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Qual è il giusto fisico per le arti marziali

Ogni costituzione fisica ha, in teoria, un'arte marziale corrispondente ma non serve farsi impressionare da chi mette in mostra troppi muscoli. Pratica e dedizione sono fondamentali.

Qual è il giusto fisico per le arti marziali

Gli stereotipi sono sempre duri da abbattere. Nel mondo delle arti marziali essi sono presenti non solo all’esterno, nella sfera dei non praticanti che basano la loro opinione sui film e i video youtube, ma anche all’interno, dove un’eccessiva importanza viene data alle caratteristiche esteriori del corpo.

Perché questo? E’ un classico meccanismo psicologico presente già negli animali: il combattimento comincia prima dello scontro fisico vero e proprio, prima di questo abbiamo tutta una comunicazione non verbale, una serie di protorituali in cui si cerca di impressionare l’avversario, demoralizzarlo mettendo in mostra le dimensioni dei muscoli e con dimostrazioni di forza.

Generalmente questo funziona quando i nostri avversari non hanno nessuna base marziale e, da persone comuni, si lasciano impressionare credendo al più classico dei pregiudizi: muscoloso vuol dire grande, grande vuol dire forte, forte vuol dire pericoloso.

 

Ecco 3 punti fondamentali nella pratica delle arti marziali.

 

1. Non sottovalutare mai nessuno

In realtà  la forza muscolare è solo una delle infinite componenti che rendono pericoloso un artista marziale. Spesso massa muscolare significa anche lentezza, significa mancanze di flessibilità e incapacità di assumere certe posizioni: spesso infatti un pettorale troppo sviluppato blocca i movimenti del braccio verso l’interno.

La prima cosa che si impara divenendo artisti marziali è: mai sottovalutare chi si ha davanti in base al fisico: persone minute, pelle e ossa, anziane, palesemente in sovrappeso, possono benissimo essere campioni di sport da combattimento o cinture nere di qualche arte marziale.

Esiste un vasto spettro di caratteristiche essenziali per un artista marziale che non sono percepibili dall’aspetto fisico: velocità, riflessi, elasticità, agilità, cardio, coordinazione, conoscenza tecnica.

Il fisico di una persona, non vi dirà il suo livello di esperienza in combattimento, non vi dirà se preferisce scambiare da lontano o chiudere la distanza e portarvi a terra, non vi dirà se combatte in modo freddo e intelligente o in modo aggressivo ed emotivo, neanche se preferisce colpi singoli o combinazioni.

 

2. Ricorda che ogni corpo ha uno stile di riferimento

In generale si identificano 3 tipi di costituzione:

> Brevilinea.
> Normolinea.
> Longilinea
.

Questi diversi tipi hanno diversi rapporti arti-tronco, il che può dare un’idea dell’ipotetico vantaggio che uno può avere dalle gambe lunghe (arti marziali basate sui calci), dalle braccia lunghe (arti marziali basate sui pugni), o dal forte baricentro (arti marziali basate sulle prese).

Infatti i brevilinei eccellono negli sport di forza, come la lotta e il judo; i longilinei hanno il vantaggio dell’allungo ed, in genere hanno un ottimo cardio, quindi possono lasciare sfogare l’avversario e prenderlo alla distanza; mentre i normolinei sono versatili senza eccellere in nessun aspetto specifico anche se generalmente sono adatti ad esprimere velocità.

A ciò si deve aggiungere il temperamento individuale.

 

3. Usa la vera forza

Non ci si deve far impressionare dalla massa muscolare rinunciando ad iniziare un corso di arti marziali perché si è minuti, magrolini o debolucci; è il momento di scoprire in cosa consiste la vera forza.

Se basate la vostra forza su muscoli creati in palestra, sarete costretti a mantenerli in continuazione per mantenere la forza stessa: se per un qualsiasi motivo non potrete più allenarvi per un periodo lungo (vecchiaia, malattia, infortunio o altro), perdendo la massa perderete automaticamente la forza.

La vera forza sta nello sviluppo dei tendini, nella coordinazione dei movimenti, nella gestione delle energie interne, nell’applicazione precisa delle tecniche, nello saper sfruttate la biomeccanica e i piani deboli dell’avversario, nel sapere dove colpire e come farlo, nel padroneggiare le articolazioni, nel saper gestire il proprio peso sull’avversario, nell’aver ripetuto migliaia di volte lo stesso esercizio, nello saper sfruttare gli stati di coscienza sotto adrenalina.

Queste sono cose che raramente possono sparire col tempo, sono il vero tesoro marziale sul quale si può riporre la propria sicurezza.

 

Per approfondire
 

>> Arti marziali: conoscere e modulare la forza
>> Arti marziali: connettere corpo e mente
>> Arti marziali: esercizi per equilibrio e coordinazione