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Liquirizia e glicirrizina: rimedio naturale per gola e stomaco da usare con cautela

La liquirizia è usata fin dall’antichità per lenire la gola e favorire la digestione, ma la glicirrizina può dare effetti collaterali se assunta in quantità eccessive o per lunghi periodi.

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Proprietà della liquirizia

La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Fabaceae e che cresce spontaneamente nei climi temperati del bacino del Mediterraneo e dell’Asia occidentale.

La radice di liquirizia viene utilizzata per il suo contenuto in principi attivi, tra cui si trovano glicirrizina, saponine, flavonoidi, cumarine e mucillagini, che conferiscono alla pianta il caratteristico sapore dolce e le sue proprietà.

Tali composti sono infatti responsabili dell'aroma ma anche dell'azione antinfiammatoria, antivirale, antiossidante ed emolliente della liquirizia.

 

Effetti benefici e rischi

La radice di liquirizia viene usata per alleviare alleviare tosse, raucedine e bruciore di gola, ma anche per contrastare acidità gastrica e dolori di stomaco.

I principi attivi della liquirizia, tra cui la glicirrizina , contribuiscono infatti ad aumentare la secrezione di muco gastrico e a migliorare la microcircolazione della mucosa, contribuendo così a proteggerla dai danni causati dagli acidi. Questa capacità rende la liquirizia utile nei casi di gastrite e reflusso gastroesofageo, dove aiuta a ridurre il fastidio e a favorire la guarigione.

Inoltre, la glicirrizina ha un potenziale effetto antivirale e sembra interferire con la replicazione di alcuni virus respiratori. 

La glicirrizina, però, ha anche un effetto simile a quello dell’ormone aldosterone, che regola il bilancio di sodio e potassio nell’organismo. Se assunta in quantità elevate o per periodi prolungati, può provocare una ritenzione di sodio e acqua, perdita di potassio, aumento della pressione e, nei casi più gravi, alterazioni del ritmo cardiaco o debolezza muscolare.

Il suo utilizzo è quindi sconsigliato a chi soffre di ipertensione ma, anche in persone sane, un uso continuativo della radice o dei suoi estratti può provocare gonfiore, cefalea o crampi, soprattutto se la dieta è povera di potassio o se si assumono diuretici e farmaci che alterano il bilancio minerale.

Per ridurre questi rischi, oiggi si trovano estratti di liquirizia deglicirrizinati, quindi privi della glicirrizina, che mantengono le proprietà lenitive sulla mucosa gastrica senza incidere sui livelli di pressione arteriosa.

 

Usi erboristici e controindicazioni

In ambito erboristico la radice di liquirizia viene utilizzata in tisana per calmare la tosse secca, lenire la gola irritata e favorire l’espettorazione.

Spesso la si trova associata ad altre piante emollienti come altea, malva o camomilla per potenziarne l’effetto lenitivo.

Per i disturbi gastrici e digestivi si preferiscono invece estratti secchi o fluidi standardizzati, spesso presenti in integratori specifici per il benessere dello stomaco. La posologia varia in base al tipo di estratto, ma l’uso non dovrebbe superare una o due settimane senza consiglio medico.


L'uso di preparazioni a base di liquirizia è sconsigliato in gravidanza e allattamento, nei bambini piccoli, nelle persone con pressione alta o patologie cardiovascolari e in chi assume farmaci che modificano i livelli di potassio o sodio. 

Gli estratti deglicirrizinati, che non contengono glicirrizina, risultano più indicati nei soggetti ipertesi o in coloro che devono evitare la ritenzione di liquidi.