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Cardo mariano e cambio di stagione: depurare il fegato dopo l’autunno

Il cardo mariano è tra i rimedi più utilizzati per sostenere il fegato nei momenti di transizione, ad esempio nel passaggio dall’autunno all’inverno

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Azione depurativa del cardo

Il cardo mariano (Silybum marianum) è una delle piante più conosciute in fitoterapia per il suo effetto protettivo sul fegato. Si tratta di una pianta spontanea erbacea che appartiene alla famiglia delle Asteraceae, caratterizzata da foglie marcatamente striate di bianco.

La droga della pianta, cioè la parte che contiene il più alto tenore di principi attivi, è il frutto privato del pappo. Il frutto del cardo mariano contiene silimarina, un complesso di flavonolignani di cui il più noto è la silibina, responsabile della maggior parte delle proprietà farmacologiche della pianta.

La silimarina ha proprietà antiossidanti, quindi contrasta l’azione dei radicali liberi prodotti in eccesso dal metabolismo e ha un effetto stabilizzante sulle membrane degli epatociti, rendendo le cellule del fegato più resistenti a tossine, alcol e sovraccarichi metabolici.

Inoltre, la silimarina ha attività rigenerante sulle cellule del fegato. L’azione depurativa del cardo mariano consiste quindi nel sostenerne le normali funzioni fisiologiche, cioè quelle di filtrazione, metabolismo e detossificazione.

Questo supporto è utile soprattutto soprattutto quando il fegato è affaticato ad esempio da alimentazione scorretta, consumo di bevande alcoliche e assunzione di farmaci.

 

Benefici stagionali

Le pratiche di depurazione durante i cambi di stagione derivano dalla tradizione e sono molto diffuse ancora oggi. Durante i passaggi da una stagione all’altra è infatti frequente accumulare stanchezza, affaticamento, difficoltà digestive, che spesso vengono attribuite a un eccessivo carico sul fegato.

Il cardo mariano è una pianta utile per sostenere questo organo supportando la digestione, migliorando energia e lucidità e contrastando il senso di affaticamento. I costituenti di questa pianta, infatti, stimolano il flusso biliare e questo porta a digerire meglio i grassi, favorendo un senso di leggerezza dopo i pasti. Questo aspetto è particolarmente utile quando, nei mesi autunnali, i pasti tendono a diventare più ricchi e la digestione rallenta.

Inoltre la silimarina, con la sua potente attività antiossidante, aiuta l’organismo a gestire meglio lo stress ossidativo tipico dei cambi di stagione.

 

Preparazioni e dosaggi consigliati

Il cardo mariano è disponibile in fitoterapia in diverse forme: semi interi, estratti secchi titolati in silimarina, tinture madri.

I maggiori benefici si ottengono utilizzando estratti standardizzati, poiché la silimarina è poco biodisponibile e le preparazioni tradizionali non sempre ne contengono quantità adeguate. Generalmente gli estratti secchi sono titolati al 70–80% in silimarina e i dosaggi vanno da 200 a 400 mg al giorno suddivisi in una o due somministrazioni. Per un supporto durante il cambio di stagione, il cardo mariano può essere assunto per un periodo dalle due alle quattro settimane.

Se si preferisce utilizzare la tintura madre di cardo mariano, il dosaggio è di 30–40 gocce da assumere due volte al giorno, sciogliendole in poca acqua.

I semi interi, invece, si prendono sotto forma di decotto, da soli o insieme ad altre piante con azione simile. Il cardo mariano è infatti spesso associato a rimedi amari come il carciofo, il tarassaco e il boldo, che lavorano in sinergia con il cardo nello stimolare la produzione e la secrezione di bile e favorire i processi digestivi.

Per quanto riguarda la sicurezza, il cardo mariano non presenta particolari rischi se utilizzato rispettando i dosaggi consigliati. Gli effetti collaterali sono rari, generalmente lievi e possono includere gonfiore addominale e modifiche al transito intestinale.

L’assunzione di cardo mariano risulta controindicata in caso di allergia alle Asteraceae e va evitata in gravidanza e allattamento. Inoltre, in caso di patologie o se si assumono farmaci, è bene chiedere consiglio al medico prima di ricorrere a rimedi naturali a base di cardo, per valutare controindicazioni specifiche e interazioni con le terapie eventualmente assunte.