredienti per cosmetici, nutraceutici e farmaci di derivazione botanica, pienamente allineati ai criteri di sostenibilità ambientale.
Parallelamente, la convergenza tra fitoterapia e medicina digitale sta dando vita a un paradigma completamente nuovo: la fitoterapia personalizzata. Grazie all’analisi del profilo genetico, del microbioma intestinale e dei parametri metabolici individuali, alcune startup stanno sviluppando formulazioni su misura che integrano piante medicinali, nutrizione e stile di vita. Non si tratta più di rimedi standardizzati, ma di soluzioni adattive e scientificamente guidate, che mirano a massimizzare l’efficacia terapeutica rispettando la biologia unica di ciascun individuo.
Opportunità e sfide future
La fitoterapia si trova oggi in un momento di svolta, sospesa tra grandi opportunità e sfide complesse. Da un lato, la valorizzazione della biodiversità rappresenta una risorsa strategica: molte piante medicinali autoctone italiane ed europee possono essere riscoperte e studiate grazie all’integrazione tra ricerca scientifica, agricoltura sostenibile e tecnologie di tracciabilità. Parallelamente, cresce in modo costante la domanda di prodotti naturali e sostenibili, soprattutto tra i consumatori più giovani, che cercano formulazioni botaniche supportate da prove scientifiche e da filiere trasparenti.
A favorire questa evoluzione contribuiscono anche le sinergie interdisciplinari, che aprono la strada a un approccio più ampio e integrato alla prevenzione e al benessere. Sul piano economico, il settore offre ampie possibilità di crescita per startup capaci di combinare la tradizione erboristica con l’innovazione tecnologica, generando valore in un mercato in forte espansione.
Tuttavia, accanto a queste prospettive positive emergono ostacoli significativi: la regolamentazione frammentata in Europa rende ancora incerto il confine tra fitoterapici, integratori e alimenti botanici, creando ambiguità. Anche la solidità delle evidenze scientifiche rappresenta una criticità: molte formulazioni innovative richiedono studi clinici più approfonditi e replicabili per confermarne efficacia e sicurezza. A ciò si aggiunge la necessità di garantire una sostenibilità autentica, evitando pratiche di raccolta intensiva o monocolture che potrebbero danneggiare gli ecosistemi. Infine, la sfida forse più profonda riguarda l’etica e la trasparenza: il valore del “naturale scientifico” non può basarsi sul marketing verde, ma su dati verificabili e processi realmente responsabili.
In questo equilibrio delicato tra innovazione, etica e rigore scientifico si gioca il futuro della fitoterapia: una disciplina chiamata a crescere senza perdere la propria anima, continuando a unire la saggezza della tradizione alla precisione della scienza moderna.