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Cos'è il progetto "Mediterranea"

C’è una barca a vela che dal 2014 solca senza sosta il mar Mediterraneo, senza grandi sponsor, animata dalla voglia di promuovere la scienza, la cultura, la tolleranza. Si chiama Mediterranea.

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©Pagina Facebook Mediterranea

La rotta e l’equipaggio di Mediterranea

C’è una barca, un due alberi da 60 piedi (circa 18 metri), che dal 17 maggio 2014 in poi solca senza sosta il mar Mediterraneo, spingendosi fino al mar Nero e all’Atlantico portoghese e magrebino. E intende farlo fino al 2023, per un totale di dieci anni di navigazione a vela. Si chiama Mediterranea

 

La sua rotta conta centinaia di tappe, tutte documentate puntualmente nel sito dell’iniziativa. L’itinerario va da Latakia a Gibilterra, da Marsiglia a Tunisi, da Genova a Istanbul, dalla Crimea ad Alessandria d’Egitto, da Cagliari a Trieste, da Capo Passero a Rodi, da Tel-Aviv ad Atene, da Tripoli a Castellorizo, da Port Said alla Georgia, da Varna alla foce del Danubio.

 

Questo progetto visionario nasce per volontà dello scrittore Simone Perotti e del medico Francesca Piro e, negli anni, ha visto salire a bordo una quarantina di marinai di svariate provenienze e professioni, i Mediterranei appunto.

 

Tutti i comandanti, i secondi in comando e gli aspiranti secondi/comandanti – in altre parole, l’equipaggio effettivo – si sono battezzati Comitato dei Rais, prendendo il prestito il nome dei marinai islamici vissuti tra il XV e il XVII secolo.

 

Oltre a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze in materia di nautica, ciascuno dei Mediterranei si auto-tassa per finanziare il progetto. Privati, enti e organizzazioni possono contribuire anche a distanza: l’importante è che non risultino in contraddizione con i valori etici dell’iniziativa.

 

Gli obiettivi del progetto

Ma qual è il perché profondo che muove questo progetto, il vento che soffia nelle sue vele? Di obiettivi ce ne sono quattro.

 

  • Nautico. Una barca iconica come Mediterranea mira a suscitare passione nei confronti della cultura nautica, quella che in passato ha forgiato le civiltà del Mediterraneo ma ora sembra relegata a una sparuta nicchia di addetti ai lavori.
  • Culturale. Durante la sua navigazione volutamente lenta, Mediterranea accoglie a bordo intellettuali, artisti, giornalisti, filosofi e operatori della cultura, invitandoli a condividere riflessioni su quest’epoca di crisi e proposte per affrontarla.
  • Scientifico. Dal 2014 la barca è stata messa a disposizione per la ricerca: sia come laboratorio galleggiante da cui studiare l’impatto dei cambiamenti climatici, la biodiversità marina, l’inquinamento e le correnti, sia come piattaforma da cui fare divulgazione.
  • Sociale. Navigando in un mare che è crocevia di diverse culture, l’imbarcazione vuole essere a sua volta un luogo di incontro, confronto e scoperta delle reciproche differenze.