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Sakura: il ciliegio nella cultura giapponese

La ciclicità, la caducità e la delicatezza di un petalo che cade: il fiore del ciliegio giapponese, detto Sakura, è l'emblema di un rito che per questa cultura rappresenta un ideale di bellezza e meraviglia. Impariamo a incantarci anche noi di fronte allo spettacolo primaverile dell'hanami.

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Hanami: osservare la bellezza dei ciliegi

Primavera giapponese. Nel mese di marzo possiamo ammirare uno degli appuntamenti più spettacolari del Giappone, non solo bello esteticamente ma anche significativo culturalmente: la fioritura dei ciliegi Sakura, ovvero i ciliegi da fiore. 

 

Tale esperienza - perché si tratta di una vera e propria esperienza - di osservare la fioritura dei ciliegi ha persino un nome specifico nella lingua giapponese: hanami

 

Si tratta di un appuntamento che richiama intere famiglie ad ammirare i petali rosa pallido dei ciliegi nel momento di massimo splendore. Una bellezza incontenibile e millenaria che si fonde con l’identità culturale giapponese tanto da divenirne un’icona. 
 

Imparare a non avere attaccamenti

La bellezza è il tratto di ogni aspetto di questo momento, una bellezza che ammicca alla potenza e alla prosperità della vita ma anche a quelle della morte, compagna di viaggio che rende il continuo fiorire della vita ancora più ricco, significativo ed estetico

 

Si può fare esperienza dell’hanami ed essere spettatori della fioritura dei ciliegi solo per un paio di settimane,prima che gli alberi si spoglino dell’amorevole colore rosato e perdano tutti i fiori. Il loro giacere al suolo, inoltre, ricorda una pioggia malinconica e rosea, archetipo del viaggio che la vita rappresenta

 

Tutto è transitorio e la transitorietà rende ancora più perfetta la bellezza di ciò che è vano ed effimero, da godere senza attaccamento e senza sete di consumo, perché un giorno saremo noi quel fiore cadente.
 

Riconoscere la meraviglia

Bellezza, radianza, impermanenza e fragilità, tutti valori comuni alle varie culture asiatiche di radice dharmica, presenti sia nel buddhismo che nel taosimo che nell’induismo; trovano tutte espressione nella fioritura dei ciliegi giapponesi. 

 

Essere consapevoli della transitorietà della vita aiuta, quando inculcata fin dalla prima giovinezza, a imparare ad apprezzare gli eventi, a vivere nel presente, a concentrarsi sugli aspetti belli, ad accettare l’inevitabilità dei cicli, a saper lasciare andare, a convivere in modo sano con la caducità e a convivere con la gioia nascosta nell’impermanenza, e con la forza nascosta in quella che appare come debolezza.  

 

L’arte di riconoscere la meraviglia è sottile e difficile da apprendere, per via della sua semplicità difficilmente approcciabile. 
 

Turismo dell'hanami

Mentre in Occidente la bellezza si sposa spesso con ciò che è immortale e fuori dal tempo, tanto da divenire un’opera classica, in Giappone la bellezza si fonde con la mortalità dei fiori del ciliegio, inebriantemente.

 

I valori nascosti in tale filosofia di vita hanno forgiato anche l’arte dei samurai, il bushido, che usavano ricercare la bellezza in ogni gesto marziale senza un vero attaccamento alla propria vita.   

 

Tale spirito era anche presente nei soldati kamikaze, pronti a morire senza battere ciglio per il proprio impero, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale non era difficile trovare scritto in giro sui muri delle città frasi come “perite come petali di fiore di ciliegio per il nostro Imperatore”.

 

Oggi esiste anche un turismo legato ai fiori di ciliegio in Giappone a all’hanami. E’ possibile comprare pacchetti turistici e mangiare in ristoranti sotto la pioggia di petali rosa durante la primavera giapponese.