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Le faggete vetuste, patrimonio UNESCO

L'UNESCO ha avviato un progetto di tutela transazionale delle antiche faggete. In Italia ce ne sono sei e rappresentano un patrimonio naturale straordinario.

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“La salvezza del mondo è nella natura selvaggia”. Lo ha scritto Henry David Thoreau nel 1863 ma questa citazione, in tempi di incendi e riscaldamento globale, diventa di estrema attualità.

Con questo spirito, l’UNESCO ha avviato il primo sito di tutela transazionale per valorizzare le antiche faggete d’Europa, una rete di foreste che va dai Carpazi ad altre regione d’Europa. In tutto sono coinvolti 18 Paesi europei e tra questi c’è anche l’Italia.
 

Sei siti in Italia di faggete secolari

Gli animali vivono le cavità dei tronchi, i muschi avvolgono le cortecce, i licheni ricoprono le superfici. Il legno morto rigenera la foresta in un ciclo che attraversa le stagioni, gli anni, i secoli.

Infatti, le faggete vetuste ospitano alberi plurisecolari, che vivono da oltre 500 anni e che ci permettono di guardare al passato e conoscere il futuro. Antiche foreste primordiali, dove gli alberi crescono, invecchiano e muoiono senza intervento umano.

Per questi motivi i vecchi faggi in Italia custodiscono storie millenarie e sono un ecosistema soggetto alle sole leggi naturali. In Italia vi sono sei siti di faggete vetuste, che punteggiano il nostro territorio in sei Parchi Nazionali appenninici.

Si tratta di siti di straordinaria importanza, in quanto racchiudono le radici della nostra evoluzione. In particolare, ecco dove si trovano le faggete vetuste si trovano:

  • Comune di Soriano Cimino;
  • Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise;
  • Parco Nazionale del Gargano;
  • Parco Nazionale del Pollino;
  • Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna;
  • Parco Regionale di Bracciano - Martignano.

     
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La natura inviolata delle faggete

In queste faggete, ultimo baluardo di una natura inviolata, a differenza di quanto avviene in una foresta gestita e coltivata, sono presenti alberi in diversi stadi di sviluppo.

L'abbondanza di legno morto, detto anche necromassa, è stato considerato per lungo tempo un indicatore di degrado. Oggi sappiamo con certezza che invece rappresenta una componente fondamentale per il mantenimento e l'incremento della biodiversità, rivestendo un ruolo chiave nell'innesco di numerosi processi ecologici e rappresentando un microhabitat fondamentale per centinaia di specie di vertebrati e invertebrati, che svolgono importanti ruoli funzionali nel sistema-bosco.

Insetti, funghi, batteri e altri organismi decompongono i resti vegetali. Un processo che contribuisce al rinnovamento del bosco fungendo da nicchia ideale per la germinazione e lo sviluppo di molte specie arboree. Un importante serbatoio di carbonio e al contempo un’incredibile riserva di energia.
 

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Esplorare le faggete

È possibile esplorare le faggete italiane attraverso diversi percorsi. Ad esempio, nelle Foreste Casentinesi, entrate a far parte del patrimonio Unesco nel 2017, ci sono due escursioni da 4-5 ore che partono da Campigna (provincia di Forlì-Cesena) oppure dal Passo Fangacci verso il cuore della Foresta della Lama.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise propone cinque escursioni tra le faggete più antiche d’Europa, che passano dai comuni di Villavallelonga, Lecce nei Marsi, Pescasseroli, Scanno, Opi e Civitella Alfedena.