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Settembre senza plastica: guida facile per ridurre gli imballaggi alimentari

Settembre senza plastica è la campagna che invita a ridurre gli imballaggi alimentari e la plastica monouso, partendo da piccoli gesti quotidiani. Un’occasione per alleggerire il nostro impatto sull’ambiente e abbracciare uno stile di vita più sostenibile.

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©Foto di ArtMarie su iStock

Settembre senza plastica

Settembre arriva sempre con l’aria di un nuovo inizio. Dopo le vacanze, mentre si rimettono in fila le giornate e si riprendono i ritmi abituali, c’è spazio anche per qualche buon proposito. Perché non approfittarne per alleggerire non solo la mente, ma anche l’impatto ambientale?

È proprio questo lo spirito di Settembre senza plastica, una campagna che invita a riflettere sulle nostre abitudini quotidiane e a ridurre il consumo di plastica, soprattutto quella che avvolge il cibo che portiamo in tavola. Non servono cambiamenti drastici: bastano piccoli gesti per fare una grande differenza. A ricordarcelo è anche la Giornata Internazionale Senza Sacchetti di Plastica, che il 12 settembre accende i riflettori sull’inquinamento da plastica dei sacchetti monouso e sulle tante alternative green che abbiamo a disposizione. Un'occasione per trasformare i buoni propositi di settembre in azioni concrete, giorno dopo giorno.
 

Perché aderire a Settembre senza plastica

Ogni anno vengono consumati circa 5 trilioni di sacchetti di plastica, equivalenti a circa 160.000 al secondo. Un numero impressionante, nonostante le normative, le campagne di sensibilizzazione e la crescente consapevolezza ambientale. Questi sacchetti vengono usati per pochi minuti ma possono impiegare fino a 30 anni per degradarsi nell’ambiente e solo l’1% di essi viene riciclato.

Ma i sacchetti rappresentano solo una parte del problema. A pesare sull’ambiente è, nella sua totalità, l’enorme quantità di plastica monouso che utilizziamo quotidianamente: bottiglie, imballaggi alimentari, pellicole trasparenti, posate, bicchieri, cannucce, blister, vaschette e contenitori da asporto. Oggetti spesso usati per pochi minuti, ma capaci di rimanere nell’ambiente per decenni. Secondo l’UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite), ogni anno si disperdono tra i 19 e i 23 milioni di tonnellate di plastica negli ecosistemi acquatici (laghi, fiumi, mari). E non finisce qui: solo il 9% della plastica prodotta nel mondo viene effettivamente riciclato. Il resto finisce in discarica, viene incenerito o, peggio, si accumula nei mari, nei fiumi e nel suolo.

Per affrontare questo problema, dal 2009 si celebra ogni 12 settembre il No-Plastic Bag Day, promosso dalla britannica Marine Conservation Society, un’associazione che si occupa di protezione degli oceani. Una giornata simbolica, ma importante, nata per richiamare l’attenzione sull’impatto dei sacchetti di plastica e, più in generale, sull’urgenza di ridurre la plastica monouso a livello globale.

Ma oggi il messaggio si fa più ampio e concreto: la campagna Settembre senza plastica, attiva a livello internazionale da almeno il 2020 (soprattutto nel Nord Europa), invita cittadini, scuole, famiglie e aziende a ridurre — o eliminare del tutto — l’uso della plastica monouso per un mese intero, come gesto collettivo e consapevole verso uno stile di vita più sostenibile.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: fauna marina ferita o uccisa dalla dispersione di rifiuti, uccelli che ingeriscono plastica confondendola con il cibo, foche e tartarughe intrappolate nei rifiuti, microplastiche che contaminano l’acqua, il suolo, arrivando anche sulle nostre tavole: studi recenti dimostrano che le microplastiche ingerite da molluschi e pesci possono infatti raggiungere il cervello umano in poche ore.

Aderire a Settembre senza plastica significa quindi fare una scelta di salute, responsabilità e tutela ambientale, cominciando dalla propria quotidianità.


Dove si nasconde la plastica

Spesso pensiamo alla plastica come a qualcosa di evidente: la bottiglietta, il sacchetto del supermercato, la pellicola trasparente. Ma la realtà è che la plastica è ovunque:

  • Negli imballaggi alimentari (contenitori, vassoi, retine, pellicole, etichette adesive);
  • Nei prodotti da asporto e nei delivery (bicchieri, posate, coperchi, cannucce);
  • Nelle etichette di frutta e verdura;
  • Persino in molti prodotti per l’igiene personale, sotto forma di microplastiche (basta leggere l’elenco degli ingredienti per scoprire voci come polyethylene o polypropylene).

L’Italia, seppur pioniera con il bando dei sacchetti nel 2011, resta uno dei principali inquinatori del Mar Mediterraneo, complice l’eccessivo uso di bottiglie in PET (circa 11 miliardi l’anno) e il grande quantitativo di imballaggi ancora utilizzati per i prodotti alimentari.


Come sostituirla facilmente

Partecipare a Settembre senza plastica non significa essere di colpo impeccabili, ma iniziare, giorno dopo giorno, a fare la propria parte. Il cambiamento comincia da gesti semplici: con una borraccia nello zaino, una borsa di stoffa al posto di quella usa e getta, o una scelta più consapevole tra gli scaffali del supermercato, settembre diventa il momento ideale per sperimentare nuove abitudini sostenibili e unirsi a un movimento globale che guarda al futuro del pianeta.

Perché anche una piccola azione può generare un impatto positivo, per scoprire che ridurre la plastica non è complicato, né stressante: è una scelta quotidiana, concreta, alla portata di tutti. Una scelta green, che può trasformarsi in una buona abitudine da portare avanti tutto l’anno.

Ecco allora una guida pratica per chi vuole iniziare questo percorso con leggerezza, senza rinunce ma con convinzione:

  • Portare sempre con sé borse riutilizzabili: di tela, cotone, juta o rete, perfette per la spesa. Sono resistenti, lavabili e di tendenza;
  • Scegliere solo prodotti sfusi: frutta, verdura, cereali, legumi, spezie. Sempre più negozi e supermercati li propongono, spesso con contenitori riutilizzabili;
  • Usare contenitori in vetro o acciaio per conservare gli alimenti, anche nel freezer, rinunciando alla pellicola usa e getta;
  • Comprare alla spina: detersivi, saponi, olio, vino, latte. Le opzioni plastic-free stanno aumentando sempre più;
  • Evitare bottiglie in PET: prediligere l’acqua del rubinetto con filtro oppure acquistare acqua in vetro con vuoto a rendere;
  • Fare attenzione alle etichette: scegliere prodotti per l’igiene e la cosmesi senza microplastiche;
  • Riutilizzare e riparare: buste, contenitori, sacchetti possono avere una seconda vita. A volte anche creativa;
  • Coinvolgere i bambini: educare al rispetto dell’ambiente sin da piccoli rende l’ecologia domestica un valore condiviso e duraturo.