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Segni e sintomi di una colecisti infiammata

Pochi di noi si ricordano di averla, finché non si ammala e "si fa sentire". La cistifellea, o colecisti, è un organo importante del nostro corpo. Una colecisti infiammata presenterà segni e sintomi particolari e specifici.

di Redazione

colecisti

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©OpenStax College - Anatomy & Physiology/Wikimedia Commons

 

Le cause dell’infiammazione della colecisti

La colecisti, o cistifellea, è un piccolo organo a forma di pera che raccoglie la bile, un liquido prodotto dal fegato che partecipa alla digestione dei grassi. Durante i pasti, la colecisti rilascia la bile nell’intestino tenue per facilitare la digestione.

 

La colecisti infiammata (tecnicamente colecistite) può essere dovuta a varie cause:

  • la più comune è data dai calcoli biliari che ostruiscono il dotto cistico e impediscono alla bile di fluire, causando un accumulo che porta all’infiammazione;
  • infezioni da parte di batteri provenienti dall’intestino;
  • traumi addominali o interventi chirurgici;
  • in rari casi, la presenza di un tumore che blocca il flusso biliare; 
  • malattie come il diabete, la sindrome metabolica o alcune infezioni virali.

 

Sintomi e segni della colecisti infiammata

Conoscere i segni e i sintomi di una colecisti infiammata è la partenza migliore verso una cura adeguata. Prima di tutto una precisazione sui termini: segni e sintomi.

 

A differenza di quanto si possa pensare, non sono sinonimi, in gergo medico. Infatti si definiscono segni gli elementi obiettivi rilevati dal medico all'esame del paziente, ovvero un'anormalità oggettiva ufficialmente definita come indice di malattia. Si definiscono invece i sintomi come qualcosa di soggettivo, percepito dai sensi del paziente.

 

In caso di colecisti infiammata, i principali segni sono:

  • addome acuto;
  • aumento della VES;
  • batteriuria (presenza di batteri nelle urine);
  • colica biliare;
  • diarrea gialla;
  • vescicole sulla pelle tonde, dolorose, che prudono;
  • febbre;
  • ittero;
  • urine scure;
  • vomito biliare;
  • perforazione gastrointestinale;
  • epistassi (sangue dal naso);
  • sangue nelle urine;
  • urine scure, schiumose;
  • neutrofilia, cioè aumento dei globuli bianchi neutrofili, riscontrabile dalle analisi cliniche.

 

In caso di colecisti infiammata, i sintomi possono anche essere comuni a quelli di altre patologie:

  • assenza di fame, anoressia;
  • stanchezza persistente;
  • aumento inspiegabile di peso;
  • cattiva digestione con nausea, conati, vomito, eruttazioni e flatulenza;
  • intestino “pigro”;
  • crampi e gonfiori addominali;
  • dolore all’addome;
  • crampi e sudore;
  • perdita di equilibrio;
  • contratture dei muscoli addominali sul lato destro;
  • dolore durante l’inspirazione;
  • dolore acuto che si irradia fino alla scapola destra. 

 

In presenza di uno o più di questi segni o sintomi di colecisti infiammata, che persistono da più giorni senza miglioramenti, bisogna avvisare il proprio medico curante.

 

Le conseguenze e i rimedi

I rimedi dipendono dalla gravità della condizione. Nei casi lievi può essere sufficiente una dieta leggera e il riposo, associati a farmaci antinfiammatori o antibiotici. Nei casi più gravi, è spesso necessario rimuovere la colecisti con un intervento chirurgico (colecistectomia), che può essere eseguito in laparoscopia. Anche senza colecisti la digestione resta possibile, poiché il fegato continua a produrre bile che fluisce direttamente nell'intestino.

 

Se non trattata, la colecistite può avere diverse conseguenze. L'infiammazione può peggiorare, portando a complicazioni come l'infezione della colecisti (colecistite acuta), la formazione di pus (empiema) o, in casi estremi, la perforazione della parete della colecisti. Quest’ultima a sua volta può causare peritonite, un'infezione grave del rivestimento dell'addome. I sintomi peggiorano progressivamente, con febbre alta, dolore intenso e ittero, dovuto all'accumulo di bile nel sangue.

 

Quando e come si formano i calcoli biliari?

I calcoli biliari si formano quando i componenti della bile – principalmente colesterolo, bilirubina e sali biliari – si cristallizzano all'interno della colecisti. Questo processo può avvenire a causa di un'alterazione dell'equilibrio chimico della bile o di un suo ristagno prolungato nella colecisti.

 

Esistono due tipi principali di calcoli biliari:

  • calcoli di colesterolo, i più comuni, soprattutto tra persone che seguono una dieta ricca di grassi, sono obese o hanno problemi epatici;
  • calcoli pigmentati, dovuti a un eccesso di bilirubina nella bile.

 

Tra i fattori di rischio ci sono una dieta ricca di grassi, il sovrappeso, la gravidanza, l’età avanzata e alcune condizioni mediche come il diabete.
I calcoli biliari possono rivelarsi anche del tutto asintomatici; il dolore, con infiammazione e infezione, subentra quando il calcolo blocca un dotto biliare.