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Arti marziali: il savate

Conosciuta anche come boxe francese, la savate è un’arte marziale nata oltralpe, praticata dai marinai di fine ‘800. Nata come una sorta di kickboxing da strada, si è poi evoluta in un’interessante disciplina sportiva.

Arti marziali: il savate

Savate: storia

Savate era l’antico nome che i bucanieri francesi usavano per le vecchie scarpe da lavoro, parola legata anche allo spagnolo “zapata”. Lo stile di combattimento conosciuto come savate era in voga già a fine '800 nei quartieri poco raccomadabili di Parigi e nei porti del nord della Francia.

Era una forma di autodifesa da strada che comprendeva colpi di boxe, movimenti veloci ispirati alla scherma, uso del bastone da passeggio, calci esclusivamente dati con i piedi ben protetti dalle dure scarpe di cuoio da lavoro, e non con la tibia e con le ginocchia come nel caso della boxe thailandese e di altre arti marziali.

Col tempo la pratica di questa arte si diffuse tra tutti i marinai francesi, che la praticavano durante i viaggi e la integrarono con altre arti marziali orientali durante i loro viaggi ad Est.

Nel 1924 durante le Olimpiadi di Parigi fu presentata come sport di dimostrazione e da quel giorno la sua pratica sportiva e regolamentata si è diffusa fortemente.

Benchè meno conosciuta e praticata delle discipline simili come muay thai, kickboxing e taekwondo, la savate ha avuto momenti di picco, come quando Francois Pennacchio ebbe la meglio su Ramon Dekker, leggendario 5 volte campione del mondo in varie discipline.

 

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Savate: caratteristiche

Essendo nata come uno stile di combattimento di strada, le caratteristiche della savate erano i calci di piede (non di tibia e non di ginocchio) e i colpi di mano a palmo aperto (come nella boxe irlandese e nel pancrazio).

Ancora oggi, a livello sportivo, vengono usate delle scarpe simili a quelle di pugilato, che permettono al praticante di colpire con la punta senza rischiare seri infortuni alle dita dei piedi.

I bersagli preferiti sono la testa, il torso, e le gambe, generalmente attaccate frontalmente, specie al ginocchio, per cercate di estroflettere l’articolazione.

I pugni sono quelli del pugilato, ma hanno nomi francesi: il jab si chiama direct bras avant, il cross viene detto direct bras arriere, il gancio si chiama crochet, mentre per l’uppercut resta il nome inglese.

Esiste una versione non sportiva della savate, la savate de rue, o savate di strada, in cui si studiano anche ginocchiate, testate, gomitate, atterramenti e uso del bastone.

 

Savate: pratiche

La savate moderna è un’arte codificata, riconosciuta dalle federazioni internazionali e comprende diversi livelli di combattimento. Non esistono cinture e il livello del praticante è identificato dal colore dei guantoni (blu, verde, rosso, bianco, giallo, argento e bronzo).

Si usano appunto guantoni, scarpe da savate, conchiglia, paradenti, e nei gradi più bassi il caschetto. La savate è conosciuta per alcune sue caratteristiche peculiari: l’imprevedibilità e la rapidità dei colpi, il continuo movimento di corpo, l’uso delle combinazioni piuttosto che il puntare sui singoli colpi da ko.

 

Savate: alcuni benefici

La savate è anzitutto uno sport da combattimento che crea corpi atletici e li mantiene tali. Come la boxe e la kickboxing, richiede ore di sacrificio in palestra, ma è tutto tempo ben ripagato.

Per i praticanti di kickboxing o MMA, la savate offre un arsenale di mosse efficaci e poco conosciute, quindi spesso di difficile decodificazione da parte degli avversari. Conoscere più mosse possibili aiuta a risolvere situazioni complesse.

Senza dubbio, la savate è un ottimo strumento di difesa personale: oltre a renderci tosti e atletici ci insegna come usare i pugni, i calci, e volendo come atterrare gli avversari per andarsene da situazioni evitabili.

 

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