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Un'alga tossica nel mare genovese

"Fase di allerta, ma nessun pericolo”. Con queste parole il comune di Genova descrive la proliferazione dell'alga Osteopsis Ovata in mare.

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Osteopsis Ovata, scatta l’allerta a Genova

L’ondata di caldo record che si è abbattuta sull’Italia a partire da metà maggio, e che a due mesi di distanza non accenna a placarsi, ha portato innumerevoli conseguenze. Alcune giungono inaspettate, perlomeno ai non addetti ai lavori. Come l’abbondante fioritura dell’alga Osteopsis Ovata, prima in Sicilia – a Capaci e Isole delle Femmine – e poi nel mar Ligure, nei pressi di Genova

 

Si tratta di una microalga marina invisibile a occhio nudo che si colloca sul fondale sabbioso o roccioso, esaurendo tutto l’ossigeno a disposizione e facendo così morire gli altri organismi. Fa cadere gli aculei ai ricci di mare, le braccia alle stelle marine, e fa staccare cozze e patelle dalle rocce.

 

La fioritura di Osteopsis Ovata è nociva anche per l’uomo. Chi inala le microparticelle che contengono l’alga, infatti, può manifestare congiuntivite, raffreddore e altre difficoltà respiratorie, eventualmente anche con febbre.

 

È per questo che le autorità preposte monitorano costantemente la fioritura. E, quando supera un certo livello, dispongono il divieto di balneazione, come forma di tutela per la salute di residenti e turisti. 

 

Il Comune di Genova non ha ancora preso tale decisione, ravvisando che non ci siano gli estremi. Sulla base dei dati rilevati dall’Arpal (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Liguria), l’amministrazione ha diramato un comunicato in cui parla di “fase di allerta ma nessun pericolo”.

 

Il riscaldamento globale rende più inospitali i mari

Non è la prima volta in cui le conseguenze del riscaldamento globale incidono in modo così netto sulla vivibilità delle spiagge. E di sicuro non sarà l’ultima.

 

Sempre nell’estate 2022 i bianchi lidi sabbiosi della Riviera Maya, rinomata località balneare messicana, sono deturpati da enormi cumuli maleodoranti. Si tratta del sargasso, un’alga nera che si riconosce per il suo nauseabondo odore di uova marce. 

 

Per il Messico il danno è duplice. Da un lato perché una simile situazione mette nuovamente in bilico il settore turistico da cui dipende l’economia di intere regioni, e tutto questo dopo due anni di spostamenti azzerati o ridotti al minimo a causa del Covid. Dall’altro lato perché il sargasso danneggia anche l’ecosistema marino, soffocando i coralli e ostacolando le tartarughe marine che cercano di nidificare.