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Lavare i piatti senza detersivo

Alternative ecologiche al detersivo per i piatti: scopriamo quali sono e come utilizzarle.

Lavare i piatti senza detersivo

Siete alla ricerca di alternative ecologiche ed economiche per lavare i piatti? In questo articolo vedremo se è possibile lavare i piatti senza detersivo o diminuire la quantità di detersivo usato, cosa contengono i detersivi per piatti ed eventualmente come sostituirli con alternative che rispettino l’ambiente e il portafogli.

 

Lavare i piatti senza detersivo, è possibile?

Da diverso tempo online e su diversi libri si trovano ricette per lavare i piatti senza detersivo, utilizzando preparazione fai da te a base di limoni e sale oppure bicarbonato, aceto o sapone di Marsiglia disciolto in acqua.

Questi preparati sono forse più ecologici ed economici rispetto al detersivo per piatti che troviamo al supermercato ma hanno un grande difetto: non lavano, o meglio, non hanno un’azione sgrassante paragonabile a un detersivo per i piatti.

Se avete sperimentato una di queste ricette vi sarete accorti che funzionano bene su piatti e tazze in ceramica, posate e bicchieri in vetro poco sporchi, mentre su un contenitore in plastica sporco di olio o una padella unta, hanno lo stesso potere lavante dell’acqua calda: il limone, l’aceto o il bicarbonato, infatti, sono poco utili quando si ha a che fare con lo sporco unto.

Come possiamo lavare i piatti senza detersivo? Iniziamo a capire cosa contiene un detersivo per i piatti e perché funziona e vediamo poi se esistono alternative naturali, ecologiche ed efficaci al detersivo per i piatti.

 

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Il detersivo per i piatti: cosa contiene e come funziona

Il detersivo per i piatti, così come i detersivi e detergenti in generale, deve la sua azione lavante a molecole in esso contenute chiamate tensioattivi.

Un esempio di tensioattivo è il sapone che, dal punto di vista chimico, è un sale di acidi grassi: facendo reagire ad esempio i trigliceridi presenti in un olio vegetale con una base forte come l’idrossido di sodio (chiamato anche soda caustica) avviene un’idrolisi dei trigliceridi contenuti nell’olio, cioè una rottura delle molecole dei trigliceridi.

Gli acidi grassi liberi si legheranno poi al sodio e come risultato finale si avrà il sapone, un tensioattivo anionico.

I tensioattivi sono molecole costituite da una porzione idrofila o polare– cioè affine all’acqua – e una porzione idrofoba o apolare – cioè affine al grasso, quindi allo sporco. Agendo sulla tensione superficiale dell’acqua e sulla tensione interfacciale, i tensioattivi facilitano i fenomeni di bagnabilità, emulsionamento e allontanamento dello sporco.

In pratica, i tensioattivi si legano allo sporco grazie a interazioni tra la loro porzione apolare e le molecole di sporco e creano interazioni con l’acqua che si lega alla loro porzione idrofila: attraverso poi l’azione meccanica esercitata dal getto d’acqua in lavastoviglie o dalla spugna nel lavaggio a mano, lo sporco viene trascinato via.


I tensioattivi non sono tutti uguali: il sapone di Marsiglia ad esempio, è efficace per lavare la pelle, il bucato e le superfici lavabili della casa, ma non si ottengono risultati apprezzabili nel lavaggio delle stoviglie, soprattutto se queste risultano molto sporche di unto.

In base alla loro struttura chimica dei vari tensioattivi, al rapporto che esiste tra la loro porzione idrofila e quella idrofoba e in relazione alla carica positiva, negativa o neutra presente nella porzione polare, i tensioattivi possono essere distinti tra loro, avere funzioni diverse ed essere più o meno sgrassanti: alcuni tensioattivi sono detergenti aggressivi e vengono impiegati nella produzione di detersivi per la casa, altri più delicati sono usati per formulare detergenti per l’igiene della persona, altri sono disinfettanti e altri ancora sono utilizzati come emulsionanti nei prodotti cosmetici.

 

Le alternative ecologiche al detersivo per i piatti

Ora che abbiamo visto come funzionano i tensioattivi, sappiamo che per sostituire il detersivo dei piatti avremo bisogno di sostanze capaci di ridurre la tensione superficiale dell’acqua e la tensione interfacciale - cioè la tensione che si crea all’interfaccia tra due sostanze diverse come l’olio e l’acqua - e che sia inoltre capace di legarsi all’acqua e allo sporco.

Esistono piante che contengono una discreta percentuale di molecole chiamate saponine: le saponine si comportano come tensioattivi, riducendo la tensione dell’acqua e producendo una schiuma abbastanza stabile.

Le saponine sono metaboliti secondari di alcune piante e da un punto di vista chimico sono glucosidi formate dall’unione di una porzione lipofila e una idrofila, costituita da zuccheri.

Un esempio di pianta che contiene saponine è la Quillaia, chiamata anche “Legno di Panama”.

La corteccia essiccata della Quillaia saponaria contiene circa il 10% di saponine ed è impiegata per la produzione di detergenti. Per utilizzare la Quillaia per il lavaggio delle stoviglie è sufficiente preparare un decotto con 100 grammi di corteccia di Quillaia in 900 millilitri di acqua, da lasciare in infusione per quindici minuti.

Una volta filtrato, il decotto tiepido può essere utilizzato per lavare i piatti.

Un' altra pianta che contiene saponine ad azione detergente è la Sapindus mukorossi che produce le famose “Noci del sapone”: come per la Quillaia, è possibile preparare un decotto con una decina di noci del sapone in un litro di acqua; il decotto, lasciato raffreddare, va poi filtrato e può essere utilizzato per lavare i piatti.

Sia le noci del sapone sia la Quillaia non danno risultati come il tradizionale detersivo per i piatti sulle stoviglie molto sporche, ma sicuramente sono più efficaci rispetto alle varie preparazioni prive di un vero e proprio potere detergente.

Come risparmiare sull’uso del detersivo dei piatti

Abbiamo visto che per le stoviglie poco sporche è possibile optare per un lavaggio senza detersivo, utilizzando il decotto di Quillaia o di Noci del sapone.

Oltre a cercare di sostituire il detersivo dei piatti, può essere utile imparare a risparmiare sulla quantità di detersivo utilizzato, con qualche accorgimento: ad esempio, prima di procedere nel lavaggio delle stoviglie, è utile sistemare i piatti in una bacinella con acqua molto calda, ancora meglio se si tratta dell’acqua di cottura della pasta; per risparmiare sulla quantità di detersivo, può essere d’aiuto aggiungere un paio di cucchiai di aceto di vino bianco all’acqua in cui le stoviglie sono in ammollo, così i piatti saranno più facili da sgrassare e gli odori di cibo verranno eliminati più facilmente.

Per le stoviglie molto unte per le quali il detersivo è necessario, scegliamo un detersivo ecologico concentrato, meglio ancora se acquistato sfuso, e utilizziamone una piccola quantità senza sprecarlo.

 

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