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Moxa e bambini podalici

Un parto podalico sottopone la madre e il bambino a particolari rischi, tanto da dover essere sostituito il parto naturale con un parto cesareo. Ma rivolgere il feto nella posizione cefalica è possibile ricorrendo a rimedi naturali.

Moxa e bambini podalici

La posizione podalica del feto può essere corretta ricorrendo alla moxa, un antico metodo che si fonda sui principi della medicina tradizionale cinese.

Essa è efficace nell' 80% dei casi e, se ben eseguita, non presenta particolari controindicazioni.

 

Feto in posizione podalica

La naturale gestazione del feto prevede che esso si metta in posizione cefalica, quindi con la testa girata verso il basso e verso il canale vaginale della madre, tra la 30' e la 32' settimana.

Alcuni bambini però possono girarsi oltre questa data. Qualora però il feto si trovasse in posizione podalica, cioè con i piedi rivolti verso il canale vaginale, fino oltre la 36' settimana, è previsto e consigliato un parto cesareo: un parto naturale in questo caso espone il bambino e la madre a possibili complicazioni gravi.

Le cause della posizione podalica di un bambino non sono ancora certe. È però possibile intervenire, qualora l'ostetrica e il ginecologo abbiano verificato che non sussistano cause gravi e controindicazioni, per far girare il feto tramite ginnastica e manipolazione posturale, oppure attraverso l'uso della moxa.

 

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Controindicazioni della moxa

Spesso le ostetriche consigliano la moxa per il rivolgimento dei bambini podalici. In questi casi ci si può rivolgere presso le strutture ospedaliere o presso agopuntori o operatori qualificati.

La moxa è controindicata in caso di febbre, affezioni della pelle, ipertensione, infiammazioni, diabete, gravidanze gemellari.

Se ne sconsiglia l'uso a gravidanza prossima al termine, poiché le dimensioni del bambino possono essere troppo grandi per permettere una rivoluzione naturale e indolore del feto.

 

Moxa per i bambini podalici

La moxa è una tecnica di cura basata sulla medicina tradizionale cinese, che prevede l'applicazione di piccoli coni incandescenti di artemisia sui punti di agopuntura appartenenti ai canali energetici e/o la stimolazione dei punti di agopuntura tramite l'uso di particolari sigari, sia di artemisia o di sostanze naturali ma comunque adatti alla moxibustione.

La moxa è la stimolazione calda dei meridiani di medicina tradizionale cinese, e si differenzia dall'agopuntura per le sue qualità energetiche e per gli effetti: la moxa stimola e applica il calore ed è consentita su alcuni punti, ma non su tutti.

Applicare la moxa tramite i sigari è molto facile: solitamente si insegna a qualcuno che possa applicarla a casa come si fa, e si lascia poi che siano la madre e i famigliari ad applicare il trattamento per le ripetizioni previste.

Il punto da trattare è sul canale di vescica, al 67, e si trova sul quinto dito del piede, all'estremità esterna dell'unghia del quinto dito.

La donna si posiziona supina o sul fianco, in abiti comodi e larghi, senza cinture né elastici in vita. La moxa viene applicata sul punto di ogni piede per 15 minuti ciascuno, quindi il trattamento durerà 30 minuti in tutto. Si ripete il trattamento una volta al giorno per una settimana, dopodichè si fa una pausa di un paio di giorni e si ripete, fino al rivolgimento del feto.

 

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