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Cialde da caffè addio? Arrivano le palline

Per una larga fetta degli italiani, capsule e cialde hanno sostituito la tradizionale moka. Ma c’è anche chi propone una terza via: palline di caffè compostabili, prive di plastica e alluminio.

Tazzina di caffè

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©liudmilachernetska/123rf.com

Capsule - o cialde - per caffè, le avversarie della moka

C’è chi non può farne a meno, chi non lo tollera e chi lo beve ogni giorno senza nemmeno chiedersi se sia buono o meno; quel che è certo è che il caffè è una presenza fissa nella vita degli italiani. Non può essere considerato soltanto come una delle tante bevande per la colazione, perché è un pezzettino della nostra cultura e un’occasione di socialità.

 

Ma come lo preparano i nostri connazionali? Chi vince nel duello tra moka e cialde da caffè? Innanzitutto bisogna precisare che capsule e cialde non sono sinonimi: le prime sono cilindriche e rivestite di plastica o alluminio, le seconde hanno una forma più piatta e sono avvolte nella carta. 

 

Il loro mercato appare maturo. Stando a Competitive Data, il giro d’affari nel nostro Paese si è attestato sugli 1,6 miliardi di euro nel 2021, con un +12,4% rispetto all’anno precedente; una cifra che include tanto la produzione quanto l’importazione da multinazionali estere. Il segmento che cresce di più è quello delle famiglie, con un +13,6% anno su anno a volume.

 

Cialde per caffè: sono davvero salutari?

Cercando informazioni in Rete, capita di imbattersi in articoli e post che sostengono che le capsule di caffè fanno male. Porsi qualche domanda in merito è lecito, visto che le capsule contengono pur sempre alluminio e materiali plastici. Ad oggi però sono stati condotti diversi esperimenti e tutti raggiungono conclusioni rassicuranti.

 

La rivista Il Salvagente, per esempio, ha fatto analizzare a tre diversi laboratori i caffè espresso fatti con le capsule. E non ha rinvenuto né ftalati, né bisfenolo, né tanto meno pesticidi, acrilammide e furani (sostanze tossiche, queste ultime, che derivano dalla torrefazione dei chicchi ad alta temperatura). Sembra che solo le concentrazioni di furano aumentino leggermente, salvo poi disperdersi nell’arco di pochi secondi e restare comunque ben al di sotto di concentrazioni pericolose.

 

Caffè in capsule: il tema dello smaltimento

Il grosso problema legato alle capsule, piuttosto, è lo smaltimento. Le cialde ormai sono quasi tutte compostabili o biodegradabili. Le capsule invece devono essere smontate, dividendo e sciacquando la parte in alluminio o plastica per conferirla nel bidone corretto; il fondo di caffè invece può essere riutilizzato come compost oppure conferito nel bidoncino dell’umido.

 

In alternativa, le capsule in alluminio possono essere portate intere all’isola ecologica del proprio Comune di residenza, dove vengono prese in carico dal Consorzio imballaggi alluminio (Cial). Anche alcuni negozi si mettono a disposizione per ritirare le capsule esauste e farsi carico dello smaltimento.

 

Nei fatti, però, questo sistema risulta piuttosto farraginoso. E tanti, un po’ per ignoranza, un po’ per fretta e un po’ per scarsa consapevolezza, finiscono per buttare le capsule nell’indifferenziata così come sono. Nel sito del progetto Life Pla4coffee si legge che nel 2010 sono stati venduti 10 miliardi di capsule di caffè nel mondo, il che si è tradotto in 120mila tonnellate di rifiuti, per la maggior parte (70mila) in Europa. In Italia, ogni anno 12mila tonnellate di capsule finiscono in discarica o nell’inceneritore.

 

Caffè in capsule: ora arrivano le palline compostabili

La catena svizzera di supermercati Migros propone un’alternativa: palline di caffè al posto delle capsule. Si chiamano CoffeeB e sono costituite da caffè pressato, avvolto da un involucro invisibile realizzato con polimeri di alghe.

 

Non essendoci plastica né alluminio, nemmeno nel packaging, dopo l’uso resta soltanto un guscio di materiale organico che può essere gettato nella frazione organica dei rifiuti oppure nella compostiera domestica. C’è di più: per ottenere una tazzina di caffè fumante basta una dose di miscela inferiore fino al 40% rispetto alle solite capsule.

 

Chiaramente per poterle usare bisogna dotarsi della macchina da caffè idonea. Il Fatto Alimentare, dopo averla testata, sostiene che sia forse un po’ ingombrante ma silenziosa, veloce, poco energivora e facile da aggiustare in caso di guasti. Insomma, pienamente all'altezza delle altre opzioni sul mercato.