Intervista

Inquinamento e tumori, come difenderci in città

Fino a che punto lo smog mette a rischio la nostra salute? Ci risponde il dottor Paolo Contiero, Responsabile della Struttura Semplice di Epidemiologia Ambientale dell’Istituto dei Tumori di Milano, che ci offre anche qualche utile consiglio pratico per salvaguardare i nostri polmoni e vivere meglio.

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©Nabeel Syed / Unsplash

Di recente David Boyd, il relatore speciale per i diritti umani e l’ambiente delle Nazioni Unite, ha diffuso un dato che ha fatto molto scalpore. Nel mondo, l’inquinamento atmosferico è responsabile della morte prematura di 7 milioni di persone all'anno, 800 ogni ora. 

 

Queste cifre ci dimostrano, ancora una volta, che lo smog danneggia la nostra salute in modo davvero significativo. Ci può capitare, però, di sentirci impotenti: se viviamo in una grande città, caotica e trafficata, come possiamo difenderci? 

 

Abbiamo chiesto l'opinione del dottor Paolo Contiero, Responsabile della Struttura Semplice di Epidemiologia Ambientale dell’Istituto dei Tumori di Milano. Il dottor Contiero non si è limitato a spiegare e commentare i dati ma ci ha anche proposto alcuni semplici consigli che possiamo mettere in pratica da subito.

 

7 milioni di decessi per morte prematura all'anno: quanti sono dovuti a tumori?

L’ordine di grandezza per tutto il globo dell’impatto dell'inquinamento è grossomodo quello indicato da Boyd delle Nazioni Unite, anzi, potrebbe essere ancora più grande

 

Secondo un recente studio tedesco, in Europa ogni anno ci sono più o meno 800mila morti in più, rispetto a quelli che ci sarebbero se il livello di smog fosse più basso. Di questi 800mila, il 7% (quindi 50-55mila persone all'anno) è dovuto principalmente al tumore del polmone

 

Tutti questi studi tengono in considerazione soltanto i fattori di rischio di tipo ambientale che sono acclarati e conteggiano quasi solo i tumori al polmone. Ma la situazione è molto complessa: ci sono molti altri tumori che risentono, in un modo o nell'altro, degli inquinanti. 

 

Altre analisi suggeriscono che gli inquinanti influenzino non solo la comparsa della malattia, ma anche la sua progressione.

 

Il mio gruppo dell'Istituto dei Tumori ha studiato la sopravvivenza delle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella: si è visto che, con alti livelli di paticolato atmosferico, la prognosi peggiora di circa il 60%. Altri due studi americani vanno nella stessa direzione.

 

Tutte queste evidenze non sono ancora incluse nelle stime di cui parlavo prima, che sono molto attendibili ma si riferiscono soltanto ai fattori assolutamente certi e sicuri. Mi attendo che nei prossimi anni, con i progressi nella ricerca scientifica e la definizione di fattori di rischio ancora non noti, questi numeri possano aumentare ancora


 

Quali sono le principali fonti di inquinamento?

L'inquinamento può essere suddiviso in due grandi categorie: indoor, cioè l'aria che respiriamo dentro casa, e outdoor, cioè lo smog che respiriamo all'aperto.

 

Nel mondo, la componente outdoor è rilevante praticamente ovunque. Quella indoor esiste anche in Europa, ma ha un peso ancora maggiore in Africa, Asia e Sudamerica, dove si usano ancora dei metodi arretrati per cucinare i cibi.

 

Come si fa a dimostrare un rapporto causa-effetto tra inquinamento e tumore?

Sulla relazione tra particolato atmosferico e tumore del polmone si è espresso lo Iarc, l'agenzia internazionale per la ricerca sul campo.

 

Cosa fa lo Iarc? Per tutti i fattori di rischio più rilevanti, raccoglie tutti gli studi pubblicati e riunisce gli esperti migliori del mondo, che emettono un verdetto finale. È un processo che può durare anni. 

 

Questo verdetto finale ha diversi livelli di evidenza. Sulla relazione tra particolato atmosferico e tumore al polmone si raggiunge il livello 1, il più alto in assoluto. Insomma, è un'evidenza scientifica sicura oltre ogni margine di dubbio

 

Per quanto riguarda gli effetti su altri tipi di tumore, come il tumore alla mammella, la situazione è più incerta.

 

Per fare prevenzione possiamo fare sport, mangiare meglio, ma non possiamo cambiare l'aria che respiriamo. Come facciamo a proteggerci?

Innanzitutto, ognuno di noi ha la possibilità di eleggere la classe politica. Quando andiamo a votare, stimoliamo i nostri politici a migliorare il piano dei trasporti, che sono il nodo centrale se vogliamo avere un'aria più pulita.

 

Sarebbe opportuno che insegnassimo ai bambini, fin da piccoli, a usare di più i trasporti pubblici. Se li accompagniamo ogni giorno all'asilo in auto, e li andiamo a prendere sempre in auto, non diamo il buon esempio.

 

Passando alle scelte di cautela individuale, uno dei fattori protettivi più importanti è l'attività sportiva, che ci aiuta a prevenire l'obesità, accelerare il metabolismo e tutelare la nostra salute.

 

Un'avvertenza, però. So che per chi vive in città non è facile, ma dobbiamo tenerci lontani dalle fonti inquinanti quando facciamo sport. Se andiamo a correre o in bici, evitiamo le strade molto trafficate, soprattutto negli orari di punta.

 

Per quanto riguarda l'inquinamento indoor, cosa possiamo fare?

Per migliorare l'aria che respiriamo dentro casa, possiamo seguire tre raccomandazioni.

 

Cominciamo con la prima: arieggiamo più volte al giorno le nostre case, evitando ovviamente i momenti in cui lo smog all'esterno è particolarmente alto.

 

Se usiamo una griglia per la cottura (che in ogni caso non è la scelta migliore), è opportuno dotarci di una cappa efficiente, che eviti la diffusione di fumi pericolosi nelle stanze.

 

La terza raccomandazione è il risultato di alcuni studi effettuati nelle scuole, da cui si è scoperto che alcuni mobili di bassa qualità sono stati costruiti facendo uso di formaldeide, un inquinante che può diventare pericoloso. Quando scegliamo i mobili, dunque, prestiamo attenzione e verifichiamo che possiedano una certificazione

 

Per i bambini serve qualche cautela in più?

I bambini (così come gli animali domestici) sono più vicini al suolo. Se passeggiamo con un bimbo molto piccolo su una strada trafficata, può essere utile tenerlo in braccio per limitare la sua esposizione al particolato atmosferico.

 

Sono sempre di più gli studi che collegano la salute dei bambini (incluso il loro sviluppo cognitivo e psicologico) alla presenza di aree verdi. Se il bambino gioca di frequente nei parchi, addirittura il suo rendimento scolastico può migliorare!

 

Aggiungo che l'istituto di ricerca CDC di Atlanta consiglia ai bambini di fare attività sportiva all'aperto soltanto se il livello di smog non è eccessivo. Un altro studio inglese dimostra che addirittura gli atleti, se si allenano in aree molto inquinate, hanno un rendimento peggiore. 

 

Un ultimo consiglio per i nostri lettori?

Abbiamo molte armi per difendere la nostra salute e vivere meglio. Città come Milano (e non solo), per esempio, mettono a disposizione di tutti un servizio di bike sharing: è una semplice abitudine quotidiana che porta grandi risultati. 

 

Se usiamo la bici infatti facciamo un favore a noi stessi, ma anche alla salute dei nostri figli, dei nostri cari e dell'ambiente.