Intervista

Respirare il mondo, il corpo come maestro

"Respirare il Mondo. Lo yoga, il viaggio, il corpo come maestro" è un libro di Patrizia Foschi, edito da Giunti. Chiacchierando con l'autrice, scopriamo come imparare a decifrare i messaggi che l'intelligenza del corpo invia alla coscienza.

patrizia-foschi-respirare-il-mondo

Credit foto
©evgenyatamanenko / 123rf.com

Come instaurare una relazione personale e proficua con lo yoga adeguandone i princìpi alla propria individualità e imparando a decifrare i messaggi che l’intelligenza del corpo invia alla coscienza.  

 

L'approccio alla base del libro edito da Giunti “Respirare il Mondo. Lo yoga, il viaggio, il corpo come maestro" di Patrizia Foschi promette di fornire al lettore preziose suggestioni: alternando in brevi capitoli i viaggi e le esplorazioni geografiche dall'India all'Amazzonia e introspettive, l’autrice presenta la possibilità di andare oltre l'interpretazione dello yoga come pratica associata a uno stile di vita ascetico e austero, per lasciare aperta la porta ai molti benefici che un adattamento della disciplina fondato sui propri personali, reali bisogni può offrire.

Patrizia Foschi è insegnante di yoga dal 1990 e fondatrice della scuola “Radici e Ali”, insegna e conduce seminari utilizzando lo Yoga e il Qi Gong come vie di conoscenza di sé. 
 

Che cosa l’ha spinta a scrivere questo libro, viaggio alla scoperta dei suoi molti viaggi?

L'aver avuto una vita abbastanza fuori dall'ordinario mi ha spinto a raccontarne storie. Storie di luoghi che purtroppo non sono più visitabili, o sono ormai cambiati talmente tanto da non essere più riconoscibili. Storie di genti lontane, con tradizioni che stanno svanendo per portare una testimonianza della meravigliosa varietà del mondo e dell'altrettanto incredibile varietà dei nostri panorami interiori, esplorati in gioventù con le piante psicotrope come l'Ayahuasca, e in seguito attraverso lo Yoga e la meditazione.

 

patrizia-foschi

Credit foto
©Patrizia Foschi

Yoga, viaggio, corpo: perché affidare proprio a loro la narrazione della sua esperienza?

Nell'esplorazione di chi siamo, si può partire dal riconoscere i meccanismi della nostra mente.

Oppure si può partire dall'esperienza dell'intelligenza organica che ci parla attraverso il nostro corpo, se affiniamo la percezione dei messaggi che si rivelano alla coscienza in maniera non lineare, attraverso la rete del sistema nervoso capace di far dialogare l'interno con l'esterno. Questa strada ci può offrire una conoscenza molto sottile, a volte non tangibile, della realtà che siamo e stiamo vivendo.
 

Nel libro si parla della relazione fra corpo e anima, offrendo una visione per certi versi ribaltata della loro interdipendenza.

La pratica Yoga, costante nel tempo, a piccole gocce crea una stalattite che fa da centro al nostro andare, ci riporta al momento presente, al sentire qui e ora, togliendoci dall'abitudine continua mentale di vagare altrove, nel passato o nel futuro.

Ci àncora alla realtà fisica di un corpo che continuamente cambia con il tempo e le età, e proprio attraverso la pratica dell'abitare davvero il nostro corpo, invece di pensarlo, si può far chiaro un cammino che ci indica che non siamo solo un corpo.
 

Quali sono i frutti che rileva dalla costanza nella pratica? In che senso il piacere supporta l’allenamento?

Il richiamo a tornare sul tappetino Yoga ad ascoltare cosa sentiamo nelle diverse asana (posizioni) e respirazioni, nel tempo crea un filo intessuto di piacere di scoperte, di ritorni alla propria casa dentro. Se fosse solo il senso di disciplina ad avvicinarci allo Yoga, forse non continueremmo a praticare tutta la vita. Il piacere di ritrovarsi, di fermarsi ad ascoltare, in mezzo a tutto il trambusto dell'esistenza, è la molla che ci porta a prenderci cura di noi stessi, e quindi, degli altri.