News

Il Sudafrica vieta l'allevamento di leoni per la caccia

Il Sudafrica dice stop agli allevamenti di leoni, da utilizzare come prede per i cacciatori. La decisione non riguarda tuttavia la caccia ai leoni allo stato selvatico, che continuerà a essere permessa e -anzi- promossa come esperienza “più autentica”.

vietato-allevamento-leoni-sudafrica

Credit foto
©ramblingman -123rf

In Sudafrica non si alleveranno più leoni da destinare alla caccia. Una buona notizia? Solo per metà, dato che l'attività venatoria dei grandi felini allo stato selvatico non è e non è mai stata messa in discussione.

Alla base della decisione, comunicata dal Ministro dell’Ambiente Barbara Creecy durante una recente conferenza stampa, c'è uno studio che evidenzia come l'allevamento di leoni in cattività, da utilizzare come prede per i cacciatori, metta a rischio gli sforzi di conservazione dell'habitat, oltre alla reputazione del turismo nello stato africano.
 

Lo studio

Gli autori dello studio, commissionato dallo stesso Ministero dell'Ambiente sudafricano nel 2019 a un panel di esperti, hanno richiesto di avviare una revisione politica e legislativa urgente al fine di porre fine all'allevamento. 

Secondo quanto dichiarato, la messa in pratica delle raccomandazioni contenute nell'analisi intende rivoluzionare l'intero settore della fauna selvatica, migliorando la conservazione delle specie e degli habitat, rinvigorendo le economie rurali e rafforzando le tecniche tradizionali di convivenza con la natura. 

Il ministro Creecy ha sottolineato come tale strategia sarebbe da considerarsi in linea con il Piano strategico 2024 del dipartimento, che mira a “una società prospera ed equa, che vive in armonia con le risorse naturali”. 

Dobbiamo fermare e abolire la domesticazione dei leoni attraverso l'allevamento” ha affermato il Ministro di fronte alla stampa riunita. “Non vogliamo allevamenti in cattività, la caccia in cattività, la vendita come animali da compagnia dei cuccioli".

Il report consiglia e di prediligere, al contrario, “paesaggi naturali protetti e ripristinati con popolazioni di elefanti, leoni, rinoceronti e leopardi come indicatori di un settore della fauna selvatica vivace, responsabile, inclusivo, trasformato e sostenibile”. 
 

Non solo leoni: sotto esame altri allevamenti

Nel prossimo futuro, alla commissione di esperti spetterà l'ulteriore compito di formulare un parere sulla consuetudine- diffusa in Sudafrica - di allevare altri grandi animali selvatici a rischio: dagli elefanti (sotto la lente a causa del commercio di avorio), ai rinoceronti (sotto assedio per via del crescente bracconaggio), ai leopardi (utilizzati per la caccia, l'esportazione di pelliccia e il mercato degli animali domestici).
 

Leoni africani in pericoloso declino

Da decenni l'azione dell'uomo mette a rischio la sopravvivenza dei grandi felini africani. E' storia recente l'ennesimo allarme del Wwf,  che è tornato ad accendere i riflettori sullo stato di salute del Panthera leo in Africa: in soli 100 anni, nel grande continente la popolazione di leoni è crollata del 90%,  passando da 200.000 esemplari a meno di 20.000

Tra i motivi che mettono a rischio il loro futuro ci sono, in particolare, il degrado degli habitat naturali, il bracconaggio e il commercio illegale. Alle cause del tracollo si è ultimamente aggiunta, inoltre, “la pandemia, minaccia senza precedenti che ha avuto conseguenze significative su tutte le attività svolte nelle aree protette, aggravate dalla cronica mancanza di personale”.
 

La caccia in Sudafrica non è in discussione

Tra i motori che spingono verso la decisione di abolire l'allevamento per ragioni venatorie c'è -secondo quanto dichiarato da Barbara Creecy- la necessità di ripristinare la reputazione internazionale del Sudafrica, che punta a riposizionarsi a livello mondiale come destinazione sempre più competitiva in merito alla caccia responsabile e all'ecoturismo

Come si è affrettata a comunicare, infatti, il provvedimento non ha mai inteso mettere in discussione la caccia in sé, attività capace di portare enormi introiti alle casse dello Stato. L'auspicio è piuttosto che -a seguito della decisione- essa si converta in un'esperienza “più autentica”, capace di attirare un numero sempre maggiore di turisti, interessati a trasformare in trofei gli animali in libertà.

"La caccia legale e regolamentata delle specie iconiche, secondo precise regole ambientali, continuerà ad essere permessa", ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente di Pretoria.

A fronte di ciò e dei dati che vedono i grandi felini in pericoloso e vertiginoso declino, è lecito chiedersi a che punto giunga, nella scala della priorità, la volontà reale di preservare gli ecosistemi locali e quanto terreno l'etica debba continuare a cedere al profitto quando in ballo ci sono gli interessi umani.