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Gli italiani sono preoccupati per le sorti dell'ambiente

Secondo una ricerca condotta da Bluenergy Group, l’86% degli italiani si dichiara preoccupato per il riscaldamento globale e 8 italiani su 10 riconoscono l’importanza del contributo dei singoli per la tutela dell’ambiente.

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Secondo una ricerca condotta da SWG per Bluenergy Group, fornitore di luce e gas con sede a Udine, l’86% degli italiani si dichiara preoccupato per il riscaldamento globale e 8 italiani su 10 riconoscono l’importanza del contributo dei singoli per la tutela dell’ambiente.

Il 74% pensa che scienza e associazioni ambientaliste siano in prima linea nel contribuire alla riduzione delle emissioni.
 

Tutelare l’ambiente: una necessità impellente

La preoccupazione per il riscaldamento globale sta crescendo: si tratta di una preoccupazione non considerata come esagerata, in quanto per 3 italiani su 4 non c’è allarmismo su questi temi.

La ricerca evidenzia quanto questa attenzione sia maggiore da parte di chi probabilmente dovrà gestire le conseguenze di questi problemi nel futuro: la quota di chi pensa non ci sia allarmismo (76%) è particolarmente alta tra gli studenti (87%). Mentre la percentuale di quelli convinti che l’allarmismo sia esagerato (24%) è più accentuata tra chi ha tra i 35 e 44 anni (35%).

Tutelare l’ambiente è una necessità così impellente che il 54% antepone, in termini di importanza, il miglioramento delle condizioni ambientali alla crescita dell’occupazione. La salvaguardia dell’ambiente è una necessità soprattutto per giovani (76% tra i 18 e i 24 anni) e anziani (69% tra gli over 64).

Anche l’aspetto emozionale rappresenta un elemento importante per coloro interessati a questa tematica: chi pratica quotidianamente la sostenibilità, infatti, va incontro a sensazioni positive e queste abitudini provocano soddisfazione personale a più della metà dei cittadini (56%). A seguire fiducia (28%) e orgoglio (28%).
 

Riduzione delle emissioni: chi si impegna di più?

Per quasi 3 italiani su quattro, scienza e associazioni ambientaliste sono schierate in prima fila nel dare un reale contributo alla riduzione delle emissioni, nello sviluppare energie rinnovabili e nel rendere l’economia più verde.

Il 41% a questo proposito riconosce l’impegno di fornitori di energia elettrica, gas e acqua. Al contrario, il contributo apportato dal governo e dall’amministrazione pubblica è considerato scarso (indicato solo dal 29%) anche rispetto a quello dei singoli cittadini (35%).

Per gli italiani, le due principali leve per adottare abitudini sostenibili sono legate alla disponibilità delle informazioni: avere una maggiore evidenza degli effetti di ciascuna azione sostenibile (51%) e disporre di maggiori dettagli riguardo ai comportamenti da adottare (41%) sono considerati incentivi in grado di rendere i cittadini più consapevoli e propensi ad agire di conseguenza.

È minoritaria, ma comunque rilevante (37%), la quota di chi vorrebbe avere un ritorno economico in cambio di comportamenti sostenibili.