Rituali del tè come terapia di presenza e meditazione
I rituali prevedono la ripetizione di mosse, mantra, atteggiamenti che innescano un'energia positiva e creano una forza centripeta di concentrazione e attenzione e disperdono le distrazioni e i pensieri tossici. Anche il rito del Tè è votato a questi scopi
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- Origini e significato del rituale del tè
- Il tè come pratica meditativa
- Benefici psicofisici del tè
- Come ricreare un rituale di consapevolezza a casa
Origini e significato del rituale del tè
La cerimonia del tè consiste nella preparazione della tazza di tè seguendo un katà, ovvero un “protocollo” comportamentale fatto di gesti e regole precisi, e l’utilizzo di accessori specifici.
La cerimonia del tè è un rituale sacro e silenzioso, in cui la tazza di tè passa di mano in mano, ed è richiesta la massima attenzione e presenza, accompagnando questo processo a pratiche meditative, talvolta religiose.
La cerimonia del tè è comune a diverse culture asiatiche.
La cerimonia del tè praticata in Giappone è la più nota, conosciuta come Cha no yu , ma il rituale del tè nasce in Cina, patria della cultura del tè.
Le prime tracce scritte riguardanti la cerimonia del tè cinese risalgono al VIII secolo nel Canone del tè, o Cha Jing, una monografia sul tè scritta dal monaco Lu Yu al tempo della dinastia Tang. Vengono descritte le origini del tè, le pratiche di raccolta e lavorazione, e si elencano i 28 accessori necessari alla preparazione e degustazione del tè, e tutte le indicazioni relative all’ebollizione dell’acqua e all’infusione.
Pare che un monaco buddhista, Murata Jukō, nel ‘400, abbia proposto la cerimonia del tè giapponese con lo stile Wabi-cha, derivato dalla pratica cinese e caratterizzato dagli insegnamenti buddisti del“desiderio minimo”, che porterebbe alla completa soddisfazione attraverso la realizzazione di piccoli desideri.
Questo rituale è stato poi rivisto nel tempo fino ad arrivare al più noto Cha no yu ( acqua calda per il tè), conosciuto anche come Chadō o Sadō, ovvero “via del tè", ad opera del monaco zen Sen no Rikyū, tramandato sino ai giorni nostri. Si tratta di un processo che porta alla tazza di tè finale con un arricchimento per il corpo e per la mente, nell’osservanza dei principi di rispetto, armonia ed immanenza, ma anche di misura e severità.
I monaci del tempio si riunivano per bere tè, e la cerimonia doveva seguire la pratica zen del wabisabi: la contemplazione e l’esaltazione della bellezza delle imperfezioni e delle piccole cose, nel rispetto dei principi di armonia tra i partecipanti, gli oggetti e la stagione, rispetto tra gli esseri umani e le cose, tranquillità, senza preoccupazioni, e affanni della vita quotidiana e purezza, in un ambiente pulito, sobrio.
Il tè come pratica meditativa
La cerimonia del tè prevede un rituale molto preciso che si trasforma anche in una pratica spirituale e meditativa, fatta di gesti e strumenti volti non solo alla preparazione del tè, ma ad un momento di contemplazione, di raggiungimento di pace spirituale interiore, seguendo i dettami di semplicità e umiltà secondo il principio zen per cui ogni cosa è preziosa e richiede dedizione ed attenzione.
Secondo diverse testimonianze scritte, in Cina il tè veniva utilizzato con scopi medicinali, e venne portato in Giappone nel X secolo, dai monaci buddhisti, che avevano scoperto come nei templi cinesi il tè venisse impiegato durante le pratiche di meditazione. In particolare, si attribuisce l’importazione del tè e della pratica al monaco Eisai, nel periodo Kamakura.
Bere tè aveva lo scopo di sostenere i monaci durante lunghe e faticose pratiche meditative grazie al contenuto di caffeina, e a conciliare la meditazione per raggiungere l’armonia e la pace.
Secondo la cerimonia del tè codificata da Rikyū, la preparazione doveva seguire quattro principi fondamentali:
- Rispetto
- Armonia
- Purezza
- Tranquillità
Questi quattro principi coinvolgono tutti gli aspetti del rituale: il rapporto tra i partecipanti alla cerimonia, quello con gli accessori che servono alla preparazione, quello con il cibo che viene consumato.
Il rituale è fatto di mosse lente, ripetute molte volte in silenzio e passate di mano in mano fino a completare il cerchio dei partecipanti.
Benefici psicofisici del tè
Nella cerimonia del tè giapponese si utilizza prevalentemente il tè matcha, tè altamente pregiato che si presenta come una polvere finissima dal color clorofilla ricavata dalla macinatura a pietra delle foglie di tè.
Il tè matcha si prepara per sospensione anzichè per infusione come gli altri tè, emulsionando la polvere all’acqua: servono utensili molto specifici quali il chasen, il tipico frullino di bambù e la chawan, la sua tazza.
Esistono due metodi di preparazione del tè matcha, il koicha, ovvero il tè denso e l’usucha, il tè leggero. In entrambi i casi il rituale di preparazione è lo stesso, cambia la concentrazione di tè e di acqua. Il tè matcha è un tè ricco di caffeina, notevolmente eccitante ma dall’alto contenuto di catechine che coadiuvano gli stati di rilassamento mentale.
Come ricreare un rituale di consapevolezza a casa
La cerimonia del tè viene svolta in un ambiente ad hoc, chiamato “stanza del tè”, si tratta di uno spazio piccolo, poco illuminato, con pochi oggetti semplici, con tatami, ed è studiato per coadiuvare gli esercizi di presenza mentale,. In giapponese è detta chashitsu, dove è presente è una nicchia detta tokonoma, in cui è appeso uno scritto adatto alla situazione, una sorta di tema della cerimonia con una composizione floreale.
Il bollitore, o kama, in base alla stagione, viene posizionato nei mesi freddi in una buca di forma quadrata, in primavera ed in estate in un braciere. Tutto deve essere in armonia e tranquillità, dove potersi liberare dei pensieri preoccupanti e raggiungere il ‘vuoto mentale’.
Se quindi in casa si riuscisse a realizzare uno spazio semplice e pulito, dove poter meditare e riprodurre un rituale di rilassamento, sarebbe più semplice potersi distaccare per qualche minuto dalla frenesia della vita quotidiana e dedicarsi del tempo di consapevolezza fatta di piccole cose, come insegna la saggezza zen: una tazza di tè preparata ad arte, senza fretta, accompagnata da una corretta respirazione, con attenzione e presenza, senza distrazioni, immaginando di poter lasciare fuori dalla porta di quella stanza pensieri assillanti e preoccupazioni ansiogene.