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Tornano i vuoti a rendere, per decreto

Il decreto Semplificazioni di luglio 2021 punta su nuovi criteri per lo sviluppo del vuoto a rendere in Italia. Entro la fine dell'anno il Ministero della Transizione dovrà pubblicare tempi e modi di un meccanismo cruciale per l'economia circolare.

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©kzenon / 123rf.com

Il riuso è una delle strategie più efficaci per ridurre il consumo di risorse, i rifiuti, il littering e le emissioni di CO2, anche per gli imballaggi. Per questo motivo, il fatto che si torni a parlare di “vuoto a rendere” rappresenta una buona notizia.
 

Cos’è il vuoto a rendere

Ma che cos’è il “vuoto a rendere”? Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un sistema attraverso il quale un contenitore (tipicamente in vetro, plastica o alluminio), una volta svuotato del suo contenuto, viene reso al fornitore così che possa essere riutilizzato.

Il vuoto a rendere diventa così un’attività cruciale per lo sviluppo dell’economia circolare. Eppure, tale meccanismo ha conosciuto fasi alterne. Fino agli anni Ottanta, in Italia è stata una pratica molto diffusa ma via via è sparita a causa dell’affermarsi degli imballaggi usa-e-getta e di una logistica più complessa che ha reso il meccanismo del vuoto a rendere poco incentivante.

Nel 2015, l’allora ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti introdusse una prima normativa di incentivazione, entrata in vigore nell’ottobre 2017 in via sperimentale ma dimenticata presto nell’ottobre 2018.
 

Cosa si sta muovendo in Italia

Ora se ne torna a parlare. Il decreto Semplificazioni convertito in legge a fine luglio offre, sebbene in maniera ancora molto generica, la possibilità di ottenere premialità e incentivi economici a tutti queli “operatori economici, in forma individuale o in forma collettiva, [che] adottano sistemi di restituzione con cauzione nonché sistemi per il riutilizzo degli imballaggi”.

Entro la fine dell’anno, il ministro della Transizione ecologica, d’intesa con lo Sviluppo economico, dovrà ascoltare le imprese coinvolte ed emanare il regolamento applicativo così da fissare tempi, modi e gli obiettivi da raggiungere nonché dettagliare i meccanismi di incentivazione da assegnare alle aziende che vorranno adottare questo metodo e di restituzione da applicare al consumatore.
 

Sette miliardi di imballaggi sprecati ogni anno in Italia

In Italia, secondo il rapporto What we waste curato dalla piattaforma europea no profit Reloop con il supporto di Break Free From Plastic e Changing Markets Foundation, ogni anno gettiamo via 7 miliardi di imballaggi, 41 miliardi in tutta Europa.

Uno spreco che, secondo l’associazione Comuni Virtuosi, potremmo ridurre del 75-80% adottando un sistema di deposito cauzionale.

Questi dati indicano ai decisori politici di considerare gli impatti positivi dei sistemi di deposito cauzionali finalizzati al riciclo e al riuso del vuoto a rendere con bottiglie ricaricabili: “L’incentivo economico abbinato alla restituzione del contenitore da parte del consumatore – che recupera così l’importo della cauzione inclusa nel costo della bevanda – permette di intercettare oltre il 90% dei contenitori immessi al consumo” scrive Comuni Virtuosi commentando il rapporto.

L’Associazione Comuni Virtuosi ha potuto accedere ad alcuni dati inediti per l’Italia che rivelano che i contenitori di bevande sprecati ogni anno sono, appunto, oltre sette miliardi: un numero esorbitante che rapportato a livello pro capite corrisponde a 119 contenitori “buttati via” in media da ogni italiano all’anno: 98 bottiglie in PET, 12 bottiglie in vetro e 9 lattine.
 

Il deposito cauzionale è una scelta obbligata

Per i paesi come l’Italia che devono ridurre la dipendenza dalle materie prime e raggiungere gli ambiziosi target di raccolta e riciclo europei, il deposito cauzionale è d’obbligo: l’Unione europea ci impone di raggiungere per le bottiglie di plastica obiettivi di raccolta del 90%al 2029 (obiettivo previsto dalla Direttiva SUP) e di contenuto riciclato (almeno il 30% al 2030).

Le performance di successo dei paesi, prevalentemente nel nord Europa, dove i sistemi di deposito sono in vigore da tempo sono caratterizzate infatti da tassi di raccolta media del 91% per gli imballaggi di bevande immessi sul mercato.

Come emerge dalle simulazioni effettuate da Comuni Virtuosi, se l’Italia adottasse sistemi di questo genere, si ridurrebbe del 75% lo spreco di imballaggi per bevande.

I 7 miliardi di contenitori che sfuggono al riciclo si ridurrebbero così a 1,7 miliardi con una quota media pro capite di 29 contenitori. Lo spreco, quindi, si ridurrebbe di circa 7 volte.