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10 cose da sapere per l'autodifesa al femminile

I numeri riguardo la violenza sulle donne sono impietosi e l’autodifesa al femminile è senz’altro un primo buono strumento per disincentivare certi comportamenti primitivi. Un decalogo su come evitare certe situazioni può senz’altro essere d’aiuto

10 cose da sapere per l'autodifesa al femminile

Quando leggiamo le cifre relative alle violenze sulle donne, alle aggressioni, ai femminicidi e agli stupri, e ci rendiamo conto della portata del problema, siamo allora in grado di valutare, dati reali alla mano, l’importanza della difesa personale, anche in tema di prevenzione. 

È infatti dalla prevenzione che comincia l’autodifesa, dalla conoscenza dei meccanismi legati alla violenza sul cosiddetto sesso debole.

Quali sono le cose che ogni donna dovrebbe sapere per ridurre al minimo i rischi legati alla violenza di genere e per sapere come reagire ed uscire incolume da un’aggressione?

 

1. Dress code e linguaggio comportamentale

Gli aggressori non agiscono mai per caso, non esistono vittime casuali. Ci sono sempre dei comportamenti che inducono l’aggressore a porre l’attenzione su un certo tipo di vittima.

Troppa esuberanza o troppo insicurezza sono entrambi estremi che attraggono certe attenzioni indesiderate: il dress code, in contesti non sicuri, è molto importante, specie se si è da sole, senza amici.

2. Alcool e altre droghe

L’uso di sostenze stupefacenti è legato a doppio filo alla sessualità, in quanto le droghe, ivi incluso l’alcool, hanno un potere disinibente.

Assumere droghe è quindi da evitare non solo perché fa male, ma anche perché amplifica gli instinti, rende meno controllati, più sprovveduti e meno in grado di valutare i rischi.

Per quanto riguarda l'alcol, è bene bere (purché moderatamente) in contesti sicuri, con persone fidate, senza accettare bevande offerte da sconosciuti.

 

I danni dell’alcol sono maggiori per i giovani

 

3. Fuga e grida

Per quanto possa apparire banale, mettersi a correre e gridare sono, statistiche alla mano, i due fattori che più di ogni altro riescono a mandare a vuoto un tentativo di violenza.

Questi due elementi sono prensenti in quasi il 90% dei casi di violenza non andati in porto, poiché l’aggressore teme di essere scoperto, visto e catturato e per queto desiste. Basta che qualcuno si affacci ad una finestra incuriosito dalle grida per aumentare le possibilità che l'aggressore scappi.

4. Cavarsela al suolo

Che si reagisca o meno ad un’aggressione, nel 90% dei casi si finisce al suolo, e nella quasi totalità di questi, si finisce spalle a terra. La prima impressione è terribile, sembra di essere spacciati, dominati, senza scampo, ma se si studiano le arti marziali si scoprirà che questa posizione non è poi così terribile come sembra.

Le arti marziali che si basano sulla lotta a terra ci possono dare mille strumenti per ribaltare la situazione ed avere la meglio, qualsiasi sia lo svantaggio iniziale in termini di forza, taglia e peso. Si consigliano in questo senso il Brazilian Jiu Jitsu, il grappling e il Sambo.

5. La linea centrale

Se si ha intenzione di reagire ad un’aggressione, sarà utile sapere dove colpire. Dimenticatevi i film e gli allenamenti: tutti i punti più importanti dove colpire in caso di vita o di morte sono lungo la linea centrale del corpo: sommità del capo, naso, occhi, mento, gola, bocca dello stomaco, genitali, nuca, spina dorsale. Tutte queste parti stoppano immediatamente l’aggressore, gli altri possono solo recare dolore e quindi farlo arrabbiare ulteriormente.

 

6. Oggetti per difendersi

Talvolta la paura ci paralizza e non ci rendiamo conto di quanto utili possano essere un mazzo di chiavi, una borsa, un ombrello, i tacchi, un telefono cellulare: qualsiasi oggetto è utile per imprimere forza o ledere un aggressore.

Lo scopo primario dovrebbe essere quello di divincolarsi, scappare e gridare che, come detto, è una delle armi più efficaci. Peperoncino spray? A conti fatti ogni tipo di spray, compresi lacca o deodorante hanno un terribile effetto per gli occhi e possono aiutarci a trovare una via di fuga.

7.  Arti marziali

Un serio studio delle arti marziali o di uno sport da combattimento ci darà senz'altro i mezzi per poter reagire ad un aggressione. Ma bisogna essere realistici: nessuno può insegnarvi a nuotare senza entrare in piscina, vale a dire: per imparare a combattere bisogna provare a combattere e le arti marziali che non prevedono questo spesso non funzionano a dovere.

Inoltre spesso gli aggressori sono più di uno e ciò cambia tutto il contesto: è bene essere in grado di valutare prima di ingaggiare uno scontro.

8. Schiaffo o pugno?

Spesso lo schiaffo non è veramente efficace mentre un pugno dato male e a mani nude può ferire la mano. Cosa fare? Una via di mezzo: il colpo di palmo.

Il palmo della mano, in prossimità del polso, è forte e resistente e molto meno sensibile delle nocche; al tempo stesso è in grado di esprimere molta più forza di un semplice schiaffo.

9. Partner violenti

Quando avete un nuovo partner, siate attente ad ogni minima manifestazione di violenza e fatene una corretta valutazione, soprattutto non minimizzatela mai. La stragrande percentuale delle violenze sulle donne accadono in ambito domestico e famigliare, ed è importante non concedere mai ad un partner violento la possibilità di rendere normale un comportamento che non lo è.

10. Sesto senso

Seguite il vostro sensto senso. Non accettate la compagnia di chi non vi ispira, evitate una strada che non vi piace affatto. Affrettatevi quando vi sentite esposte e cercate la folla quando avete la sensazione che qualcuno vi segua o vi osservi. Non esitate a chiamare qualche amico o le forze dell’ordine.

 

Per approfondire:

Arti marziali femminili, quali sono e in cosa si differenziano

> Chandibhava, un'autodifesa tutta femminile

> Le 4 prese di sottomissione che ogni donna dovrebbe conoscere per difendersi