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L'uso della voce nell'ipnosi

La voce umana è il primo suono che percepiamo dagli abissi del grembo materno, in particolare, la voce della mamma, è quell’elemento extrauterino in grado di dare continuità alla discontinuità della nascita. Questo fa da trait d'union tra la voce e le pratiche ipnotiche. Scopriamo come

L'uso della voce nell'ipnosi

Perché la voce è importante

L'uso della voce entra in gioco nell'ipnosi, ma non solo. Ciò che viene detto, ovvero il contenuto di un messaggio, cattura l’attenzione dell’interlocutore per meno del 10%, mentre l’aspetto paraverbale della voce, ovvero la modalità con cui la si utilizza, che dà risalto a un concetto piuttosto che a un altro, riveste un ruolo ben più importante a livello comunicativo.

Va considerato inoltre che c’è un forte legame tra la voce e lo stato d’animo di una persona.

 

La voce è il nostro biglietto da visita: la vocalità, la personalità e l’identità sono concetti strettamente correlati tra loro. Se la nostra voce è sfuggente, bassa, a tratti confusa e incomprensibile, significa che la nostra personalità è insicura, instabile, che non siamo profondamente in contatto con noi stessi, mentre una voce ricca è una voce che presenta un insieme di suoni armonici, alti e bassi, che la rendono piena. Anche la gamma della voce è importante: una voce piatta e monotona è sicuramente diversa rispetto a una voce cadenzata o modulata. Dunque, tanto più intensi sono i nostri pensieri e le nostre emozioni, così più intensa sarà la nostra vocalità.

 

L'uso della voce nell’ipnosi

Quanto sia fondamentale la relazione che intercorre tra voce, personalità, equilibrio di un individuo lo sa bene chi si avvale di pratiche ipnotiche. Quanto l'uso della voce sia importante nell'ipnosi lo sanno bene sia l’ipnotizzato e ancora di più l’ipnotista o ipnoterapeuta, soggetti che si trovano in stretta relazione tra loro. Lo psicologo o psicoterapeuta che si avvale dell’ipnosi come metodo di cura conosce bene lo strumento voce in profondità e nelle più svariate componenti.

 

Ritmo, suono, modulazione, gamma, pause, tono, armonia, colore: tutti questi elementi sono da tenere ben presenti se si vuole affiancare alla pratica ipnotica l’uso della voce come strumento che induce al “sonno ipnotico”. Il ritmo della pronuncia di determinate frasi o parole è, in fase di induzione ipnotica, lento e cadenzato, molto più di quello utilizzato in una normale conversazione. Più il soggetto ipnotizzato abbandona lo stato di coscienza, più il ritmo si fa lento. Questo perché l’inconscio registra il messaggio di suggestione o il messaggio diretto in modo più lento, l’elaborazione necessita di più tempo.

Ogni pausa è attentamente voluta e osservata. La voce dell’ipnotista deve dunque essere pacata, chiara, lenta, modulata. Non c’è differenza nella voce maschile o femminile per l’ipnosi, anche se tendenzialmente gli uomini preferiscono affidarsi a un’ipnotista donna e viceversa.

 

Le due tecniche principali di uso della voce nell'ipnosi

L'uso della voce in ipnosi è variabile. La voce non viene sempre utilizzata per indurre il paziente in stato di trance ipnotico. Esistono infatti anche tecniche non verbali e silenziose, che fanno uso della gestualità o di altri strumenti. Tuttavia la voce è uno strumento importante in questo campo, in primo luogo nell’ipnosi tradizionale. In questo caso esiste un testo che l'ipnotista legge al paziente o che impara a memoria; si tratta di un testo standard, risultato dalla studio tradizionale portato avanti dall’ipnosi a seguito di innumerevoli prove.

 

L’ipnotista sceglie comunque con accuratezza i vocaboli, preservando l'effetto suggestivo dell' induzione, ponendo l’accento sul prodursi di visualizzazioni o fenomenologie. Anche l’ipnosi ericksoniana fa uso della voce. Milton Erickson ha però rotto gli schemi dell’ipnosi tradizionale, mettendo a fuoco quella che per lui era l’individualità e quindi la singola problematicità del paziente. Erickson, attraverso la voce, era in grado di “entrare” nel paziente, adeguandosi alle sue modalità, per poi orientarlo verso nuove direzioni. Questo studioso e ipnoterapeuta prendeva a modello le tecniche di distrazione utilizzate dai prestigiatori per attirare e poi depistare gli spettatori durante l’esecuzione dei trucchi di magia.

 

La programmazione neurolinguistica e l'uso della voce

La metodica dell'uso della voce praticata da Erickson nell'ipnosi ha poi ispirato anche studiosi come Richard Bandler e John Grinder nel delineare la tecnica nota come programmazione neurolinguistica. Questa moderna tecnica fa della voce uno strumento rilevante. La programmazione neurolinguistica è una tecnica psico-neuro-linguistica che si serve della parola per andare a influire sul comportamento dell’essere umano.

 

Si tratta di una tecnica moderna che può essere abusata o utilizzata impropriamente in casi di convincimento mediatico o persuasione nel fare qualcosa. Ma può risultare efficace e terapeutica, laddove si riscontrino problematicità caratteriali o leggeri disturbi psicologici. Sicuramente bisogna fare attenzione, come sempre in queste pratiche, a chi le conduce.

Immagine | MAPT


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- La voce verde della calma, Ciro Imparato 

- La mia voce ti guiderà, Milton H. Erickson

- Ipnosi e trasformazione. La programmazione neurolinguistica e la struttura dell'ipnosi, R.Bandler e John Grinder