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Teatro: perché fa bene

Il teatro è un modo per imparare a conoscere sé stessi e poi conoscere il mondo con un'intensità e una verità differente. Ci permette di fare i conti con le pulsioni che caratterizzano l'essere umano, con vizi, debolezze e ritrosie. Ci permette di uscire dalla nostra zona di comfort in modo sbalorditivo e assolutamente utile.

Teatro: perché fa bene

Il teatro, già concepito in passato come una forma di pulizia interiore, è la giusta occasione per mettere alla prova sè stessi. I vantaggi che ne derivano, infatti, possono essere importanti, specie in termiti di crescita personale e spirituale. Scopriamo in che modo. 

 

Il teatro, antica catarsi 

Fare teatro significa raccogliere a piene mani la volontà di pulirsi, vedersi con occhi nuovi. È di fatto un'esperienza che, se protratta nel tempo, ci permette di entrare a contatto con la nostra essenza profonda.

Non è un caso che siano state messe a punto molte forme di teatroterapia o psicodramma, inclusi anche percorsi sperimentali come quello del Teatro dell'Oppresso, che mette in scena reali conflitti, difficoltà. 

Il teatro anticamente veniva concepito come una reale forma di pulizia interiore con un risvolto assolutamente sociale. Catarsi deriva dal greco katharsis (κἁθαρσις, "purificazione"), da intendere come igiene rispetto a una contaminazione (miasma) che poteva avere a che fare sia con un avvenimento spirituale che materiale.

La tragedia nella Grecia classica aveva proprio la funzione di rituale collettivo. Portando in scena, l'essere umano svelava l'essere umano a se stesso, nella sua natura e indole, nei suoi vizi. Attraverso il mito emergeva la verità dello stare al mondo, si analizzava il rapporto con la norma, la modalità di prendere scelte e portarle avanti. Aveva quindi anche una valenza psicologica, una spinta a conoscere se stessi.

 

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I benefici del teatro 

La prima forma è quella data dalla possibilità di evolvere attraverso la connessione sociale con altri individui uniti insieme da una sperimentazione su se stessi o una passione già corroborata per la pratica teatrale. Oltre al valore sociale, con il teatro si arriva a giocare con se stessi e si giunge alla possibilità di ridere anche di sé. 

Un altro beneficio vi è dal punto di vista motorio: se si usa bene il corpo e ci si affida a una guida o a un trainer che è consapevole di funzioni di fisiologia articolare di base, con qualche ingrediente di olismo, il training teatrale diventa una forma completa per fare un lavoro su se stessi anche a partire dal corpo.

Un training efficace non può non tenere conto della voceNon si tratta tanto di fare gli attori o sentirsi tali, ma di incarnare un processo vivo, che porta anche vitalità. Portare in scena emozioni, risate, sospiri ci fa capire che possiamo anche vivere questi moti con distacco.

Al di là del fatto che esiste ed è stato codificato lo psicodramma di J.L. Moreno, il teatro è come la danza, riesce forse ridondante associare la parola terapia a qualcosa che di per sé già cura. Ad ogni modo, nello psicodramma il paziente "rappresenta" se stesso, mettendo in scena la propria dinamica psichica

Anche un teatro fatto con il cuore, con tecnica che si fonde a sapienza e umanità, anche un teatro simile, senza andare sul versante che riguarda il patologico, che è comunque una definizione umana, anche un teatro tale cura. Implicitamente, silenziosamente. E in modo sbalorditivo.

 

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