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Il progetto Olivami per i campi colpiti dalla xylella

Con il progetto Olivami, chiunque può adottare uno o più ulivi in Salento e contribuire alla ripresa di un settore duramente colpito dalla xylella.

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©cesareantonio / 123rf.com

La piaga della xylella in Salento

Era il mese di ottobre del 2013 quando negli oliveti dell’Italia meridionale è stato trovato per la prima volta un particolare batterio trasmesso dagli insetti. Quel batterio si chiama Xylella fastidiosa e, da allora, ha provocato danni incalcolabili. Perché contagia le piante in modo incredibilmente veloce e pervasivo, provocando patologie come il Complesso del disseccamento rapido dell'olivo. Ciò significa che le foglie bruciano, i rami si seccano e, in breve tempo, la pianta appassisce. Potarla purtroppo non serve a nulla perché, quando si manifestano i sintomi, è già troppo tardi.

 

Nel solo Salento, nell’arco degli ultimi cinque anni, la Xylella ha distrutto oltre 21 milioni di ulivi, privando oltre 5mila olivicoltori del lavoro, del reddito e di una grossa fetta della loro identità e delle loro tradizioni. Basti pensare che in Puglia il 25% della superficie agricola utile è coltivato a ulivi, per un totale di circa 350mila ettari. Un valore che non è soltanto economico ma anche ambientale e culturale, a tal punto che l’Unesco ha insignito gli ulivi secolari del titolo di Patrimonio dell’umanità.

 

Come funziona il progetto Olivami

Di fronte a un quadro così desolante, c’è anche chi ha sperimentato un approccio positivo e propositivo. Stiamo parlando di un gruppo di produttori del territorio che ha dato vita al progetto Olivami, un’iniziativa che permette a chiunque di adottare uno o più alberi di ulivo salentini, ricevendo in cambio una fornitura di olio extravergine di oliva

 

Partecipare è semplicissimo, perché si può fare tutto online attraverso un portale molto intuitivo. Il costo parte da un minimo di 31 euro, necessari per piantare un albero e ricevere un litro d’olio per i primi tre anni, 1,5 per il quarto e il quinto anno e due litri dal sesto anno in poi. Salendo via via di complessità e di costo si passa ai piani silver, gold e infine al platinum, pensato per aziende e ristoranti. 

 

Per ogni pacchetto il sito indica anche la quantità di CO2 che verrà assorbita dall’atmosfera mettendo a dimora una nuova pianta. Chi è curioso di conoscere di persona il “suo” ulivo non deve fare altro che controllare la posizione GPS indicata nel certificato di adozione e organizzare una visita all’oliveto; ogni albero ha la sua targhetta identificativa. I più volenterosi possono anche candidarsi alla raccolta stagionale delle olive.