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Come salvare il pianeta: esempi virtuosi in Italia

Iniziative dal basso per salvare il pianeta, sono gli ecovillaggi, gli orti urbani, le iniziative di recupero dei borghi: esempi virtuosi di ocme la cittadinanza si impegni per salvare il pianeta. Ecco riportate alcune delle iniziative più significative che in Italia stanno prendendo piede e rappresentano una forte presa di coscienza green.

Come salvare il pianeta: esempi virtuosi in Italia

Un domani possibile per il pianeta

Demain, il documentario con Mélanie Laurent ci ha lasciato la voglia di conoscere e fare del nostro meglio per volere bene al nostro mondo.

Il filmato si concludeva con alcuni dati e prospettive interessanti: ci sono nel mondo più di 1.200 “città in transizione”, più di 800 comunità di “incredibili commestibili”, migliaia di fattorie urbane, 4.000 monete complementari, un paese 100% bio, altri paesi presto autonomi per quanto riguarda le energie rinnovabili.

Non solo, nel documentario si  racconta del ragazzo di 19 anni che ha inventato una macchina per pulire gli oceani, di ingegneri che hanno inventato motori ad aria compressa, milioni di persone che condividono piuttosto che comprare, case che producono più energia di quanto ne consumino, milioni di altre persone che piantano alberi.

Tutte queste iniziative riguardano anche l'Italia? Cerchiamo di indagare.

 

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Salvare la Terra grazie alle imprese

L’annuale Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere chiamato GreenItaly conferma che le imprese che investono in sostenibilità, innovazione, efficienza nell’uso delle risorse e nei consumi energetici, sono le più competitive, che esportano di più, aumentano il fatturato e creano più posti di lavoro.

Dati alla mano, sono oltre 385.000 le aziende italiane, ossia il 26,5% del totale, dell’industria e dei servizi che dal 2010 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di CO2.

E già questo pare un buon motore di partenza.

In Italia, dunque, tra le molte aziende virtuose che lavorano nei più svariati settori, dall’abbigliamento, all’edilizia, dall’ospitalità alla produzione di cibi o bevande, ci sono anche quelle che possiamo definire “comunità sostenibili”. 

Queste sono diverse ancora dagli ecovillaggi, dal cohousing, cofarming o gruppi di acquisto solidale, che comunque contribuiscono tutti al cambiamento e alla transizione verso nuovi mondi possibili, ne abbiamo parlato riportando l'esperienza di CapraUnica. 

E ce ne sono davvero tante di iniziative, ogni anno ne nascono di nuove, più o meno internazionali, più o meno grandi e più o meno sostenibili

 

L’Italia dei mondi virtuosi

Il punto è questo: virtuosismi indiscussi a parte, perché la necessità di dover creare un gruppo nel gruppo? Ciò che sembra mettere in moto davvero tutto e in modo radicale è l’azione condivisa in realtà già esistenti, ovvero la forza e la capacità di penetrazione di idee positive laddove queste mancano.

E in questa dinamica, l’educazione e la diffusione di conoscenza e modi alternativi di vedere le cose ha un ruolo fondamentale. 

La piattaforma Agenda Urbana che ospita La Via italiana alle Comunità Intelligenti ci aiuta nella ricerca ed è un buona leva da cui partire, in quanto delinea progetti in corso e mostra in una mappa interattiva dove si trovano e quale settore nello specifico toccano. 

 

 

 

Salvare il pianeta, esempi virtuosi:

 

Agricoltura urbana

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La potenza del settore agricolo: forse non ci si può credere, ma sono ben 18milioni gli orti urbani sparsi qua e là per il bel paese. Come riportato dall'agenzia Adnkronos, anche in Italia l'agricoltura urbana pare in netta crescita.

Il progetto Città d’Orti, nato dalla collaborazione tra LifeGate, Slow Food Italia e Comart, si propone l’obiettivo di divulgare il modello di agricoltura urbana tramite la diffusione e la promozione di orti domestici, aziendali e urbani. 

Cassinetta di Lugagnano è una cittadina italiana virtuosa, un classico esempio di laboratorio urbano moderno, con un Piano di governo del territorio a crescita zero grazie al recupero di edifici dismessi. Questo Comune lombardo conta meno di duemila abitanti e si trova a circa 26 chilometri a sud di Milano, immerso nella riserva naturale del Parco del Ticino.

Qui l’amministrazione ha scelto di potenziare anche la produzione sostenibile di cibo, sviluppando l’economia agricola locale esistente ed educando la popolazione a un consumo responsabile.

 

Lo smart food

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A Guidonia Montecello si lotta contro lo “spreco alimentare” incoraggiando le istituzioni pubbliche e di volontariato a raccogliere e distribuire ai bisognosi derrate alimentari inutilizzate ma ancora commestibili. Ecco che sono numerose le storie dell’Italia che salva gli avanzi, riportate da Repubblica.it.

 

Scooter e bike sharing

Lo Scooter Sharing di Cagliari o il bike-sharing di Speziainbici. Il primo viene attivato dal Comune nel 2016 per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e limitare il traffico privato. Mentre il comune di La Spezia ha istituito dal 2008 un sistema di bike-sharing e di infomobilità ad esso connessa, che offre l’opportunità di distribuire ai cittadini biciclette pubbliche collocate in 18 comode stazioni.

 

 

Salvaguardia dei borghi

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Sul sito Comuni Virtuosi ecco l’elenco dei comuni che aderiscono all’associazione, che stanno lavorando per implementare la salvaguardia del territorio. 

Parallelamente, i paesi dimenticati e i borghi abbandonati sono tanti in Italia. Ma sono altrettante le proposte di recupero, le iniziative e le idee di riqualificazione di questi luoghi remoti e spesso da sogno.

Per esempio, Centola comune del Cilento, è riuscito a ottenere un primo finanziamento di 200mila euro finalizzato al recupero del castello sul borgo e per la progettualità dei borghi abbandonati (da Infocilento.it).

I borghi che hanno lavorato o lo stanno facendo per la riqualificazione del territorio sono spesso diventati villaggi di artisti, come il caso di Bussana Vecchia, raccontato da Paesifantasma.it, o di stranieri in pensione, come il caso del borgo di Airole.

 

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