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10 segreti dei monaci Shaolin per mantenersi in salute

Andando a scavare tra le pratiche dei monaci Shaolin abbiamo trovato qualcosa di utile e valido da rivedere, anche per mettere in discussione qualche abitudine circa il sonno, l'allenamento, la dieta e l'igiene personale

10 segreti dei monaci Shaolin per mantenersi in salute

Di fatto, la disciplina e la fede non sono appannaggio dei soli monaci o praticanti di qualche disciplina spirituale. La disciplina e la fede possono penetrare la nostra vita e arricchirla.

La prima rappresenta la ferma ma non rigida intenzione continuata nel tempo, lo stare con cura e pazienza in qualcosa, lo sperimentare mantenendo una linea, rispettando una costanza. La seconda, la fede, è un’attitudine dello spirito alla non devastazione, la non autocommiserazione, la ferma e viva voglia di fare questa esperienza di carne, mente e spirito.

Gli Shaolin sono dei monaci buddisti il cui primo monastero sorse 1500 anni fa in Cina ai piedi del Monte Santo Song Shan. Trenta anni dopo la fondazione del tempio arrivò un monaco di nome Bodhidharma chiamato dai cinesi Ta Mo, che diede vita ad una nuova forma di buddismo ricca di meditazione statica. La sua dottrina divenne il fondamento di una nuova scuola della filosofia buddista, il Buddismo Zen.

Preghiera, meditazione e arti marziali sono il loro "pane quotidiano".

Gli Shaolin rispettano un apparato di norme che prende il nome di codice gerontologico, in quanto queste pratiche riportano a un sistema di obbedienza praticamente filiale.

Recentemente mi è capitato di imbattermi in “I segreti della digitopressione Shaolin cinese e del Wu-Shu/Chi Kung” scritto dal padre della digitopressione del Kung Fu cinese Cheng Chiang. Tanto per il praticante appassionato quanto per il ricercatore o il curioso ci sono elementi validi da ripercorrere.

 

Il Qi gong (Chi Kung) come pratica quotidiana

Riguardo al Qi gong, sappiamo che Gong è “lavoro” e Qi - (Chi) energia, ma è ovvio che il lavoro, la manifestazione dell’energia, può dipanarsi in molti modi. Vi è il Kung dinamico, in cui si pone l’accento sui movimenti del corpo al fine di ottenere un equilibrio che si mantenga nel fluire.

Vi è il Kung statico, dove non ci sono sequenze o movimenti complessi del corpo, ma si lavora sulla capacità di sviluppare internamente la connessione tra mente, corpo, pensiero, sistema nervoso.

La distinzione che riguarda il Chi vale per gli esercizi di Chi duro e Chi morbido. Il Chi duro si vede spesso nel mondo della arti marziali in dimostrazioni di rottura di pietre o legno con il taglio della mano, ad esempio. Il Chi morbido lo ritroviamo nella meditazione silenziosa e nel Tai Chi, potenti strumenti di autoguarigione. 

 

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Le regole dei monaci Shaolin

Affrontiamo le norme gerontologiche degli Shaolin. Le prime riguardano la dieta:

  1. I cibi acidi danneggiano lo spirito, quelli congelati e troppo piccanti aumentano gli stati infiammatori del corpo.

  2. Non si deve dare la preferenza a un determinato cibo e si deve scalare gradualmente lungo la giornata la quantità di cibo ingerito, di modo che l’ultimo pasto sia il più ridotto.


Passiamo alle norme di igiene e di cura personale:

  3. Lavarsi spesso i denti.

  4. Inghiottire spesso la saliva.

  5. Sfregarsi spesso lo stomaco.

  6. Sfregarsi spesso i piedi.

  7. Tenere calda la schiena.


E gli ultimi, relativi al sonno e all’allenamento:

  8. Stare seduti a lungo danneggia i muscoli. Stare in piedi a lungo danneggia le ossa.

  9. Dormire a lungo danneggia il Chi, stare svegli a lungo danneggia il sistema nervoso.

 10. Non allenarsi dopo i pasti e guardarsi dal freddo quando si è sudati dopo l’allenamento o quando si è sfiniti o affamati.

Insieme a questi, c’è l’astensione dal tabacco, da una lussuria troppo sfrenata, da una gestione troppo generosa degli alcolici.

Sono norme piene di vita e di amore per la vita. Possono ispirare anche nella nostra esistenza quotidiana. Possono riempirci di nuove possibilità e farci provare quella meravigliosa sensazione che è tenere la propria vita con grande cura e riguardo.

In altri termini, non lottare ciecamente contro qualcosa, che sia una dipendenza affettiva o materiale, ma iniziare ad amarsi un po’ di più.

 

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