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Mangiare piccante: benefici e controindicazioni

Molti di noi amano aggiungere una spolverata di pepe o un po’ di peperoncino per rendere i piatti più “vivaci”. Per qualcuno è un vero rituale quotidiano a cui difficilmente si rinuncia. Ma quanto fa bene mangiare cibi piccanti? Ci sono modalità in cui possono nuocere all'organismo? La verità, sta nel mezzo.

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Benefici del peperoncino

Esistono più di 3000 varietà di peperoncino, in Italia la specie più coltivata è il peperoncino rosso (capsicum annuum), pianta annuale di origine americana, appartenente alla famiglia delle Solanacee

 

La caratteristica principale di questa spezia è la piccantezza dovuta alla capsaicina, un alcaloide presente in concentrazioni variabili a seconda delle diverse specie. 

 

Questa spezia ha moltissime proprietà benefiche, stimola la circolazione sanguigna, ha proprietà antibatteriche dato che favorisce il mantenimento e l’integrità degli alimenti, aiuta ad abbassare il colesterolo e attiva il metabolismo

 

Nelle regioni dove è diffuso il suo uso si è visto una diminuzione di malattie come l’infarto e l’arteriosclerosi. 

 

Il peperoncino aiuta a combattere la ritenzione idrica (possiamo dunque ritenerlo un alleato per dimagrire) e l’ipertensione dovuta al consumo eccessivo di sodio. Le sue proprietà secondo recenti studi sono risultate interessanti anche nel caso di diabete di tipo 2 ma sono in corso studi per dimostrare la sua efficienza nella prevenzione di tumori

 

In un recente studio condotto dalla Ruhr University di Bochum, è stato visto come il principio attivo del peperoncino sia in grado di indurre apoptosi, ovvero il suicidio cellulare programmato, e di inibire la crescita di cellule di carcinoma mammario, di carcinoma al colon e di tumore al pancreas.

 

Inoltre nell’intestino il peperoncino svolge un’azione antiputrefattiva e antifermentativa. Impedisce che le tossine passino nel sangue. È un’azione preventiva particolarmente utile in un tipo di alimentazione come quella moderna con cibi raffinati, senza scorie e una lunga permanenza del cibo nell’intestino. 
 

Quando evitare i cibi piccanti

In generale gli alimenti piccanti sono molto salutari, a patto che non si abbiano specifiche patologie del sistema gastrointestinale o allergie.

 

Particolare attenzione deve essere usata da chi soffre di ulcere, gastroenteriti e cistiti, da donne in gravidanza o nel periodo di allattamento e nei bambini sotto i 12 anni che presentano un apparato digerente più delicato. 

 

E’ importante non eccedere nelle quantità di cibi piccanti che si assumono, in quanto se si assumono delle dosi eccessive pepe e peperoncino possono irritare pesantemente le mucose interne, principalmente l’intestino e le vie urinarie, arrivando nei casi più gravi a causare la comparsa di tracce di sangue nelle urine. 

 

Lo sapevi che...

La capsaicina è solubile in alcool o grasso, per cui se si vuole smorzare il bruciore avvertito sulle papille gustative dopo l’ingestione di un peperoncino particolarmente piccante, può essere utile bere un bicchiere di vino oppure mangiare formaggio o una salsa a base di yogurt intero