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Quando assumere il cardo mariano

Quando assumere il cardo mariano: caratteristiche della pianta, proprietà e benefici per la salute.

Quando assumere il cardo mariano

I frutti del cardo mariano sono utili per favorire la protezione e la funzionalità del fegato.

Vediamo quando assumere il cardo mariano, le caratteristiche della pianta e i suoi benefici.


Quali sono i benefici del cardo mariano

La droga del cardo mariano è rappresentata dai frutti maturi privati del pappo di Silybum marianum, pianta erbacea biennale appartenente alla famiglia delle Asteracee.

La droga contiene silimarina, un compleso di flavolignani costituito da una miscela di silibina, silicristina, silidianina e altri. Il cardo mariano contiene inoltre acidi grasi, steroli, steroli, flavonoidi e proteine.

Le sostanze contenute nel cardo mariano sono in grado di:

> Stabilizzare la membrana cellulare degli epatociti, riducendo l’ingresso di sostanze tossiche;
> aumentare la sintesi proteica nelle cellule del fegato stimolandone la rigenerazione;
> svolgere azione antiossidante trasformando i radicali liberi in composti stabili e non dannosi per i tessuti;
> aumentare la produzione di glutatione, favorendo la disintossicazione del fegato;
> agire contro l’infiammazione.

Il cardo mariano ha dunque proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, disintossicanti e rigeneranti che determinano un effetto epatoprotettivo. Il cardo mariano è infatti utilizzato soprattutto la salute del fegato.


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Quando assumere il cardo mariano

L’assunzione del cardo mariano è consigliata in caso di disturbi digestivi, alterazioni epatiche e nel trattamento adiuvante di cirrosi alcoliche e non alcoliche, steatosi, epatiti e altri disturbi acuti e cronici del fegato.

I frutti del cardo mariano sono impiegati anche nel trattamento delle dislipidemie, in particolare in caso di ipertrigliceridemia, cioè di elevati livelli ematici di trigliceridi; non sembra invece utile assumere cardo mariano in caso di elevati livelli di colesterolo ematico.

L’assunzione di cardo mariano può inoltre favorire la diminuzione della glicemia e migliorare i processi digestivi favorendo la produzione e la secrezione di bile.

La dose giornaliera da assumere è molto variabile e dipende dal tipo di disturbo da trattare. In genere il cardo mariano  si somministra come estratto.

Un uso importante del cardo mariano è nel trattamento dell’intossicazione dell’Amanita phalloide: in questo caso la silibina viene somministrata dal medico per via endovenosa.

 

Cardo mariano, caratteristiche della pianta

Il cardo mariano è una pianta spontanea diffusa soprattutto in Italia centrale e meridionale.

Nel primo anno il cardo mariano produce una rosetta di foglie spinose ai margini e tipicamente screziate nella pagina superiore. La leggenda vuole che la Madonna, nella fretta di nascondere Gesù da Erode, abbia perso qualche goccia di latte macchiando di bianco le foglie del cardo mariano; da qui pare derivi il nome marianum della pianta.

Durante la primavera del secondo anno emette il fusto, che può raggiungere il metro e mezzo di altezza. Da maggio a luglio la pianta produce capolini grandi, color porpora, simili al fiore del carciofo. Dal fiore origina il frutto, un achenio ovale scuro sormontato da un pappo. In estate si raccolgono i capolini da cui si estraggono i frutti che, privati del pappo, costituiscono la droga.

Oltre all’impiego erboristico e fitoterapico, il cardo mariano ha un uso alimentare. Del cardo si consumano le radici, il colletto, le foglie private delle spine, i fusti e i fiori.

 

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Foto: vencavolrab78 / 123RF Archivio Fotografico