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Le arti marziali coreane

Fatta eccezione per il più famoso taekwondo, spesso ritenuto erroneamente una sorta di cugino coreano del karate, solo pochi conoscono i preziosi tesori marziali che possiamo trovare nelle arti tradizionali coreane. Andiamo a scoprire qualcosa di interessante a riguardo.

Le arti marziali coreane

Dopo decenni di esposizione alla cultura dell'Asia orientale, molti di noi si ritengono in grado di distinguere ciò che appartiene alla cultura cinese da ciò che proviene da quella giapponese, ma davvero pochissimi conoscono quanto la cultura delle due Coree si distingua da queste due vicine di casa sia a livello etico che estetico.

La penisola coreana conserva tracce del passaggio umano già in epoche preistoriche e tutti i movimentati assesti sociali e politici derivano dalla collisione di diverse culture: le antiche civilizzazioni indigene, la grande influenza occidentale della Cina, le genti del nord russe e mongole, e la potenza d'oltremare giapponese.

Questo mix, che ha dato i natali ad una cultura unica, tanto orientata verso lo zen quanto colorita e sentimentale, non è sempre avvenuto pacificamente.

È in questo contesto che tutti i regni coreani hanno investito energie per creare delle proprie arti marziali, sia lottatorie, che di scherma, che con l'utilizzo di armi.

 

Il taekwondo tra le arti marziali coreane

Una delle poche cose note del mondo marziale coreano è il taekwondo, introdotto tra le discipline olimpiche, e generalmente conosciuto ai più per i suoi calci spettacolari, sui quali l'arte pone molta enfasi.

Ha origini piuttosto recenti, quando in seguito all'occupazione giapponese gli antichi stili indigeni si fusero col karate producendo questo modo unico che agglomera il senso del tempismo del karate e l'importanza che avevano i calci, specie quelli ruotati, nelle arti coreane.

Dopo essere stata arte marziale dell'esercito nazionale, divenne uno sport. La disciplina del taekwondo si focalizza soprattutto sul calci veloci e potenti, e su salti acrobatici, spesso ricchi di rotazioni.

Combattere coi calci significa usare le lunghe distanze ed impiegare una guardia laterale e stratta, che favorisce le tecniche di gamba; ecco quindi l'origine della guardia bassa dei praticanti di taekwondo: a quelle distanze i pugni sono quasi inutili.

L'atletismo e la velocità sono i pilastri dell'allenamento e molti test hanno dimostrato che i calci di taekwondo sono i più potenti tra le arti marziali.

 

Altri stili delle arti marziali coreane

Ma le due Coree non significano solo taekwondo. Uno degli stili secondari più noti è l'hapkido, arte complessa e completa che studia varie fasi del combattimento: vi sono infatti combattimenti con varie armi che vanno dal bastone, alla spada passando per la corda; vi è una fase di corta distanza comprensiva di calci e pugni; vi è lo studio della corta distanza con proiezioni simili a quelle del judo; e vi è una fase di lotta a terra che studia alcune sottmissioni, specie legate ad alcuni tipici attacchi ai legamenti e alle articolazioni; in ultimo, c'è tutta una fase tattica che studia i punti di pressione, per imparare a mirare con efficacia maggiore.

Esistono inoltre stili antichi di lotta simili al sumo (ssireum), stili antesignani del taekwondo e della kickboxing (il gwonbeop e il taekkyeon), e interessanti stili moderni, che uniscono l'efficacia marziale allo studio dello yoga, della kinesiologia, e della psicologia, come il choi kwan do.

 

Evoluzione delle arti marziali coreane

In seno ad un coacervo creativo di stili eclettici e molto acrobatici, molto più simili alle arti marziali filippine e indonesiane, le influenze delle discipline giapponesi e del kung-fu cinese sono state determinanti per l'evoluzione delle arti marziali coreane.

Il primo step evolutivo fu imposto dal contatto col kung fu e la cultura cinese, dando alle arti marziali coreane un indirizzo artistico, estetico, più basato sulla velocità che sulla forza bruta, e focalizzato sui calci, tecniche preditelle dei kung fu del nord.

Il contatto con la cultura giapponese impose la disciplina ferrea, l'arte del tempismo letale, che i samurai cercavano tanto con la spada quanto a mani nude, e un nuovo studio della forza che non escludesse la velocità ma anzi ne traesse vantaggio.

 

Le arti marziali coreane oggi

Come detto, il taekwondo è oggi un'arte marziale universalmente rispettata, uno sport sano, e una disciplina olimpica, pertanto non è difficile trovare delle buone scuole anche in Italia.

È possibile trovare inoltre qualche scuola di hapkido, mentre il resto delle arti coreane rimangono chiuse nel territorio nazionale. Anche nel panorama delle arti marziali miste, più di un combattente di successo ha un background in taekwondo (basti pensare a Anderson Silva, a Anthony Pettis e a Benson Handerson), ma quest'arte ha sempre bisogno di essere integrata da arti marziali che studino la corta distanza e che diano ai praticanti una guardia che protegga il viso in modo conforme perché non si ha sempre la possibilità di indossare un caschetto protettivo.

 

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