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Gas e nucleare non verranno esclusi dalla transizione ecologica

Un dibattito controverso quello che riguarda l'introduzione di gas e nucleare nella tassonomia delle energie verdi dell'Unione europea. La decisione dovrebbe arrivare a metà gennaio.

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© jackf / 123rf.com

L'obiettivo di giungere a una neutralità dalla dipendenza dal Carbone entro il 2050 è al bivio. Come considerare rispetto al Green Deal europeo l'integrazione dell'energia nucleare e del gas naturale nella tassonomia della finanza sostenibile? 
L'elenco delle attività che l'Europa considera investimenti “verdi” sarà stabilito dalla Commissione europea per metà gennaio 2022. Questo è l'impegno preso di fronte alla stampa dal commissario europeo ai Mercati interni, il francese Thierry Breton. 

 

Sì, perché le dipendenze strategiche dell'Europa sono strettamente correlate allo sviluppo di percorsi per agevolare le transizioni verde e digitale in tutti gli ecosistemi industriali dei Paesi Ue.

 

Un dibattito controverso

Finora i tentativi di introdurre gas e nucleare (due risorse, ricordiamolo, che sfruttano i combustibili fossili) nella transizione energetica hanno generato controversie tanto da poter considerare questa decisione un test molto importante per la credibilità della Commissione sulla sua priorità del Green Deal

 

Proprio poche settimane fa, l’Unione europea ha approvato la prima parte del suo regolamento sulla tassonomia, che stabilisce i criteri ambientali per gli investimenti, tra cui energie rinnovabili, trasporti marittimi e produzione automobilistica, che si applicheranno a partire da gennaio 2022.
 

Ma finora nessuna decisione è stata ancora presa sulla parte politicamente più sensibile della tassonomia, che riguarda appunto gli investimenti nel gas e nel nucleare.
 

La Francia vuole il nucleare

Gli stati membri sono profondamente divisi sull'argomento. Mentre la Francia guida un gruppo di dodici paesi che sostengono l'inclusione dell'energia nucleare nella tassonomia, altri cinque governi dell'Ue hanno espresso la loro opposizione, con l'Austria che ha dichiarato alla stampa internazionale di essere pronta a impugnare la decisione davanti alla corte di giustizia europea.

Anche i paesi dell'Europa centrale e orientale stanno spingendo per includere il gas fossile come attività "di transizione" nella tassonomia, sostenendo che il gas è necessario come trampolino di lancio per uscire dal carbone, il più inquinante di tutti i combustibili fossili.

“È' certo che il nucleare ci sarà nella tassonomia europea della finanza sostenibile, lo hanno già anticipato” ha dichiarato a un incontro con gli studenti del progetto Cosmopolites il ministro della Transizione ecologica italiano Roberto Cingolani. “È una fonte che non produce Co2”. Anche sul gas, Cingolani ha sostenuto che deve essere mantenuto come risorsa energetica “transitoria”.
 

Compromettere la scientificità della tassonomia

Ma i Principi delle Nazioni Unite per gli investimenti responsabili (PRI), una rete di investitori internazionali, hanno sconsigliato all'UE di concedere a queste fonti energetiche un'etichetta "sostenibile".

L'inclusione dell'energia a gas "comprometterebbe seriamente" il ruolo della tassonomia come strumento scientifico e indipendente in linea con gli obiettivi climatici dell'Europa, ha avvertito il PRI in una sua nota.

Pascal Canfin, presidente della commissione per l'ambiente del Parlamento europeo, ha suggerito una proposta di compromesso in base alla quale il gas e l'energia nucleare sarebbero inclusi nella categoria "transitoria" della tassonomia, ma solo a condizioni specifiche e con regole di divulgazione rigorose.

 

La proposta di compromesso

La pietra angolare della proposta di Canfin è un obbligo di informativa obbligatoria per gli investitori che consentirebbe loro di scegliere se vogliono che il gas o il nucleare siano inclusi nel loro portafoglio di attività.

Gli investitori avrebbero così la possibilità di scegliere tra quattro opzioni, dicendo se stanno usando tutta la tassonomia, la tassonomia senza gas, la tassonomia senza nucleare o la tassonomia senza gas o nucleare.

Per il gas in particolare, l'etichetta "transitoria" si applicherebbe solo quando i nuovi impianti sostituiscono il carbone nella produzione di energia e se le emissioni sono inferiori a una certa soglia.

Una clausola che si applicherebbe da qui al 2030: dopo tale periodo, gli investimenti in nuove centrali elettriche a gas non sarebbero più ammissibili. Il dibattito, evidentemente, non è destinato a esaurirsi facilmente.