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Salviamo la ciliegia Moretta

La ciliegia Moretta è diventata presidio Slow Food ed è al centro di una interessante iniziativa per la sua salvaguardia e per la tutela del suo territorio di origine, Vignola.

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Credit foto
©Slow Food

La ciliegia Moretta di Vignola

Simbolo della primavera e sicuramente tra i frutti più amati, la ciliegia è la regina del mese di maggio sulle tavole italiane. 

 

E se proprio dobbiamo assegnare un regno a tale regina, sarebbe impossibile non citare l’area di Vignola, nel modenese, lungo le sponde del Panaro, come territorio principale della produzione di alcune tra le migliori varietà di ciliege italiane. 

 

Tra queste, vale la pena di soffermarci e conoscere meglio la ciliegia Moretta, un presidio Slow food attorno al quale è nata una interessante iniziativa. 

 

Un presidio slow food autoctono

Recuperare la ciliegia Moretta significa valorizzare la biodiversità: a oggi, secondo i dati forniti da Slow Food ci sono soltanto 131 alberi da produzione nel territorio.

 

Salvare questa varietà dall'estinzione, dunque, è un atto di "resistenza" contro quelle che Slow food definisce "logiche commerciali che favoriscono l’omologazione del gusto e faticano a conciliarsi con un’idea di tipicità autoctona che sia motore di un  turismo enogastronomico costituito da piccole produzioni sane e eco-sostenibili".

 

Il grido d'allarme è stato lanciato. Ora segue l'azione. Col progetto "Salviamo la Moretta" si invitano i consumatori a donare un albero di Moretta a un produttore per aumentare il numero di piante. Allo
stesso tempo la comunità invita altri produttori ad aderire al disciplinare “Ciliegia Moretta Presidio Slow Food” e prendere in custodia uno dei 500 alberi messi a disposizione della comunità da coltivare con tecniche di produzione eco-sostenibili.

 

Si tratta di una ciliegia di taglia media, a polpa morbida, di colore scuro quasi nero. La polpa è succosa e zuccherina, lievemente acidula e fragrante. 

 

Perché tutelare la biodiversità

Per ogni specie che scompare assistiamo a un impoverimento del DNA biologico e del tessuto sociale che indissolubilmente è legato alla produzione e al consumo dei frutti del proprio territorio: dietro a ogni prodotto autoctnono ci sono storie contadine, storie di famiglie, di aziende, di uomini e donne che con questi alberi sono nati e cresciuti.

 

L’estinzione delle culture agrarie sta marciando a una velocità impressionante e tre quarti dell’alimentazione mondiale dipendono, secondo la FAO da 12 specie vegetali e da 5 animali

 

Sostenere questo progetto significa lottare per ristabilire la ricchezza biologica del pianeta. Non serve andare lontano, basta contattare vignola.slowfood@gmail.com o chiamare al 348 7264022.