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Muri speciali per ridurre la dispersione di calore

Una ricerca inglese dimostra che tappezzare le facciate degli edifici con la vegetazione può ridurre la dispersione di calore del 30%. E, di conseguenza, anche le emissioni di CO2.

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©agafapaperiapunta / 123rf.com

Se sulle facciate di palazzi e condomini fosse applicata una "copertura verde" fatta di vegetazione naturale, la quantità di dispersione termica degli edifici si ridurrebbe del 30 per cento. Il dato è ricavato da una ricerca condotta dall’università inglese di Plymouth: i ricercatori hanno esaminato il Sustainability Hub, un edificio antecedente agli anni '70 nel campus universitario della cittadina.

Mettendo a confronto le pareti con stessa esposizione si è deciso di ricoprire una parte con un rivestimento "vivente" in fogli di feltro con tasche riempite di terreno e seminati.

 

Dopo cinque settimane di misurazioni, i ricercatori hanno scoperto che la quantità di calore persa attraverso il muro riadattato con la facciata vivente era del 31,4% inferiore a quella della struttura originale.
 

Temperature più stabili e meno dispersione

La ricerca ha portato alla luce anche che le temperature diurne della sezione ricoperta di verde erano rimaste più stabili rispetto all'area con muratura esposta, il che significa che la parte ricoperta di vegetazione necessita di meno energia per essere riscaldata.

Lo studio è uno dei primi ad accertare l'influenza termica dei sistemi di pareti viventi sugli edifici in scenari temperati ed è stato condotto da accademici associati al Sustainable Earth Institute dell'Università.

I ricercatori hanno affermato che, sebbene il concetto sia relativamente nuovo, è già stato dimostrato che tali sistemi apportino una serie di vantaggi, tra cui maggiore biodiversità.
 

Le emissioni degli edifici devono diminuire del 50%

Secondo un rapporto dell’Onu del 2020, le emissioni derivanti dal funzionamento degli edifici hanno raggiunto il livello più alto di sempre.

L'ambizione degli organismi internazionali di ricerca e vigilanza è giungere presto a un sistema in cui per costruire si produrranno sempre meno emissioni con benefici anche in una responsabilità al rallentamento dei cambiamenti climatici e nell'obbiettivo di giungere a un patrimonio edilizio a zero emissioni di carbonio entro il 2050, l'Agenzia internazionale dell'energia (IEA) calcola che le emissioni dirette di CO2 degli edifici dobbano necessariamente abbassarsi del 50% entro il 2030.

Nel Regno Unito, gli edifici rappresentano il 17% delle emissioni di gas serra, e il riscaldamento degli ambienti oltre il 60% di tutta l'energia utilizzata negli edifici.

La Gran Bretagna è uno dei primi paesi al mondo ad aver fissato al 2050 il raggiungimento dell’obiettivo “emissioni nette zero”. Scoperte di questo tipo possono aiutare la governance inglese (e del resto del mondo) a rispettare gli impegni presi per il clima, e l'ambiente stesso, in definitiva.