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La sacralità del solstizio

Si raccolgono le erbe durante il solstizio d'estate e si fa il nocino, ma non solo: celebrare la festa del sole significa dare valore a un'unione profonda, rievocare riti ancestrali che l'umanità intera conserva nel proprio Dna...scopriamoli insieme!

La sacralità del solstizio

Quando si festeggia il solstizio d'estate?

Quando onorare quest'anno la sacralità del solstizio d'estate? Quest'anno si festeggia il 20 giugno, precisamente alle ore 23.09. Il sole, durante questo giorno, raggiunge la sua massima distanza dall’equatore terrestre, determinando l’inizio dell’estate e il giorno più lungo dell’anno. Si tratta proprio di una festa in onore dell’astro solare, evento che veniva celebrato già nell’antichità in praticamente tutte le religioni. Il giorno del Solstizio viene ancora oggi ricordato, in alcune parti del mondo, come si faceva una volta, cioè con feste, falò, rituali magici e religiosi.

 

Ogni popolazione aveva i suoi metodi per rendere omaggio alla positiva forza solare, sinonimo di vita e di creazione. Presso il popolo degli Aztechi, per esempio, il sole era visto come un coraggioso guerriero che moriva ogni sera e risorgeva ogni mattina, sconfiggendo la luna e le stelle: per nutrirlo gli venivano addirittura sacrificate vittime umane. I primi e più attenti studi del movimento del Sole risalgono invece ai Babilonesi del 2000 A. C. e si collegano alla loro complessa mitologia astrologica.

 

La sacralità del solstizio: dove in Italia

Oggi la festa del sole viene ancora celebrata in molte zone d’Italia in modi diversi, ma che hanno tutti una base pagana comune. Riti e feste di origine antichissima sono presenti per esempio in Sicilia: ad Alcara Li Fusi, il 24 giugno, si celebra la Festa di San Giovanni Battista, il santo legato al sole, chiamata "U Muzzuni", dal nome delle brocche prive di collo, oppure dai fasci di grano falciati per la raccolta o ancora dalla decapitazione del santo da parte di Erode. La ritualità di questa festa del solstizio d'estate conserva ancora infatti elementi pagani, che risalgono al culto della dea Demetra. O ancora si ricorda il noce di Benevento: una leggenda tramanda infatti che vicino al famoso grande albero, considerato poi dalla chiesa demoniaco, ci fosse piccolo lago o rigagnolo in cui le donne si bagnavano proprio durante la notte del solstizio per aumentare la propria fertilità. In alcune località italiane, sempre connesso a questa tradizione, si usa fare il nocino, un liquore a base di noci non mature, o si raccolgono le erbe, che in questi giorni hanno il potere di tenere lontani i malanni e malefici.

 

Perché è importante riappropriarsi della ritualità del solstizio

Il solstizio d'estate è un momento sacro perché rappresenta un momento di unione. Riappropriarsi della sacralità del solstizio significa sentire il sole e vivere profondamente i suoi movimenti. Il sole, che simboleggia il fuoco, durante il giorno della sua festa, entra nel segno del Cancro, segno lunare. Si tratta quindi del giorno in cui Sole e Luna, fuoco e acqua, luce e ombra, maschio e femmina si uniscono, creando una sorta di matrimonio divino, portatore di energie positive.

Per questo l’essere umano si è sempre sentito in dovere di omaggiare questo momento magico e il suo simbolo, il sole, fonte di vita e di divino amore. In un epoca di transizione come quella in cui ci si trova ora, ri-sacralizzare la vita diventa fondamentale: significherebbe riportare unione laddove c’è stata profonda separazione, ristabilendo una vitalità forte, esuberante, portatrice di nuovo. Ritrovare il sacro di un momento e celebrarlo, al di là di ogni credo o religione, significa riscoprirsi parte del Tutto, ridare valore alle energie che ci circondano e sentirle scorrere dentro di sé, significa ristabilire un contatto con  un mondo ricco e spesso inesprimibile, meraviglioso e magico.

Immagine | Geograph.org.uk