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Probiotici e fermenti lattici, quali differenze

Sveliamo subito l'arcano: i probiotici sono fermenti lattici ma non tutti i fermenti lattici sono probiotici. Scioglilingua? No, sono le differenze tra probiotici e fermenti lattici

Probiotici e fermenti lattici, quali differenze

C’è chi li prende senza sapere bene perché, e chi invece non li prende nemmeno quando servono per esempio dopo (e durante) una terapia antibiotica.

Sull’argomento c’è, forse, troppa confusione: i fermenti lattici sono tutti probiotici? Ma cosa sono i fermenti lattici?

E i probiotici? Quali sono le reali differenze tra fermenti lattici e probiotici?

Probiotici e fermenti lattici, quali differenze?

Probiotici e fermenti lattici: i due termini sono spesso usati come sinonimi. Ma probiotici e fermenti lattici sono veramente la stessa cosa? O si tratta di sostanze differenti?

Sveliamo subito l’arcano delle differenze tra probiotici e fermenti lattici: si tratta di microorganismi batterici in entrambi i casi, ma i probiotici sono una specifica categoria di fermenti lattici in grado di apportare benefici al corpo umano poiché intervengono sulla flora batterica intestinale, mentre i fermenti lattici non probiotici non hanno alcun effetto sulla flora batterica intestinale, possono essere di differenti tipologie e parecchi di questi vengono utilizzati dall’industria alimentare.

 

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Probiotici e fermenti lattici, quali differenze: i probiotici

Facciamo riferimento alle definizioni ufficiali: secondo le linee guida dell’organizzazione mondiale della Sanità (OMS) i probiotici vengono definiti come quegli “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, possono apportare un beneficio alla salute dell’ospite”.

Pertanto per probiotici intendiamo quei microorganismi (batteri) vivi appartenenti a specifici ceppi di batteri lattici, i più importanti dei quali sono Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus gasseri, Lactobacillus Casei e Bifidobacterium che possono arrivare vivi nell’intestino e riescono a in grado di colonizzare positivamente la mucosa intestinale. 

In pratica, i probiotici tengono sotto controllo la proliferazione dei microrganismi nocivi (i batteri cattivi) nell’intestino aiutando a mantenere una condizione di corretto equilibrio, che facilita la salute dell’organismo tutto.

È fondamentale precisare infarti che l’intestino non serve unicamente ad assorbire i nutritivi assunti con gli alimenti, ma è anche il principale organo immunitario, poiché ospita il 60 per cento circa delle cellule immunitarie.

Secondo le direttive del Ministero della Salute, un integratore di probiotici per essere realmente efficace deve fornire nella dose giornaliera una quantità di fermenti lattici probiotici vivi pari a un miliardo per ogni singolo ceppo.

L’integrazione efficace fa ricorso a prodotti contenenti elevate quantità di fermenti lattici probiotici vivi unitamente a fibre prebiotiche, che possono garantire un effetto sinergico poiché fanno da nutrimento per i batteri “buoni” probiotici.

 

Probiotici e fermenti lattici, quali differenze: i fermenti lattici

“Fermenti lattici” è una definizione molto ampia e generica dei i batteri lattici, ovvero quei particolari microorganismi in grado di trasformare chimicamente, ovvero di metabolizzare il lattosio (lo zucchero maggiormente presente nel latte) attraverso un processo chimico.

I microrganismi capaci di operare tale trasformazione appartengono in larga misura ai generi Lactobacillus, Lactococcus, Leuconostoc, Pediococcusm e alla specie Streptococcus. I fermenti lattici si trovano nel latte e nel formaggio e vengono usati per produrre il latte fermentato (yogurt - kefir).

Ricordiamo che i fermenti lattici non probiotici non hanno effetti sulla flora batterica intestinale.

Infatti la trasformazione chimica del lattosio può essere effettuata da diversi ceppi di microorganismi batterici, ma solo alcuni di questi possono eseguire processi realmente utili e benefici per l’uomo: sono i fermenti lattici probiotici di cui si è parlato sopra.

 

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