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Cos’è la terra preta?

La Foresta amazzonica è il frutto di un intervento umano sapiente che l'ha resa il polmone verde del mondo anche grazie all'invenzione della terra petra. Oggi quella natura grandiosa è messa in pericolo, ancora una volta dall'intervento umano.

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©kalypsoworldphotography / 123rf.com

Come creare una foresta

Recenti pubblicazioni scientifiche hanno reso noto al grande pubblico che forse la Foresta Amazzonica, o almeno parte di essa, sia una foresta antropogenica, ovvero creata dall’essere umano. A che scopo?

 

Ovviamente per sostenere la vita attorno ai centri abitati, ospitando piante alimentari e dando rifugio a numerosissimi animali. Ma com'è stato possibile rendere fertile una tale area che normalmente invece non si presta a produrre un terreno fertile per via del clima tropicale? Con la terra preta, che tradotto dal portoghese all’italiano significa terra nera.
 

I componenti della terrapreta

La terrapresta è un suolo artificiale, prodotto dall’essere umano e quindi elemento culturale, già da circa mezzo millennio avanti Cristo. 

 

I componenti essenziali sono: carbone (a dare origine al colore tipico della terra preta): piccoli frammenti di vasellame, residui di ossa e di lische, e altra materia organica mista a normale suolo tropicale

 

Il risultato è un composto che, grazie alla porosità del carbone e del vasellame aggiunti nelle giuste proporzioni, trattiene tutti i nutrienti senza che essi vengano slavati via dalle continue piogge tropicali o dalle eventuali esondazioni dei fiumi, mantenendo la ricchezza del terreno intatta anche per secoli

 

La qualità della terra preta in termini di nutrienti è infatti sbalorditiva: azoto, calcio, zinco, fosforo, manganese e una interessante quantità di microrganismi che favoriscono l’agricoltura. 

 

Grazie a queste forme di vita, assieme a funghialghe e a tutto il materiale nutritivo trattenuto nelle porosità della terra preta, essa riesce a rigenerarsi da sola ogni anno di almeno un centimetro. 

 

Si tratta quindi di un’invenzione agricola ineguagliata e totalmente sostenibile. Il potere della terra preta è stato tale da dare una tale forza rigenerativa alla Foresta Amazzonica da averle permesso di crescere a dismisura e inglobare i resti dei villaggi e delle città antiche dopo l’abbandono degli stessi in una fase di decline demografico degli indigeni dell’epoca. 
 

La terra preta come un organismo

La terra preta si comporta come un vero e proprio organismo senziente, come un lievito madre potremmo dire, e cresce costantemente includendo sempre più materiali porosi, soprattutto biochar, materia organica in decomposizione, permettendo così la crescita dei microrganismi dai quali dipende. 

 

La perfetta combinazione di escrementi animali, ossa e gusci, ceneri, biomassa vegetale sia da piante terrestri che da piante marine, permette alla terra preta di mantenere più che vegeta la Foresta Amazzonica.

 

Per questo motivo i ricercatori moderni cercano di creare una terra preta sintetica che riproduca le caratteristiche di quella amazzonica ma probabilmente non si tratta solo di una questione chimico-fisica.  

 

Il segreto della terrapreta sembra risiedere soprattutto nel legame che gli indigeni avevano con il loro territorio: conoscenza delle risorse, conoscenza delle stagioni, conoscenza delle piante, conoscenza del clima. Non una mera educazione "scolastica", quanto piuttosto una forma di empatia derivata da una frequentazione costante dell’ambiente, tanto da farlo entrare nell’anima e da produrre non solo un prodotto fertilizzante ma una vera cultura del suolo.  

 

Se l’agricoltura moderna produce desertificazione, quella degli antichi indios aiutava il terreno a trattenere acqua, elementi nutritivi, microrganismi positivi, a fissare azoto e emissioni carboniche nel suolo, a generare humus di primissima qualità che si rigenera velocemente. Qual’è il vero progresso?