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Come ci percepiamo? Tra propriocezione e illusione

Come ci percepiamo? Quanto oltre guardano i nostri occhi? Cos'è la propriocezione? Tra riflessi, recettori, organi tendinei e false credenze del sé

Come ci percepiamo? Tra propriocezione e illusione

Ci sentiamo più giovani, più belli, più magri. O tutto l'opposto. Ci sentiamo dritti come fusti e siamo afflosciati come rametti bagnati. O, al contrario, ci percepiamo totalmente storti e invece basterebbe solo riprendere contatto con le scapole e il respiro.

Indaghiamo le modalità in cui ci percepiamo e conosciamo meglio il concetto di propriocezione applicato alle pratiche di movimento del corpo e non solo. 

 

La percezione di sé

Partiamo da un esperimento. Non lo facciamo noi ora, lo ha fatto un fotografo argentino, Leandro Berra. Il lavoro di Berra si concentra sull'idea di autoportraits-robots. In che consiste? Il fotografo ha chiesto a un target di persone di ricostruire il proprio autoritratto a memoria, usando il programma di identificazione di cui dispone la polizia che consente di raggiungere risultati davvero aderenti alle sembianze reali. Ha poi fotografto le persone.

Dal confronto tra autoidentikit e foto emerge chiaramente quanto la descrizione fosse scevra da rughe, linee di espressione, occhiaie. Sono riuscita a ripescare in rete tutto il lavoro di studio sulla percezione tra foto e identikit su YouTube, al titolo Les mains de gargas. Notate come alcuni si percepiscano più virili, più tondi, più allungati, più sereni. Tutti, quasi tutti, più giovani. 

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Esploriamo la propriocezione

Contrastiamo la forza di gravità continuamente, ci pensate mai? Per propriocezione si intende l'insieme delle funzioni che partecipano al controllo della posizione e del movimento del corpo. Un lavoro costante conseguito dai propriocettori, dei recettori periferici che ricevono informazioni utili. Queste informazioni sono elaborate all’interno di riflessi spinali volti al mantenimento della corretta postura e a contrastare la forza di gravità. 

Dentro le fibre dei muscoli scheletrici abbiamo i recettori del fuso neuromuscolare, avvolti da una bellissima guaina connettivale e composti da fibre intrafusali. Queste fibre dovete immaginarle disposte parallele rispetto alle fibre del muscolo, ma più piccole di esse e meno contrattili al centro (ai poli sì invece). A spirale si avvolgono le fibre nervose afferenti. I fusi neuromuscolari contengono anche le terminazioni motorie efferenti dei motoneuroni gamma diversi rispetto ai motoneuroni alfa che innervano i muscoli scheletrici. 

Insieme ai fusi neuromuscolari, chiamiamo in causa anche gli organi tendinei del Golgi. Si tratta di propriocettori localizzati a livello dei tendini e nei legamenti articolari. Chiamiamo in causa anche i recettori delle capsule articolari, meccanorecettori a livello del tessuo connettivo. Quando si parla di riflessi propriocettivi pensate al riflesso miotattico; in sintesi, i riflessi che funzionano sulla base di un arco riflesso, ovvero una fibra sensitiva che porta uno stimolo sensorio derivato da un recettore periferico al sistema nervoso centrale, per poi portare alla contrazione o rilasciamento (se è coinvolto nel meccanismo un interneurone inibitorio) dei muscoli coinvolti. 

Se siamo di base emotivi, il corpo si assesta sulla sensazione, risponde. Noi modifichiamo costantemente la posizione del nostro corpo a seconda delle emozioni che proviamo. Immaginate tante sentinelle dentro al corpo. Tecniche come il metodo Suchard e il metodo Mézières ma anche il Feldenkrais e lo yoga o il tai chi condotti da chi ha una buona consapevolezza, lavorano in questo senso: vincere gli schemi abituali, far entrare le spirali nel corpo e muoversi in accordo con le linee di trazione (meridiani miofasciali, direbbe Myers). 

 

Coscienza e illusioni sull'aspetto fisico 

Ci ricolleghiamo a uno studio condotto dai ricercatori del centro di scienze conitive dell'Università di Brema, i quali han dimostrato che la coscienza è un fenomeno che si crea sulla base dell'interazione simultanea di molti fattori. Questi ultimi sono rilevabili grazie a piccoli indizi: la dilatazione della pupilla, microscopici movimenti delle dita delle mani o altri gesti avviati da dati inconsci che pian piano diventano consci.

Abitudini, istinti, interessi, ambiente, genetica interagiscono influenzano il lavoro della corteccia prefrontale che progetta i movimenti (entra in azione 3 decimi di secondo prima dell'intenzione cosciente, come ha dimostrato il grande Benjamin Libet, premio Nobel e fisiologo dell'University of California a San Francisco intorno al 1965).  

La corteccia prefrontale anteriore "smonta" le illusioni che coltiviamo su noi stessi, le opinioni erronee sul nostro aspetto fisico o persino sulla nostra libertà (su quella di cui pensiamo di disporre). I limiti psicofisici che ci automettiamo, le considerazioni che facciamo sul corpo spesso sono riconducibli a semplici illusioni. I casi estremi di distorsione della percezione si verificano nei soggetti anoressici ma anche nei "fissati" da palestra (in quel caso si parla di anoressia al contrario: perso il contatto con la loro massa muscolare, anche da body builders, si percepiscono comunque esili). 

Qualsiasi sia la pratica o la disciplina motoria cui vi dedicate per mantenere l'allenamento del vostro corpo, è interessante restare a osservare. Con la disponibilità a cambiare, vincere le abitudini motorie non utili, acquisirne di nuove, che aprono ulteriori possibilità.