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Se il tai chi entra in azienda e il qi si sparge tra le risorse umane

Mission e Yi (intenzione). Relazione tra colleghi e Wu wei (vuoto mentale). Formazione del personale e sviluppo del qi (energia vitale). Quanto il tai chi può entrare in azienda senza perdere il suo aspetto sacro?

Se il tai chi entra in azienda e il qi si sparge tra le risorse umane

Che ci fa un'arte marziale in ufficio? Come si può praticare il tai chi in azienda?

Chiariamo subito un punto indispensabile: chi ha pensato a questo interessante connubio, non intendeva fornire armi per mettere fuori gioco i colleghi. In altre parole, non si sta parlando di sferrare 1000 volte lo stesso pugno per poi provarlo contro l'individuo con cui ci riesce meno rapportarci nel lavoro di squadra. Nessuna applicazione marziale per prendersi la rivincita sul collega che ci ha tolto la parola all'ultima riunione. Nessun colpo mortale al boss. Nessuna discesa a serpente per aprirsi un varco sotto le gonne delle segretarie.

Scherzi a parte, proviamo a capire quali forme può assumere un'arte sacra come il tai chi trasposta in azienda. Quali i benefici, quali gli svantaggi, quanto si mantiene della densità dell'allenamento e della pratica.

 

Tai chi e azienda: un lessico al servizio di un altro

Ogni ambiente gode delle sue parole, il suo lessico d'elezione. L'ambiente del Tai chi è figurato, esteso, indicibile; d'altra parte è una verità antichissima quella per cui il Tao, mentre lo si nomina, non è già più lì, non è già più presente, non è già più Tao. L'ambiente del Tai chi è interiore ed esteriore insieme. I piedi sono come ancorati al centro caldo della terra, l'estremità, il capo è come appeso al cielo. In mezzo c'è l'uomo, con la sua energia vitale (qi) che si condensa nel dan tien (丹田 dāntián, o Tan tien) inferiore e si distribuisce attraverso gli altri centri energetici superiori per poi irrorare gli arti e gli organi.

Le parole della formazione aziendale riguardano l'attività strutturata di un'azienda che si propone di insegnare al proprio personale competenze specifiche ad essa o a dei suoi settori correlati. Le risorse umane (il personale dipendente) di un'azienda diventano capitale nel senso della ricchezza aziendale di professionalità, ricchezza su cui si investe per un miglior rendimento che tocca entrambi i livelli, professionale e umano.

Il Tai chi lavora sul qi, conservandolo, ampliandolo, così come, praticando qi gong le mani sudano, il corpo si riscalda e l'energia fluisce al meglio. Il secondo non si dà senza il primo e viceversa. Entrambi aumentano la qualità dell'energia vitale e quando essa è alta, l'essere umano avverte subito un benessere globale. Essendo globale, investe anche le relazioni umane in genere, e duqneu anche quelle profesisonali.

Un altro aspetto positivo del tai chi in azienda: i professionisti potranno tornare a disegnare meglio le abitudini alimentari, si avvicineranno ad alcuni principi nutritivi base per poi ripensare il rapporto stretto che intercorre tra la salute e dieta. Chi pratica arti marziali sa quanto sia importante riempirsi di cibo e bevande davvero nutrienti. Nel taoismo e nella medicina tradizionale cinese l'energia del cibo viene identificata con l'ideogramma Gu qi. Avvicinandosi all'arte marziale, coloro che lavorano in un'azienda potrebbero iniziare a rivedere il concetto stesso del pasto, impareranno a non consumarlo di fretta o davanti al computer, a declinare l'offerta dell'ennesimo panino, a conoscere le migliori combinazioni alimentari in relazione agli organi interni.

 

L'azienda "vuota" nel senso taoista

Parole di un ambito si mettono a servizio di quelle che appartengono a un altro settore. Cosa significa nel caso del tai chi chuan in azienda?

Un'azienda in cui si muovono persone che mantengono una certa aderenza al proprio corpo, è un'azienda "vuota", nel senso taoista. Cosa vuol dire?

Significa che chi lavora in un luogo simile fa il vuoto dentro se stesso per accogliere gli eventi. I cambiamenti non si accusano, si assorbono. Significa imparare a trasformare le paure in prospettive. Imparare a cadere a terra, imparare a farlo con il corpo è anche imparare ad affrontare la telefonata imprevista, l'andamento negativo, la risposta generata da terzi con il puro scopo di affondare.

A questo proposito segnaliamo un blog interessante: Formazione marziale. Autore del blog è Walter Allievi, istruttore e allenatore della Federazione Italiana Vela, praticante di arte marziali dal 1990. Dopo una laurea in Economia e Commercio presso l'Università Bocconi di Milano, si è specializzato in Formazione Esperienziale presso la società ComunicazionEsperienza. Oggi è NLP Practitioner presso la Society of NLP di Richard Bandler e formatore in materie comportamentali (collaborazione nei gruppi di lavoro, sviluppo personale, team building) e gestione progettuale svolge la propria attività sia nelle aziende, come consulente, che presso società di formazione, portando nel proprio lavoro sia le esperienze professionali che quelle sportive.

Il blog è molto interessante perché raccoglie riflessioni sulla formazione esperienziale, lo sport e le discipline marziali in azienda e chiarisce quanto interessante possa essere il connubio tra le competenze che Allievi ha acquisito nel suo percorso di formazione esperienziale, fuse alla pratica e l'amore per il movimento cui le cellule del suo corpo si sono dedicate con passione pura.

 

Tai chi in azienda: il rischio

C'è un rischio, un rischio più che immaginabile: se il tai chi entra in azienda, si perde la valenza sacra dell'arte marziale. Ma questo è il rischio che hanno in generale le "cose", quando si spargono nel mondo. Nessuno può controllare l'andamento di una disciplina millenaria. Il generale Sun tzu, vissuto tra il V e il VI sec. a.C., come potrà mai sapere che il suo trattato oggi è maneggiato da alcuni come un libretto da edicola, un Harmony di seconda ristampa? Tuttavia, questo non vuol dire che siano scomparsi lettori consapevoli e attenti dell' "L'arte della guerra".

Ci sono maestri che al giorno d'oggi tradiscono continuamente il senso denso di un'arte marziale e lo fanno con azioni di sfacciata autopromozione, perdendo di vista quello da cui sono partiti: il corpo. Stesso discorso per gli allievi, che dimenticano la pratica e si affidano alla personalità del maestro. Questo accade, paradossalmente, nelle scuole, che dovrebbero essere i templi sacri degli artisti marziali.

Se è vero che il taoismo ama il paradosso, allora i perfetti, e dunque perfettibili, allievi potrebbero essere proprio dei professionisti d'azienda. A loro potrebbero essere destinate dense, concentrate e sacre lezioni di tai chi. I gesti assimilati, una volta tolta la tuta, resterebbero anche sotto la camicia, all'altezza della cintura, fin sopra la nodo della cravatta. Perché l'energia fluisce sotto e sopra alla pelle.

Immagine | Wikimedia