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Cos'è TheMuffa?

C’è un nuovo canale Instagram e TikTok di informazione sull’ambiente, pensato per i giovani. Si chiama TheMuffa.

themuffa

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The Muffa: quello che succede al Pianeta, spiegato facile

Non è semplice capire il pianeta che cambia. Non è semplice perché è vero che ogni azione ha delle conseguenze, ma è anche vero che queste conseguenze spesso si dipanano nel corso dei secoli o addirittura dei decenni, coinvolgono luoghi geograficamente molto distanti, possono risultare apparentemente controintuitive. 

 

Non è così facile spiegare cosa c’entra la carne con il riscaldamento globale, né come mai dentro la categoria di “cambiamento climatico” rientrino fenomeni apparentemente agli antipodi tra di loro, come la desertificazione e le inondazioni.

 

Ecco perché la nascita di un progetto volto a comunicare il cambiamento climatico è sempre una buona notizia. Uno degli ultimi nati in Italia si chiama The Muffa e ha come claim “tutto quello che succede al Pianeta, spiegato facile”. 

 

The Muffa: un canale social verticale sulla sostenibilità

Con un nome che sicuramente non passa inosservato, The Muffa è un canale social dedicato in tutto e per tutto alla sostenibilità. L’iconografia è quella pop e scanzonata che attira l’attenzione dei più giovani, con un grande ricorso ai meme e alle provocazioni. A leggerli con attenzione, i contenuti sono chiari, lineari e ricchi di dati. Insomma, non hanno nulla da invidiare a quelli di testate ben più istituzionali e blasonate.

 

Molto spazio è riservato a tutte quelle scelte che riguardano da vicino lo stile di vita individuale: adottare una dieta a base vegetale, spostarsi in bici o con i mezzi pubblici, indossare più volte lo stesso outfit invece di cedere ai prezzi stracciati del fast fashion.

 

I canali di The Muffa

Attualmente The Muffa non ha un sito web, ma pubblica i propri contenuti sul cambiamento climatico soltanto attraverso i social, nello specifico:

 

The Muffa nasce da Francesca Muggeri e Franco Villa, fondatori anche del magazine di cronaca rosa Whoopsee.

 

Parlare di ambiente alle nuove generazioni

Dal pionieristico discorso di Severn Cullis-Suzuki durante il Summit della Terra del 1992 fino a fortunate serie tv come Green Storytellers, le nuove generazioni sono sempre state più sensibili alle sorti del Pianeta in cui viviamo. E più disposte a mettersi in gioco in prima persona per difenderlo.

 

I giovanissimi infatti non hanno fatto praticamente nulla per generare questa crisi climatica, ma devono pagarne in prima persona le loro conseguenze. Il loro carbon budget, cioè la quantità di gas serra che ciascuno di loro può emettere in atmosfera con il proprio stile di vita compatibilmente con un riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi, è significativamente più basso rispetto a quello dei loro genitori o dei loro nonni. 

 

Ciò significa che, volenti o nolenti, dovranno fare delle rinunce, dovranno inventare delle tecnologie, dovranno intervenire sul sistema economico per riparare i danni fatti da chi li ha preceduti. Non è un caso che Greta Thunberg, l’attivista più celebre dei nostri tempi, sia nata nel 2003. È stata lei a dare inizio ai movimenti per l'ambiente dei Fridays for Future, con i loro scioperi studenteschi del venerdì. 

 

Per poter indirizzare correttamente le proprie forze, però, bisogna essere correttamente informati. Uscendo dagli stereotipi e dalle eccessive semplificazioni di chi vede sempre tutto bianco o nero. Ecco perché la sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – è parte integrante di un’autentica educazione civica e merita quindi più spazio nei programmi scolastici e nell’agenda mediatica. 

 

Il diritto ambientale e il futuro del Pianeta

Non tutti sanno che il diritto di accesso alle informazioni ambientali è sancito dalla Convenzione di Aarhus: ciò significa che chiunque ha la facoltà di chiedere l’accesso agli atti alle autorità pubbliche, senza nemmeno dover specificare il motivo. 

 

Ma quali atti? Il concetto di “informazione ambientale” è molto vasto perché comprende le informazioni sullo stato delle acque, dell'aria, del suolo, della fauna, della flora, del territorio e degli spazi naturali; le attività o le misure che incidono negativamente su tali componenti ambientali; lo stato della salute e sicurezza umana, le relazioni sull’attuazione della legislazione ambientale e così via.

 

Per i giovani, la tutela dell’ambiente è anche un’opportunità di studio e di lavoro. Proprio di recente l’università di Teramo ha varato un corso di laurea in diritto ambientale, la prima offerta formativa di taglio giuridico in Italia che si propone di creare figure esperte in diritto ambientale che potranno trovare impiego presso enti pubblici e aziende private.