Intervista

I fiumi di plastica di Alex Bellini

Intervista a uno dei più noti esploratori italiani. Un punto di vista originale sulla presenza della plastica nei mari, di cui parla anche nel suo ultimo libro "Il viaggio più bello".

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©Alex Bellini

Da anni Alex Bellini compie imprese estreme, come ad esempio traversate oceaniche in solitaria e a remi.

L'ultima avventura l'ha chiamata "10 rivers, 1 ocean", progetto che vedrà l’esploratore italiano impegnato nella navigazione dei 10 fiumi più inquinati dalla plastica al mondo per favorire un nuovo senso di comprensione e rispetto per l’ecosistema più minacciato e delicato: i corsi d’acqua.

Un punto di vista privilegiato sulle condizioni di salute in cui riversano oceani ma anche mari e fiumi. Il noto esploratore italiano lo racconta nel suo ultimo libro "Il viaggio più bello - i 6 nodi da sciogliere per vincere la paura della trasformazione", edito da Chiarelettere. 
 

Alex Bellini, stai navigando e percorrendo i fiumi più inquinati del mondo. Che cosa ci raccontano questi fiumi? Quale segnale ci stanno dando? 

Ad oggi ho navigato sul Gange, sul Fiume delle Perle e, recentemente, sul Nilo. Ognuno di questi fiumi ha storia e caratteristiche molto distinte, eppure ci sono alcuni elementi comuni.

Ovunque ho potuto notare una certa consapevolezza relativamente all’inquinamento - dell’aria, del suolo e dell’acqua - ma una quasi totale mancanza, nella coscienza delle persone, del concetto di ambiente e della relazione tra benessere dell’uomo e dell’ambiente che lo ospita.
 

Come si è conclusa la navigazione sul Nilo, quella più recente?

Il viaggio appena concluso sul fiume Nilo è partito a inizio marzo e si è interrotto in maniera imprevista la settimana scorsa a causa di un fermo della polizia fluviale.

Nonostante questo, il viaggio ci ha portati a vedere da vicino il costo ambientale e sociale derivato dall’enorme quantità di rifiuti prodotti dalla metropoli egiziana che, nonostante i suoi 20 milioni di residenti, manca di un sistema efficace di raccolta.

Durante il viaggio abbiamo potuto conoscere e apprezzare l’impegno di VeryNile, la prima iniziativa nata per sviluppare mezzi sostenibili per pulire il Nilo dai rifiuti inorganici, aumentando la consapevolezza sull'importanza di proteggere l’ambiente.
 

L'associazione Marevivo ti ha nominato Cavaliere per le Acque per rivolgere un importante appello a Mario Draghi. In che cosa consiste?

Il mio ruolo di esploratore è quello di documentare lo stato di salute dei dieci fiumi più inquinati al mondo e raccontare il viaggio che fa la plastica prima di arrivare al mare e, al tempo stesso, favorire un nuovo senso di comprensione per questi ecosistemi così importanti, ma così in pericolo.

Marevivo chiede al presidente Draghi di rivedere l’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in un’ottica che ponga al centro la Natura, in termini di biodiversità ed ecosistemi, così come indicato dall’Unione Europea nel New Green Deal con il Next Generation EU.
 

Nel tuo libro "Il viaggio più bello" parli di 6 nodi da sciogliere per vincere la paura della trasformazione. Di quale trasformazione parliamo?

Parliamo della trasformazione che sta avvenendo sotto i nostri occhi e delle prospettive sul futuro che sono quanto mai incerte.

I nodi da sciogliere sono quello della rinuncia, del silenzio, dell’attenzione, dell’ascolto, della pazienza e della vulnerabilità, abilità che se valorizzate possono ridefinire il nostro modo di fare esperienza del mondo, tanto più in un mondo che sta cambiando così drasticamente.

Nel mare magnum di corsi e master di comunicazione che impazzano ovunque, questo libro prova a dare un valore, non alla parola, ma alla sua controparte imprescindibile, cioè l’ascolto, la maturazione di una sensibilità oggi impoverita soprattutto tra i più giovani.