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Il prossimo coronavirus potrebbe arrivare dai suini

Michael Greger, esperto di malattie infettive, è sicuro: un’altra forma di coronavirus potrebbe essere trasmessa dagli animali domestici e dalle pessime condizioni degli allevamenti intensivi.

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©Puntasit Choksawatdikorn / 123rf.com

Il prossimo coronavirus potrebbe provenire dai maiali. Lo sostiene Michael Greger - medico e divulgatore scientifico statunitense - in un recente video pubblicato per Future Coalition, organizzazione no profit americana di giovani attivisti che lottano per la giustizia sociale. 
 

Greger, esperto di malattie infettive, già 10 anni fa aveva delineato un possibile scenario che includeva pericoli simili a quelli verificatesi a seguito dell’odierna pandemia in atto. E ora torna a parlare del virus, facendo riferimento ai suini

 

SADS-CoV: l’epidemia che uccise migliaia di suini nel 2016

Nell’ottobre del 2016 alcuni giovani suini si ammalarono a causa del virus della diarrea epidemica suina (PEDV), una forma di coronavirus circoscritta ai maiali. Questa epidemia si verificò in alcuni allevamenti del Sud della Cina, nella provincia di Guangdong dove tredici anni prima si era scatenata l’epidemia di SARS.

 

Questa nuova malattia, dunque, venne ribattezzata Sindrome della Diarrea Acuta Suina (SADS-CoV) e in pochi mesi provocò la morte di circa 24mila suini.  

 

Il ruolo dei pipistrelli nella diffusione della pandemia

Contestualmente, nel gennaio del 2017, alcuni virologi statunitensi pubblicarono uno studio sulla rivista scientifica Virus Evolution in cui attribuivano l’origine dell’epidemia a una popolazione di pipistrelli presenti nella regione cinese. 

 

Ipotesi rafforzata anche nel 2018 da un rapporto pubblicato sulla rivista Nature da un gruppo di ricercatori cinesi, i quali indicavano il loro Paese come rilevante focolaio di nuovi virus che potevano essere trasmessi dagli animali all’uomo

 

Gli studiosi, inoltre, evidenziavano anche come l’allevamento industriale locale avesse di fatto incrementato i contatti tra fauna selvatica e bestiame, aggravando di conseguenza anche il rischio di trasmissione di malattie originate da animali selvatici.  

 

Animali domestici: possibili responsabili di future epidemie

Secondo alcuni ricercatori cinesi della South China Agricultural University la diffusione del coronavirus potrebbe essere stata facilitata dai pangolini. Alla luce di tutto questo, tuttavia, Greger non condivide tale teoria e nel suo video si focalizza invece sui possibili rischi legati ai suini.

 

“Le popolazioni di pangolino sono in declino - sostiene, infatti, l’esperto - mentre ogni anno vengono allevati centinaia di migliaia di maiali. E quasi la metà di essi è destinata al mercato cinese. La mia preoccupazione, dunque, è che la prossima pandemia possa arrivare da animali domestici e non da animali selvatici".

 

Greger, inoltre, pone anche l'attenzione sul fatto che l’influenza suina del 2009 si sia diffusa maggiormente negli allevamenti industriali statunitensi rispetto ai wet market cinesi, concludendo: “un pasto a base di carne potrebbe essere lontano dalla prossima infezione da HIV, un pangolino dalla prossima pandemia di coronavirus e un allevamento dalla prossima influenza letale ".