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Siamo tutti responsabili – del riscaldamento globale

Con una lettera aperta inviata alle massime cariche dello stato, trecento scienziati chiedono a gran voce di non dare ascolto alle fake news e intervenire in modo più deciso a tutela del clima.

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©Mihai Maxim / 123rf.com

Una lettera aperta a difesa del clima

Lasciamoci alle spalle il complottismo, i “se” e i “ma”. Il riscaldamento globale è di origine antropica e deve salire al primo posto nella nostra lista di priorità.

 

È il messaggio lanciato da Roberto Buizza, fisico all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore dell’iniziativa federata sulla climatologia con Scuola Normale Superiore e Scuola IUSS Pavia. 

 

La sua lettera aperta è stata inviata l’8 luglio alle massime cariche dello Stato (presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente della Camera dei Deputati e presidente del Consiglio dei Ministri) ed è stata sottoscritta da un comitato promotore formato da trecento scienziati, tra fisici, geologi, climatologi, oceanografi, ingegneri ecc.

 

Da qualche giorno ciascuno di noi può aggiungere la sua firma su Change.org; mentre scriviamo quest’articolo, siamo a un passo dalle 15mila adesioni. 

 

Cosa dice l’appello degli scienziati

Ma cosa chiedono, nel concreto, gli scienziati? “È urgente e fondamentale affrontare e risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Chiediamo che l’Italia segua l’esempio di molti paesi europei, e decida di agire sui processi produttivi ed il trasporto, trasformando l’economia in modo da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050”.

 

Le evidenze scientifiche concordano nell’affermare che la crescita delle concentrazioni di gas serra in atmosfera sia dovuta all’uso massiccio dei combustibili fossili e agli allevamenti intensivi. In altre parole, “le attività antropiche sono la causa principale dei cambiamenti climatici a scala globale cui stiamo assistendo”.

 

Tra le fonti più autorevoli c’è il massiccio studio dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che sostiene che il Pianeta rischi di sfondare la barriera dei +1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali già tra il 2030 e il 2052. Per avere un termine di paragone, basti pensare che sono le temperature che l’Accordo di Parigi sul clima aveva ipotizzato di raggiungere nel 2100

 

Basta fake news sul clima

Decine di migliaia di studi convergono in questa direzione, ribadisce la lettera di Roberto Buizza. E, guarda caso, sono le pubblicazioni che portano la firma degli scienziati più autorevoli in questo campo.

 

Ha un valore ben diverso, invece, la discussa “Petizione sul riscaldamento globale antropico” che è stata pubblicata il 17 giugno 2019 da una cordata di esperti che, però, con il clima hanno ben poco a che fare. E che hanno sciorinato una serie di tesi definite “superficiali ed erronee”. 

 

Le fake news sono una piaga da debellare perché distraggono l'attenzione dall'unica vera priorità, cioè abbattere le emissioni di gas serra.

 

Inevitabilmente sarà un percorso faticoso e accidentato: ci richiede di portare a termine la massiccia transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, puntare sulla mobilità elettrica e condivisa (abbandonando l'aereo quando non è strettamente necessario), sostenere i piccoli allevamenti e le produzioni agricole locali, e potremmo continuare ancora a lungo. Nessuno dice che sia facile, ma è l'unica strada che abbiamo per assicurare un futuro alle prossime generazioni.