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Ayahuasca, le proprietà della bevanda

Dichiarata patrimonio culturale in Perù, l’Ayahuasca è una bevanda allucinogena e curativa preparata con piante sacre e utilizzata da almeno 2500 anni tra le popolazioni indigene.

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©martinak - 123rf

 

Ayahuasca, cos'è

L’Ayahuasca o anahuasca è una bevanda tradizionale delle popolazioni indigene dalle proprietà allucinogene e curative.

 

Si tratta di un decotto preparato miscelando diverse piante: generalmente si utilizzano le parti lignificate di Banisteriopsis caapi o ayahuasca o yagè, una liana della famiglia delle Malpighiaceae, mescolate a foglie di Psychotria viridis o chacruna.

 

Da questa miscela si ottiene l’Ayahuasca, bevanda cui sono attribuiti poteri magici comuni a diverse preparazioni psicotrope utilizzate dagli indigeni, che rientrano nella definizione di piante sacre o erbe sacre.

 

Origini e storia dell'ayahuasca

L’Ayahuasca è conosciuta e utilizzata da almeno 2500 anni tra le popolazioni indigene del bacino del Rio delle Amazzoni.

 

Il più antico manufatto legato al cerimoniale dell’Ayahuasca è stato ritrovato nelle foreste dell’Ecuador: si tratta di una coppa ricavata da una pietra intagliata e decorata con incisioni, legata alla cultura Pastaza, dunque risalente a al periodo 500 a.c. - 50 d.c.

 

L’uso di questo decotto è dunque diffuso da tempo immemore in diversi paesi tra cui Perù, Venezuela, Colombia, Bolivia, Ecuador e Brasile, durante le cerimonie religiose e per scopi magici e terapeutici. L’Ayahuasca viene utilizzata ancora oggi in diverse parti del mondo, non solo in Peru, Brasile o altri paesi dove è legale l'ayahuasca.

 

Nel mondo occidentale l’ayahuasca è conosciuta da relativamente poco tempo e a partire dagli anni Novanta, in Europa si sono diffuse anche preparazioni simili all’ayahuasca: spesso non utilizzano le stesse piante usate nella bevanda tradizionale ma analoghi come il Peganum harmala o ruta siriana, i cui semi contengono gli stessi principi attivi presenti nella Banisteriopsis caapi.

 

In Italia, infatti, l’Ayahuasca è una droga inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope, dunque la vendita e l’utilizzo delle due piante non è legale.

 

I principi attivi

Le foglie di Psychotria viridis contengono dimetiltriptamina (DMT), mentre le parti legnose di Banisteriopsis caapi contengono alcaloidi noti come:

  • Armina;
  • tetraidroarmina;
  • armalina


noti come alcaloidi dell’armala (da Peganum harmala).

La dimetiltriptammina o DMT è una triptammina sintetizzata da diverse specie vegetali e che si trova anche nel fluido cerebrospinale di noi esseri umani.

Il medico statunitense Rick Strassman studiò a lungo la DMT, cui dedicò anche un libro (DMT: La molecola dello spirito): secondo Strassman, la ghiandola pineale situata nell'encefalo è in grado di produrre DMT durante la fase REM del sonno

La DMT è un composto psicotropo correlato strutturalmente alla serotonina, dunque si lega ai recettori per la serotonina.

 

Questa sostanza, se prodotta dall'organismo o assunta per via orale, viene però degradata rapidamente grazie alle monoamminoossidasi (MAO). Gli alcaloidi presenti nella Banisteriopsis caapi servono a inibire le MAO, così che la DMT non venga degradata e esplichi la sua azione.

 

Ayahuasca, bevanda psicotropa

Dopo l'assunzione orale, l'ayahuasca provoca rapidamente episodi psichedelici intensi caratterizzati da alterazione della realtà e della propria identità e allucinazioni.

 

Difficile sapere cosa si prova con l'ayahuasca ma le testimonianze la descrivono come una sostanza capace di “aprire la mente” e di “segnare un prima e un dopo”.

 

Secondo gli indigeni, l’uso di ayahuasca apre le porte così che il corpo possa di ricevere spiriti della foresta e degli animali che provocano visioni. Tali visioni si verificherebbero in uno stato vigile e possono durare per alcune ore.

 

Oltre alle visioni, l’assunzione di ayahuasca porta a:

  • Aumento della pressione sanguigna;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • dilatazione delle pupille (midriasi)


e può provocare nausea, vomito e diarrea.

 

La preparazione

L’ayahuasca viene preparata da sciamani o curanderos attraverso la decozione di foglie di chacruna (Psychotria viridis) e liane dell’ayahuasca o yagè (Banisteriopsis caapi).

 

La decozione può durare alcune ore, prima che la bevanda sia pronta per essere servita e consumata.

 

La cerimonia

Il consumo dell’ayahuasca si effettua generalmente in ambito rituale, durante una cerimonia guidata da uno sciamano, “ayahuasquero”, e accompagnato da canti rituali, “ikaros”.

 

La cerimonia può durare anche a lungo e include il momento in cui i partecipanti si dispongono in cerchio e a turno bevono il decotto.

 

Dopo alcuni minuti iniziano gli effetti: ognuno dei partecipanti inizia il proprio viaggio a contatto con il mondo spirituale o il proprio inconscio, a seconda del proprio punto di vista.

 

Effetti dell'ayahuasca

Come avviene per molte droghe come la cannabis o il distillato di assenzio, gli effetti dell’ayahuasca dipendono in parte dai principi attivi contenuti nelle piante usate e in parte dalla situazione emotiva in cui ci si trova quando le si sperimenta.

L'assunzione di questa bevanda provoca allucinazioni anche per alcune ore, in cui non si ha percezione dello spazio e del tempo e, a volte, nemmeno di se stessi, del proprio corpo.

L’esperienza è particolarmente intensa e alcune persone la vivono come una vera e propria morte e rinascita, in seguito alla quale ci si sente rinnovati, purificati e maggiormente consapevoli.

 

All’effetto purga e al vomito che possono verificarsi dopo il consumo, viene attribuito un significato positivo e sono visti come parte integrante di un processo di rinnovamento del corpo e della mente.

 

L’ayahuasca può anche suscitare visioni spaventose, mettendo l’individuo di fronte ai propri traumi irrisolti, le proprie paure, la materializzazione visiva di malattie che si vogliono sconfiggere.

 

Benefici

Oltre all’azione psicotropa, l’ayahuasca sembra avere anche alcune potenziali applicazioni terapeutiche.

 

Gli estratti di queste piante potrebbero ad esempio essere utili nel trattamento delle dipendenze e di alcuni disturbi mentali tra cui depressione, schizofrenia, deficit dell’attenzione. Non solo: gli estratti di ayahuasca potrebbero alleviare i sintomi del morbo di Parkinson.

 

Sembra poi che il tè di Ayahuasca abbia azione immunomodulante e che gli alcaloidi della Banisteriopsis caapi siano utili a combattere alcuni parassiti.

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Testimonianze: la storia di Francesca Giovannini

Se abbiamo passato in rassegna gli effetti dell’ayahuasca e la sua azione, resta difficile spiegare cosa si provi assumendo ayahuasca.

 

Noi lo abbiamo chiesto a Francesca Giovannini, life coach che aiuta le persone a diventare Nomadi digitali.

 

Francesca ha sperimentato l’uso di piante sacre all’interno del suo cammino e percorso di vita e spirituale ed ecco cosa ci ha raccontato:

"È così difficile esprimere a parole qualcosa che cambia la vita e che è così profondo come l'esperienza fatta con l'ayahuasca ma queste parole rappresentano la mia verità.

 

Ho bevuto per la prima volta l’ayahuasca a settembre 2017 in Perù e posso dire con certezza che nella mia vita ci sia  un pre-ayahuasca e un post-ayahuasca.

 

Ero già da tre anni in un percorso che definirei "spirituale": avevo vissuto tre anni tra India e Nepal e avevo fatto moltissimi corsi di meditazione e yoga ma non avevo ancora fatto esperienza di nulla di così profondo.

 

A quei tempi lavoravo nel settore della cooperazione internazionale ma c’era una parte di me che, per quanto fosse devota al servizio, non risuonava del tutto con lo stile di vita che avevo scelto e con il lavoro che svolgevo.

 

Fu così che decisi di mollare tutto per un po', di cercare in maniera più profonda la mia identià. 
Mi misi in viaggio: dal cammino di Santiago sono arrivata fino a una comunità hare krishna in Ecuador. Poi avrei raggiunto il Perù, per scoprire l'ayahuasca.

 

Assumendo l'ayahuasca mi sono liberata completamente del mio ego: non ero più “Francesca, italiana, donna” e tutto quello che avevo associato a questa identità. Potevo invece osservare chi sono al di là di questo teatro illusorio in cui tutti ci troviamo immersi. Tanto che mi ci è voluto minuto, quando gli effetti del''ayahuasca sono svaniti, per tornare a ricordarmi chi io sia in questa vita. Ma la sensazione forte è che io non mi sia ritrovata ad apprendere per la prima volta chi fossi davvero, bensì soltanto a ricordarmelo.
 

L’ayahuasca mi ha mostrato l’illusione di tutto e la realtà al di là di questo sogno collettivo in cui viviamo. Mi ha liberata dall’illusione e mi ha dato accesso a una pura sensazione di beatitudine e connessione universale.


Quando beviamo l'ayahuasca possiamo entrare in contatto con il nostro subcosciente per alcune ore.
Il DMT contenuto nella chacruna è infatti una molecola potente che, per dare un'idea, la nostra ghiandola pineale rilascia alla nascita, quando sogniamo e quando siamo sul punto di morire.
Quando il DMT viene rilasciato abbiamo accesso al nostro subconscio, e, in questo stato, possiamo entrare in contatto con altri stati di coscienza che nella nostra vita quotidiana non sperimentiamo: esistono enzimi nell'organismo che bloccano gli effetti del DMT.
Di conseguenza la nostra percezione rimane limitata a quello che possiamo percepire con i nostri 5 sensi. Quello che affiora per noi e che possiamo sperimentare nella vita di tutti i giorni è un 5%, il restante 95% è subcosciente.

 

Ogni cerimonia è diversa:

  • Nella prima, l’ayahuasca mi ha fatto ricordare l’amore universale;
  • in altre mi ha portato a osservarmi in identità di vite passate, e in altre mi ha fatto affrontare i miei traumi con la mia famiglia d’origine o le persone che ho incontrato in questa vita.


Ogni cerimonia è un viaggio completamente diverso.

 

Ma il vero lavoro su di sé comincia quando gli effetti delle sostanze sono terminati: lo scopo è quello di integrare questa esperienza di verità in questa nostra realtà in cui la mente cerca sempre di insinuarsi."
 

Oltre alle visioni, che possono durare diverse ore, Francesca ci ha confermato che la bevanda provoca spesso:
 

  • Vomito;
  • scariche di diarrea
  • o forte sudorazione.

 

Questi sintomi fisici possono manifestarsi dopo trenta minuti o più con intensità diversa da persona a persona.

 

Controindicazioni

L’uso di ayahuasca può portare a un aumento dei livelli di serotonina che, oltre certi limiti, può causare sindrome serotoninergica con sintomi che include una serie di sintomi a livello del comportamento, del sistema neuromuscolare e di quello nervoso; tali sintomi possono essere anche gravi e portare anche alla morte.

 

Per questo, il ricorso a ayahuasca è controindicato alle persone che assumono farmaci che inibiscono il reuptake della serotonina. L’utilizzo di ayahuasca durante la gravidanza e l’allattamento è, chiaramente, sconsigliato.
 

Bibliografia e fonti