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"Innesti", un nuovo magazine incentrato su storie di sostenibilità

Online e gratuito, il trimestrale fondato dal Gruppo Caviro intende diffondere una maggior consapevolezza ambientale.

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©Gergely Zsolnai -123rf

Il tema della sostenibilità è oggi estremamente inflazionato, consumato dalle parole prima ancora che dai fatti. Ma è proprio da questo assunto che nasce Innesti, il nuovo magazine trimestrale che raccoglie voci e storie in merito al futuro sostenibile.

Dietro la metafora dell’innesto, la testata fondata da Caviro, cooperativa vitivinicola di Faenza, seleziona “volti e testimonianze, progetti, ambiti di ricerca, buone pratiche, tendenze” al fine di “arricchire il dibattito con chiarezza, tracciando una strada che sia espressione dell’equilibrio ottimale tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda”, come recita il manifesto del magazine.
 

Natura, cibo e cultura

La rivista, online e consultabile gratuitamente, affronta quattro macroaree:

  1. “Natura e ambiente”;
  2.  “cibo e dintorni”;
  3. “cultura urbana”;
  4. “stili di vita”.


​affidandosi all’effetto parallax scrolling e raccontando per ciascuna area tre diverse storie.


Ogni numero di Innesti verte intorno a un concetto, sempre connesso alla sostenibilità, esplorato da un gruppo di esperti tra cui giornalisti, blogger, professori, artisti.

Per il numero di esordio il filo conduttore scelto è stato quello dell’imprevedibilità, alternando approfondimenti sulla pesca “eccedentaria” all’esperienza di Last Minute Market, dallo “smart land” alla risposta che il fashion system ha dato alla pandemia.
 

L’innesto come tecnica per creare valore

Dietro il progetto c’è il sostegno del Gruppo Caviro, il quale, attraverso il magazine, intende diffondere una “cultura della consapevolezza, che contribuisca a formare una coscienza collettiva e responsabile nei confronti di un pianeta in stato di emergenza”.

Come affermato dagli stessi amministratori, le attività della cooperativa sono in linea con gli obiettivi delineati dall’Onu nell’Agenda 2030. Da qui la scelta del nome “innesti”: una tecnica antichissima, spesso spontanea, tesa a migliorare la pianta e la sua resistenza, con la mano dell’uomo che mette in relazione differenti elementi in un contesto preesistente per creare valore, arricchendolo.

Se, infatti, è la generosità incondizionata della terra a regalare i frutti, all’uomo spetta il compito di preservare questi doni con dedizione, coscienza e rispetto” concludono i viticoltori.