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Mascherina certificata sì ma lavabile: per dire basta all'usa e getta

Zero Waste Italy e Zero Waste Europe lanciano un modello di mascherina lavabile fino a 25 volte, riducendo così il 95% di rifiuto rispetto alla mascherina monouso.

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©fizkes -123rf

Ogni mascherina dispersa nell’ambiente impiegherà 450 anni per autodegradarsi. A dirlo è l’ISPRA la quale aggiunge che nei primi otto mesi di pandemia, abbiamo prodotto almeno 300mila tonnellate di rifiuti tra guanti e protezioni per il volto.

Se è importante non disperdere mascherine e guanti nell’ambiente, lo è altrettanto considerare le alternative all’usa-e-getta.

Per questo il Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, l’associazione Zero Waste Italy, la fondazione Zero Waste Europe e la cooperativa sociale EtaBeta di Bologna hanno messo a disposizione mascherine certificate come dispositivo medico che non solo proteggono gli esseri umani dal virus ma anche l’ambiente dagli esseri umani, visto che sono lavabili almeno 25 volte.
 

Mascherine lavabili: due strati di stoffa e una tasca interna

Il lancio delle mascherine riutilizzabili è avvenuto dall’ufficio del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori e ad annunciarlo è stato Rossano Ercolini, Presidente di Zero Waste Italy e Zero Waste Europe.

Con l’aiuto dell’Università di Bologna, in particolare del dipartimento di ingegneria, i materiali che compongono queste mascherine -lavabili e brandizzabili- sono stati testati e attentamente selezionati: il dispositivo medico è composti da due strati di stoffa e da una “tasca” interna dove viene posto il filtro intercambiabile.

La parte esterna è di uno speciale tessuto antiviralescrive Rossano Ercolini “che anche nel caso venga toccato non consente la permanenza del virus; la parte interna è formata da cotone mentre il filtro risulta purtroppo ancora prodotto in tessuto non tessuto (Tnt), per garantire adeguata elettrostaticità ai fori al fine di raggiungere i massimi livelli di sicurezza oggi disponibili”.
 

Con le mascherine certificate lavabili si ottiene il 95% in meno di rifiuto

Se il filtro dev’essere cambiato ogni 6 ore e gettato dopo l’uso, il dispositivo medico proposto dalla cooperativa EtaBeta è invece lavabile 25 volte, riducendo il 95% di rifiuto rispetto alla mascherina monouso.

Naturalmente quelle di Zero Waste non sono le uniche mascherine riutilizzabili in commercio. Diverse sono le aziende italiane e le startup che hanno realizzato e commercializzato dispositivi medici che possono essere utilizzate più volte: iMask, U-mask, ProduMask sono solo alcuni esempi.

Intanto coinvolgeremo gli oltre 300 comuni italiani che hanno aderito alla strategia Rifiuti Zero, che rappresentano circa 7 milioni di abitanti” aggiunge Rossano Ercolini, “affinché mettano a disposizione questa mascherina non solo nelle scuole ma anche negli uffici. Ci rivolgiamo però al Governo e al Commissario Domenico Arcuri perché prendano al volo questa opportunità i cui costi sono se non inferiori, non certo maggiori di quelli standard”.


Ecco il link per acquistare le mascherine lavabilihttps://www.etabeta.coop/mascherine/