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Settembrini (Aster amellus), proprietà, caratteristiche e coltivazione

I settembrini sono fiori che sbocciano in autunno, apprezzati per la loro bellezza e un tempo utilizzati come rimedio naturale tradizionale.

settembrini

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Cosa sono i settembrini

I “settembrini” (Aster amellus) sono piante erbacee che appartengono alla famiglia delle Asteraceae, la stessa di calendula, echinacea, camomilla.

La pianta è originaria del centro Europa e in natura cresce spontanea su terreni calcarei, sassosi, secchi o lievemente drenanti, tipici di praterie montane, bordi rocciosi e ambienti collinari, fino a circa 800 metri di altitudine.

Chiamati anche "astro di Virgilio", i settembrini sono piante erbacee perenni di piccole dimensioni con fusto eretto leggermente pubescente, foglie lanceolate e infiorescenze composte da capolini con fiori ligulati esterni di colore blu-violetto e fiori tubulosi gialli al centro.

La fioritura avviene a partire da luglio e fino a settembre, il che gli conferisce il soprannome “settembrino” per il suo splendore tardivo nel calendario floreale. In giardino i settembrini vengono coltivati nelle aiuole, per bordure miste oppure in giardini rocciosi, ma la pianta può essere coltivata anche in vaso.

 

Proprietà terapeutiche

I settembrini sono stati adoperati in medicina popolare per una serie di proprietà attribuite alle foglie e ai fiori, basate su usi tradizionali.

Fiori e foglie della pianta venivano impiegati per alleviare infiammazioni e soprattutto come espettoranti, per fluidificare le secrezioni bronchiali e alleviare disturbi respiratori.

La pianta era impiegata anche come depurativo e drenante, come digestivo e per fermare lievi emoraggie.

Tra i principi attivi segnalati si trovano lattoni sesquiterpenici, derivati dell’acido caffeico, polieni e polisaccaridi (in particolare inulina) che esercitano effetti sul fegato. 

 

Usi in erboristeria

I settembrini sono poco utilizzati in erboristeria ma, nella tradizione popolare, si usavano fiori e foglie essiccati per preparare tisane.

L’infuso caldo, ottenuto lasciando in acqua bollente le sommità fiorite, veniva bevuto in caso di tosse e catarro per la presunta azione espettorante e lenitiva, oppure assunto in periodi di stanchezza e rallentamento digestivo grazie al leggero sapore amarognolo, ritenuto stimolante per fegato e apparato digerente.

Oltre alle tisane, con i settembrini si preparavano estratti alcolici o tinture, destinati a un impiego interno in gocce.

Le foglie fresche e leggermente pestate, venivano adoperate anche per uso esterno, applicate come impacco su piccole ferite o zone infiammate della pelle, sfruttando la reputata capacità di calmare le irritazioni e favorire la cicatrizzazione.

 

Come coltivarli

Coltivare i settembrini è relativamente semplice, purché si rispettino alcune esigenze di base della pianta.

La moltiplicazione può avvenire sia per seme, seminato in primavera in contenitori protetti e trapiantato in piena terra quando le piantine sono sufficientemente sviluppate, sia per divisione di esemplari adulti.

Si tratta di piante rustiche e resistenti alle malattie, che amano le posizioni soleggiate ma che tollerano anche la mezz’ombra in zone particolarmente calde.

Il terreno ideale deve essere drenato e preferibilmente calcareo o neutro, perché un suolo troppo compatto o soggetto a ristagni può favorire marciumi radicali, quindi è utile lavorare la terra in profondità e arricchirla con sabbia o ghiaia se necessario.

Prima dell'impianto può essere aggiunta una modesta quantità di sostanza organica ben decomposta, che aiuta la pianta a sviluppare un apparato radicale robusto e a fiorire con vigore.

Una volta a dimora, i settembrini non richiedono grandi cure: è sufficiente irrigare con moderazione nei periodi di siccità prolungata, senza esagerare per non compromettere le radici.

Durante la stagione vegetativa è consigliabile concimare le piante con un fertilizzante bilanciato per sostenere la produzione di fiori, mentre in autunno è utile ridurre progressivamente le annaffiature e sospendere la nutrizione per favorire il riposo invernale.

La manutenzione si limita per lo più alla rimozione dei fiori appassiti, che stimola la formazione di nuove gemme e prolunga la fioritura, e a un’eventuale pacciamatura autunnale con foglie secche o paglia nelle zone più fredde, così da proteggere le radici dalle gelate.

Le varietà più alte possono aver bisogno di un supporto per evitare che i fusti si pieghino con il vento o il peso delle infiorescenze.