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Judo: origine della pratica e suoi benefici

Si scrive 柔道 e si pronuncia judo, ovvero la via della gentilezza. Diamo un’occhiata più da vicino al mondo del judo per scoprire la storia, le caratteristiche e i benefici di questo sport/arte marziale

Judo: origine della pratica e suoi benefici

Cominciamo dall’inizio, dai samurai. Quando i samurai andavano in battaglia, lo facevano armati di tutto punto e protetti da possenti armature. Ma cosa accadeva quando un samurai veniva disarcionato e privato delle armi?

Come poteva cavarsela a mani nude contro un avversario armato? Non certo a pugni e calci: difatti l’unico punto debole delle armature erano le giunture che permettevano i movimenti del corpo.

Ecco allora che nacque il ju jitsu, l’arte soave, tramite la quale si atterra il nemico e si attaccano gli arti e la gola con leve e sottomissioni.

L’efficacia di questa nuova arte la rese tanto popolare che alla fine dell’ottocento si sentì l’esigenza di trasformarla in uno sport, così Kano Jigoro la strutturò sistematicamente, con un programma di cinture simile a quello del karate e gli permise di diffondersi e divenire una delle arti marziali più popolari e più praticate ovunque al mondo.

 

Catatteristiche del judo

Insieme alla boxe, al taekwondo, alla lotta libera e alla lotta greco romana, il judo è una delle pochissime arti marziali elevate al rango di sport olimpico.

In questa arte marziale/sport, non sono previsti colpi e tutto si basa su 4 grandi principi:

  1. Le proiezioni: a seconda di come entriamo in contatto col nostro avversario, dobbiamo percepire il suo cosiddetto “piano debole” ed agire su esso con lo scopo di proiettarlo al suolo con forza, usando il proprio centro di gravità per farlo volare via.
  2. Gli atterramenti, ovvero metodi alternativi di ottenere lo stesso risultato sfruttando errori o eccessi di forza dell’avversario per portarlo a terra con scaltrezza. In questo caso si impiega meno forza cinetica, pertanto il danno provocato è minore.
  3. Le sottomissioni: leve, soffocamenti, pressioni e torsioni in grado di provocare grande dolore, potenziali danni, o di mandare ko l’avversario.
  4. Le imobilizzazioni e le posizioni dominanti che si praticano e assumono una volta portato l’avversario a terra.

 

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Praticare judo

Benché sia considerato uno sport, più precisamente la versione sportiva del ju jitsu, il judo è una vera e propria arte marziale, con un grande potenziale di autodifesa.

Si pratica con il judogi, un’uniforme da allenamento chiusa da una cintura. Durante la pratica del judo è permesso aggrapparsi al judogi, dando così grandi vantaggi sia in termini di proiezioni che di sottomissioni, e questo è assai utile in situazioni realistiche, dove non è affatto raro aggrapparsi ai vestiti dell’avversario.

L’allenamento si basa sulla regola generale secondo la quale non vale la pena opporsi ad un’avversario più forte, pertanto si studierà come sfruttarne la forza a proprio favore, tramite esercizi in coppia, kata o sequenze di mosse, e rendori, ovvero pratica libera con i compagni.

 

Benefici del Judo

  • Per tutta la vita: il judo e le arti marziali ad esso connesse come il sambo, il ju jitsu, il grappling e il brazilian jiu jitsu sono un genere di arti che si può facilmente praticare per tutta la vita, divengono esse stesse uno stile di vita e non logorano il corpo come avviene per altre arti. L’assenza di colpi alla testa riduce i danni neurologici tipici di altre arti marziali come la boxe.
  • Etica del lavoro e persistenza: sebbene il talento e la predisposizione siano influenze innegabili, i risultati della pratica del judo derivano sempre e solo dal lavoro, dall’impegno, dalla qualità dell’allenamento, dal tempo dedicato, nonostante le sconfitte, a persistere e migliorare i propri limiti. Tramite il judo si impara a gestire la frustrazione.
  • Affrontare le paure: uno delle paure più naturali, consolidate e universali nell’essere umano è la paura del dolore fisico. Tramite la pratica del judo, sarà inevitabile fare la conoscenza di questo nemico/alleato, e lo faremo in un modo sano e sicuro, perché non si tratta di ricevere pugni in faccia ma di subire leve e soffocamenti che sono comunque graduali e ci danno il tempo di arrenderci insegnando al corpo a trovare un equilibrio tra la resistenza al dolore e l’attenzione alla propria salute.
  • Forti fisicamente e mentalmente: sollevare e proiettare in continuazione i nostri compagni ci renderà forti, resistenti, stabili, delle vere e proprie rocce. Tramite la pratica costante del judo ci ritroveremo meno paurosi, pronti alle sfide, coscienti della necessità di essere flessibili di fronte ai problemi, senza però fuggirli. Sapremo cosa voul dire subire la pressione, non solo quella di un avversario che ci schiaccia ma anche quella della nostra mente che ci chiede di arrenderci invece di focalizzarsi sulla mossa giusta. E impareremo a gestirla.

 

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