Intervista

Il significato del Karma Yoga

Ambasciatore di Auroville e del Karma Yoga, Pashi Kapur ci spiega cosa significa essere un servitore volontario della coscienza divina.

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Il karma yoga

Tra le moltissime tecniche yoga in via di diffusione, esistono yoga classici che divengono sempre più misconosciuti, troppo lontani dalla mentalità del mondo moderno che spesso li interpreta superficialmente. 

 

Tra i tre yoga calssici di scuola vedantica, a fianco dello yoga della conoscenza, lo jnana yoga, e a quello della devozione, il bhakti yoga,  troviamo il karma yoga, uno dei più difficili da approcciare. 

 

Il suo vangelo è la Bhagavad Gita, il canto del Beato, ma per capirne meglio i segreti ci affidiamo ad un karma yogi ultraottantenne, Pashi Kapur. Pashi dedica tutto il suo tempo allo sviluppo della città di Auroville, dopo aver vissuto all’Ashram di Sri Aurobindo fin dai tempi in cui la Madre era ancora viva.

 

Pashi, cosa puoi dirci sulla Madre?

Molti pensano che la Madre fosse solo amore e conoscenza, ma pochi hanno potuto constatare quanto essa fosse accurata in ogni lavoro, precisa, diligente, capace di gestire ogni tipo di risorsa ed energia della vita e del mondo. 

 

Quando tutti gli ashram accoglievano persone che dimostravano la volontà di ritirarsi dall’azione nel mondo, lei spingeva tutti i discepoli a lavorare, come mezzo di sviluppo yogico, sia individuale che collettivo. La Bhagavad Gita dice che lo yoga è abilità nelle opere. Ebbene, lei era un vero guru in questo. 

 

Come si pratica il karma yoga nell’Ashram e ad Auroville?

Il karma yoga completa la ricerca della conoscenza e lo sviluppo del contatto col Divino. Si tratta di eseguire la volontà divina senza giudizio, senza interferenze e preferenze, lasciare che la Madre dei Mondi agisca attraverso di noi. 

 

Fare tutto il nostro meglio come servizio ed essere pronti a cambiare missione se richiesto. L’universo intero è un sacrificio d’amore e questo deve riprodursi in noi. 

 

Solo dal sacrificio e dall’amore la prosperità può nascere. Senza azione non c’è crescita, tutto rimane potenziale. All’Ashram tutti sono impegnati nel mantenimento degli edifici e delle attività, ad Auroville è diverso, perché  ognuno è lasciato libero di scoprire come meglio contribuire alla collettività. 

 

Perché molti pensano che karma yoga significhi filantropia?

E’ un’associazione che nasce dall’ego, il grande ostacolo. All’inizio crediamo che smettere di agire per la propria soddisfazione diretta significhi sopprimere l’ego, e quindi ci doniamo al prossimo. Ma anche quella è una forma di ego. Raffinata, educata, ma pur sempre apportatrice di soddisfazione e senso della propria virtù. 

 

Ciò ci spinge ad avere bisogno di una qualche forma di male a cui pore rimedio. Il vero karma yoga non fa differenza tra la portata del servizio, è solo questione di spirito. Finché siamo convinti di essere noi ad agire, anche se l’azione ci pare buona e giusta, non stiamo facendo karma yoga.


 

Quando inizia, allora, il vero karma yoga?

Quando tutto è servizio. Mangiare, dormire, respirare, se necessario anche combattere o distruggere. Quando esiste solo la volontà dell’universo espressa attraverso di noi. 

 

E’ solo allora che si è sollevati dalle conseguenze delle azioni e il karma si estingue. E solo allora c’è la vera felicità, un profondo senso di sollievo e riposo durante l’azione che ci permette di poter lavorare per ore e giorni e anni senza fatica, perché non c’è attrito e frizione tra noi e l’universo. 

 

Non c’è bisogno di puntare a numerose azioni o a grandi impatti sul mondo: quando si raffina il nostro contatto con la volontà dell’universo, allora ogni minima azione, anche raccogliere un sasso da terra, modifica tutto per il meglio. Anche se la mente e il cuore non lo percepiscono. 

 

Con quale atteggiamento dovremmo agire?

Raggiungendo la consapevolezza che non esiste spreco, non esiste errore, non esiste ritardo

 

Investire la propria anima senza soppesare i vantaggi, senza negoziare. Allora dando il nostro massimo, che è sempre miserrimo, riceveremo la più grande soddisfazione possibile, aver soddisfatto la divinità nascosta dietro la maschera del cosmo.