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La petizione lanciata da Greta e non solo contro il bla bla bla

Greta Thunberg, Vanessa Nakate, Dominika Lasota e Mitzi Tan sono le quattro giovani attiviste autrici di un'accorata petizione rivolta ai grandi leader. La richiesta è chiara: impegnarsi per evitare la crisi climatica, coi fatti e non solo a parole.

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©hummersallad / 123rf.com

La petizione lanciata dalle giovani attiviste

Tradimento. Così i giovani in tutto il mondo descrivono il fallimento dei nostri governi nel tagliare le emissioni di CO2. E non è una sorpresa”. Si apre così una petizione lanciata sulla piattaforma Avaaz.org da quattro giovani attiviste

 

L’allarme è reale. Un recente report dell’Unep (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) sostiene infatti che i piani di riduzione delle emissioni inviati dagli Stati in seguito all’Accordo di Parigi sono largamente insufficienti per contenere il riscaldamento globale entro la soglia degli 1,5 gradi centigradi, quella che ci divide dalla catastrofe climatica. Anzi, di questo passo la temperatura media globale sarà cresciuta di 2,7 gradi centigradi entro la fine del secolo.

 

Nonostante ciò, continua la petizione, “i governi continuano a spendere miliardi per i combustibili fossili”. Per la precisione, BloombergNef parla di 3.300 miliardi di dollari, da parte dei soli Stati del G20, concessi dal 2015 in poi. Questo mentre gli stessi governi promettevano, a parole, di puntare sulla transizione ecologica.

 

Le cinque richieste ai leader globali

Non tutto è perduto, però, perché “voi avete il potere di decidere”, afferma la petizione rivolgendosi ai leader globali. Cinque le richieste: 

 

  • Avviare un piano di riduzione annuale delle emissioni talmente drastico da riavvicinarsi al limite degli 1,5 gradi centigradi.
  • Mettere la parola “fine” sull’intero comparto dei combustibili fossili: esplorazione, estrazione, investimenti e sussidi. 
  • Rendere più serio e trasparente il metodo di calcolo dellle emissioni di CO2.
  • Stanziare i 100 miliardi di dollari che sono stati promessi già anni fa per aiutare gli Stati più vulnerabili ad affrontare la crisi climatica.
  • Mettere in atto politiche che salvino il clima e, al tempo stesso, tutelino le fasce più povere e vulnerabili della popolazione, riducendo le disuguaglianze sociali.

 

Chi sono le autrici della petizione

La prima autrice, e la più celebre, è Greta Thunberg. Svedese, classe 2003, è stata la prima in assoluto a scioperare per il clima ogni venerdì, dando inizio a un movimento globale che ha riempito le piazze da un capo all’altro del Pianeta, da Sydney a Berlino. Ormai Thunberg non può mancare nei più prestigiosi contesti internazionali in cui si discute di clima, dalle Cop (Conferenze delle parti) fino al Parlamento europeo. E ogni volta non fa sconti a nessuno, mettendo in chiaro quanto siano inadeguate le promesse dei leader. 

 

Il volto dell’Africa è Vanessa Nakate, ugandese classe 1996, che all’evento Youth4Climate ha conquistato la platea con un accorato discorso che metteva in luce un dato di fatto: l’Africa ha contribuito meno di tutti gli altri Continenti al riscaldamento globale ma, nonostante ciò, ne paga in prima persona le conseguenze più drammatiche. “Non ci si può adattare alla perdita delle culture. Non ci si può adattare alla perdita delle tradizioni. Non ci si può adattare alla perdita della storia. Non ci si può adattare alla fame. E non ci si può adattare all’estinzione”, ha concluso emozionata.

 

Dominika Lasota invece è polacca, è nata nel 2001 ed è in prima linea nelle manifestazioni dei Fridays for Future, ma anche in quelle per i diritti delle donne, più volte messi in bilico da leggi iper restrittive. Infine c’è Mitzi Tan, nata nel 1997, co-fondatrice del movimento di giovani attivisti nelle Filippine.