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Biblioterapia, cura naturale per lo spirito

Che tipo di lettore sei e quanti libri leggi all'anno? Ne hai diversi sul comodino e li leggi contemporaneamente? Sai che con la biblioterapia si può curare anche lo spirito? Ecco il racconto di un'esperienza e qualche titolo per crescere e preparare il proprio porto sicuro in cui gettare l'ancora nei momenti più difficili

Biblioterapia, cura naturale per lo spirito

La biblioterapia come cura naturale

Una cura naturale e una cura psicologica a tutti gli effetti, metodologia utilizzata in vari contesti e relazioni di aiuto, la biblioterapia ha, nel tempo, affascinato tante persone e, in certi casi, aiutato a risolvere questioni e nodi della vita altrimenti difficili da affrontare a mani nude.

Dagli antichi Greci, a Freud, passando per i soldati della Prima Guerra Mondiale a cui venivano prescritti libri per curarsi una volta a casa, con un libro tra le mani è, in effetti, decisamente più incoraggiante andare avanti, e, patologie o traumi a parte, un libro è sempre un buono e fidato compagno di viaggio.

Soprattutto, come abbiamo già visto nel precedente articolo "Biblioterapia: leggere per essere più felici", al di là di terapie e disturbi che un libro può aiutare a curare, vi sono casi, come per esempio quello della scrittrice Ceridwen Dovey, in cui un testo può essere stimolante anche da un punto di vista spirituale. Quando tra le righe di The New Yorker.com ci narra della sua esperienza di biblioterapia presso la School of Life di Londra, e del suo incontro con la "biblioterapista", scrittirice e pittirice Ella Berthoud, non si può fare altro che prendere appunti e spunti.

E per l'appunto, iniziate a segnarvi, di Ella Berthoud e la scrittrice Susan Elderkin "Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno" (titolo originale: The novel cure") e per le neomamme ma non solo, anche il testo "Crescere con i libri. Rimedi letterari per mantenere i bambini sani, saggi e felici". 

 

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Libri da provare per curare naturalmente lo spirito

Insomma Ceridwen aveva bisogno di qualcosa che potesse diventare il suo porto personale dove gettare l'ancora nel momento del bisogno, aveva bisogno di un libro che potesse sostenerla nei momenti di maggiore sconforto che porta con sè la vita, come la separazione o la perdita di qualcuno. Ecco che allora Ella le ha consigliato di leggere questi testi, alcuni dei quali non sono neanche stati tradotti in italiano: 

> “The Guide,” di R. K. Narayan;
> “The Gospel According to Jesus Christ,” tradotti in "Il Vangelo secondo Gesù Cristo" di José Saramago;
> “Henderson the Rain King,” tradotto in "Henderson il Re della Pioggia" di Saul Bellow;
> “Siddhartha,” di Hermann Hesse;
> “The Case for God,” di Karen Armstrong;
> “Sum,” del neuroscienziato David Eagleman.

Soddisfatta, dopo due anni e dopo aver letto i suddetti libri, ecco l'autrice stessa che ci racconta positivamente e con entusiamo della sua esperienza. Contina dicendo e che è stato dimostrato che leggere mette i nostri cervelli in uno stato di trance piacevole, simile alla meditazione, e che apporta gli stessi benefici sulla salute del rilassamento profondo e della calma interiore.

I lettori abituali dormono meglio, hanno livelli di stress inferiori, una'autostima più alta e tassi più bassi di depressione rispetto ai non lettori.

E, a conclusione, riporta quanto detto dalla scrittrice Jeanette Winterson "Libri di fantasia e poesia sono vere dosi, medicinali, ciò che guariscono è la rottura che la realtà provoca all'immaginazione".

La stessa Ceridwen Dovey è autrice del racconto “Blood Kin” e della raccolta di storie brevi intitolata “Only the Animals.”

 

Breve storia della biblioterapia

La biblioterapia nasce negli Stati Uniti intorno agli anni '30 grazie allo psichiatra William Menninger e si tratta di una cura dolce per lo spirito e la mente che prevede la prescrizione dei libri come "compiti a casa" da leggere, con il fine di aiutare la persona nel suo personale cammino terapeutico.

Negli USA è una tecnica ancora oggi molto diffusa, ma anche in Ighilterrra e in Europa in genere, ancora poco prescritta in Italia, supportata da parecchi studi, molti dei quali ancora in corso. 

 

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