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Il mondo della finanza può sostenere la battaglia per la biodiversità

Proteggere e conservare le specie viventi, soprattutto quelle in pericolo di estinzione, è un nostro dovere. Perché dalla biodiversità dipende la sopravvivenza dell'essere umano. Anche la finanza può fare la sua parte.

di Redazione

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©vectorlab -123rf

Il pianeta è il nostro bene più prezioso. Eppure sembra che l’umanità non se ne renda conto: secondo i dati dell’Onu, l’intervento umano ha già alterato in modo significativo i tre quarti degli ecosistemi terrestri e circa i due terzi degli ecosistemi marini.

Gli scienziati hanno dimostrato che siamo nel pieno della sesta estinzione di massa. Tra il 2001 e il 2014 si sono estinte 173 specie, cioè 25 volte rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare in condizioni normali.
 

Perché è importante la biodiversità

La biodiversità, ovvero la varietà degli organismi viventi, è a rischio, inclusi gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici dei quali fanno parte.

Eppure la diversità biologica rafforza la produttività di qualunque ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, e via dicendo).

Infatti, è stato dimostrato che la perdita di biodiversità:

  • Contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica;
  • aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali;
  • diminuisce il livello della salute all’interno della società;
  • riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.
     

Un fondo comune per la biodiversità

Per questo motivo è nato il Finance and Biodiversity Community, un forum a cui aderiscono 75 istituti finanziari per condividere esperienze, sensibilizzare e promuovere le best practices a livello europeo su come integrare la biodiversità con le attività finanziarie e gli investimenti nel capitale naturale.

Nel Finance for Biodiversity Pledge, documento collettivo sottoscritto dai membri aderenti: banche, assicurazioni, asset manager, fondi pensione e altri istituti invitano i leader mondiali a invertire la tendenza dell’ultimo decennio per quanto riguarda lo sfruttamento ambientale e ci si impegna a collaborare, attivarsi e calcolare il proprio impatto sulla biodiversità, fissando degli obiettivi specifici in materia entro il 2024, rendicontandoli in maniera appropriata.
 

L’impegno di Etica Sgr per la tutela della biodiversità

Etica Sgr è stata la prima società italiana tra i 75 firmatari dell’impegno per la biodiversità da parte del mondo della finanza. Come sottoscrittore del documento, Etica Sgr riconosce che la biosfera terrestre, sotto stress crescente, è alla base della resilienza umana e del progresso.

Dal 2000, il Finance for Biodiversity Pledge impegna gli investitori aderenti a rispettare 5 macro-obiettivi:

  • Collaborazione e condivisione delle conoscenze tra gli investitori;
  • Engagement delle aziende;
  • Misurazione dell’impatto sull’ambiente;
  • Definizione di target a cui rivolgersi;
  • Reportistica delle attività conseguite.


"Abbiamo avviato un dialogo con società e imprese, basandoci su due aspetti specifici della biodiversità: la deforestazione - compreso il tema del cambio di destinazione dei suoli - e le risorse idriche" racconta Aldo Bonati, Corporate Engagement and Networks Manager di Etica Sgr

"In particolare, abbiamo contattato più di 20 società che avevano nei propri portafogli attività finanziarie con obiettivi di riduzione di questi impatti, per aiutarle a capire insieme quali comportamenti mettere in atto per tali scopi" continua Bonati. 

"Le imprese cercano obiettivi da raggiungere standardizzati, misurabili, sulla falsa riga  dei Science based target (Sbt). Per ora, il raggiungimento dei traguardi fissati dal Finance for Biodiversity Pledge è previsto entro il 2024. La cosa incoraggiante è che in breve tempo, oltre la metà delle società contattate ha già risposto positivamente al nostro invito".